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Titolo: Il suggeritore
Autore: Donato Carrisi
Anno: 2009
Editore: Longanesi
Pagine: 468
www.ibs.it/code/9788830426443/carri...uggeritore.html
Descrizione:
Premio Bancarella 2009. Questo libro non è solo un thriller scritto da un autore italiano agli esordi, che si confronta con un genere finora appannaggio dei grandi autori americani, reinventando le regole del gioco. È una storia che esplora la zona grigia fra il bene e il male fino a cogliere l'ultimo segreto, il minimo sussurro. Qualcosa di sconvolgente è successo, qualcosa che richiede tutta l'abilità degli agenti della Squadra Speciale guidata dal criminologo Goran Gavila. Il loro è un nemico che sa assumere molte sembianze, che li mette costantemente alla prova in un'indagine in cui ogni male svelato porta con sé un messaggio. Ma, soprattutto, li costringe ad affacciarsi nel buio che ciascuno si porta dentro. È un gioco di incubi abilmente celati, una continua sfida. Sarà con l'arrivo di Mila Vasquez, un'investigatrice specializzata nella caccia alle persone scomparse, che gli inganni sembreranno cadere uno dopo l'altro, grazie anche al legame speciale che comincia a formarsi fra lei e il dottor Gavila. Ma un disegno oscuro è in atto, e ogni volta che la Squadra sembra riuscire a dare un nome al male, ne scopre un altro ancora più profondo...
Questo libro a mio parere è un interessante studio sociologico.. O meglio, è una "volgarizzazione" (nel senso di "rendere fruibile al volgo") di studi di criminologia, che sembra voler "demitizzare" la figura del serial killer, ma allo stesso tempo crea un deus ex machina che tesse le vite di ogni singolo personaggio del libro. In questo modo non solo fallisce nell'ipotetica demitizzazione (che magari leggo soltanto io come intento), ma rende tutto il libro una macchinazione fin troppo meticolosa, quasi capziosa... per questo distante e lontana e per certi versi incomprensibile. E, ovviamente, assolutamente inverosimile. Ben venga la sospensione d'incredulità, ma a mio parere un thriller ben congegnato alla fine deve lasciare un senso di angoscia, dovrebbe lasciare in sospeso il lettore con l'idea che è improbabile ma potrebbe essere possibile (anzi, in alcuni casi lo è). Qui invece si sfora la totale paranoia e diventa quasi fantascienza... Insomma, un manipolatore onnisciente non è quanto di più reale si può immaginare, eh.
Al contrario, ho trovato davvero ben costruite le singole "scene", i molteplici riferimenti a casi reali e, come accennavo prima, le lunghe analisi e riflessioni sugli omicidi seriali. Peccato che alla fine l'aver voluto mettere un po' troppa carne al fuoco abbia, a mio gusto, un po' falsificato il tutto.
Mi auto-cito, copiando quanto scritto su Libridine a lettura appena ultimata:CITAZIONEA me il libro tutto sommato è piaciuto. L'ho trovato ben costruito e ben congegnato, a volte è un po' troppo forzato però, mi ha dato l'idea di un quadrato trasformato in cerchio a martellate
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Fa}.
User deleted
vero vero anche se io non trovo molto interessante nemmeno il contorno che tu cmq salvi.
e poi è odioso il fatto che riporti i discorsi pari pari a distanza di poche pagine.. -
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Prima lettura di Carrisi di cui ero molto incuriosita.
Troppo. Troppo di tutto. Pieno e ridondante forse nel tentatvio di rendere serrato il ritmo ha aggiunto venatemente troppi elementi, facendo la lettura quasi stucchevole.
Non ci si annoia, questo è certo, ma già il fatto di non collocarlo temporalmente o spazialmente a una città o paese reale, lo rende finto e troppo vicino e pallida ombra dei thriller all'americana che ormai fanno parte del nostro vedere "in giallo".
Proverò a dare a Carrisi un'altra occasione, visto che ho Il tribunale delle anime nella libreria...
3/5. -
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72% e mi aspettavo molto di più. Manco un personaggio con un nome italiano, cani che fanno notare prove decisive, suore con poteri da medium... Forzo il ritmo ma non ci siamo... . -
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Parziale delusione, concordo con i pareri che mi hanno preceduto: troppo di tutto. Spero che con il tempo sia diventato meno prolisso e con meno carne al fuoco: i colpi di scena ripetuti bisogna anche saperli fare... .