Il libro degli universi. Guida completa agli universi possibili

~ John D. Barrow

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  1. Polemos
     
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    Titolo: Il libro degli universi. Guida completa agli universi possibili
    Autore: Barrow, John D.
    Anno: 2012
    Editore: Mondadori
    Pagine: 360
    Descrizione: L'universo è per definizione uno e tutto, ma la storia della scienza ha conosciuto una pluralità di universi: quelli dei modelli cosmologici del passato, con tutti i limiti dovuti ai pregiudizi religiosi e filosofici dei loro ideatori, da Aristotele a Tolomeo, a Copernico, e quelli dei modelli più recenti, derivati dalla teoria della relatività. Einstein, infatti, inaugurò una nuova era dell'astrofisica mostrandoci come trovare non uno, ma tutti gli universi possibili che siano coerenti con le leggi della fisica e con la gravità. Da allora astronomi, matematici e fisici si sono sforzati di risolvere le complesse equazioni einsteiniane e di individuarli. John D. Barrow ci accompagna attraverso la lunga e affascinante galleria di universi che ne è scaturita, illustrandone nei dettagli le molteplici caratteristiche e le leggi che li governano. "Il libro degli universi" espone le cosmologie più accreditate ma anche le più fantastiche e audaci dell'intero mondo scientifico, e, insieme, racconta le storie della loro scoperta e le personalità degli scienziati che he furono protagonisti, da Lemaître a Dirac, da Schrödinger a Gödel e Boltzmann, senza contare Einstein e naturalmente Barrow.


    Fina dal 1915, anno della pubblicazione della teoria generale della relatività di Einstein, i matematici prima e i fisici poi si sono confrontati con uno dei massimi problemi scientifici mai concepiti: coniugare le possibili strutture e dinamiche del cosmo nel suo insieme con la gran messe di risultati sperimentali che emergevano con il passare degli anni. Il cuore del fatidico lavoro presentato dal genio di Ulm è infatti l'equazione della campogravitazionale che lega in un unico quadro coerente massa, tempo e spazio. E le soluzioni dicono, nella forma più generale possibile, come è fatto l'insieme di tutti i corpi e di tutta l'energia, quello che per brevità siamo abituati a chiamare universo.
    Poco tempo dopo la pubblicazione della teoria si cercò di semplificare l'equazione in base a postulati molto generali sull'omogeneità o sull'isotropia dello spazio e sulla densità di materia che si trova nel cosmo. L'universo nel suo insieme poteva risultare dinamico, come dimostrò per la prima volta Aleksandr Friedman, con un "inizio" in un tempo finito del passato e una successiva espansione. Questa poi poteva procedere indefinitamente addirittura accellerando, come trovò Willem de Sitter, o fermarsi per cedere il posto a una successiva contrazione dovuta al richiamo della gravitazione, un pò come succede quando si lancia un sasso verso l'alto. La cosa poteva anche procedere in successivi cicli di espansione e contrazione, all'infinito, come chiarì Edward Tolman. C'erano poi soluzioni che prendevano particolari simmetrie e che davano esiti poco realistici, come nel caso dell'universo roteante di Kurt Godel, che consentiva in linea di principio anche i viaggi nel tempo. Einstein, da parte sua, poteva concepire solo un universo statico, al punto da introdurre nella sua equazione un artificioso "fattore lambda", postulando una sorta di forza repulsiva che avrebbe dovuto bilanciare la tendenza dell'universo ad implodere. Insomma, cercare una soluzione era diventato quasi un cimento per le menti più brillanti dell'epoca, racconta Barrow, al punto che un fisico sperimentale come Joseph Thomson, che per primo misurò la carica dell'elettrone, osservò causticamente che il "matematico puro può creare unevrsi solo scrivendo un'equazione e anzi, se è un individualista, può avere un universo tutto suo".
    Sembra un gioco, ma non poteva essre altrimenti nei primi decenni del Novecento, quando le conoscenze dei fenomeni a grande scala erano limitatissime. Ma presto le cose cambiarono con le osservazioni di Edwin Hubble sul redshift delle galassie, che risultava proporzionale alla loro distanza: era la prima "pistola fumante" del fatto che l'universo è in espansione e che tutta la massa, in un istante del passato, era concentrata in un volume microscopico. Ma come concepire questo inconcepibile inizio, in cui tutto emerse dal nula? Dopo un iniziale sconcerto, vennero in soccorso i fisici delle particelle a spiegare come procede a ritroso verso gli istanti iniziali e come riprodurre artificialmente quelle condizioni grazie ad accelleratori sempre più potenti, lungo un cammino che arriva fino a oggi con i risultati del Large Hardon Collider del CERN di Ginevra.

    Edited by Polemos - 22/8/2012, 02:48
     
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  2. Fa}
     
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    ma sai che ne ho sentito tanto tanto parlare, e ne ho anche letto ma non sono mai riuscito a trovarlo, dovrei comprarlo ma non ho mai avuto l'imput giusto, fosse la volta buona...
     
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1 replies since 21/8/2012, 11:52   60 views
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