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Lascio che le cose mi portino altrove
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Titolo: L'isola del giorno prima Autore: Umberto Eco Anno: 1994 Editore: Bompiani Pagine: 473 http://www.ibs.it/code/9788845246449/eco-u...orno-prima.html Descrizione: Nell'estate del 1643 un giovane piemontese naufraga, nei mari del sud, su di una nave deserta. Di fronte a lui un'Isola che non può raggiungere. Intorno a lui un ambiente apparentemente accogliente. Solo, su un mare sconosciuto, Roberto de la Grive vede per la prima volta in vita sua cieli, acque, uccelli, piante, pesci e coralli che non sa come nominare. Scrive lettere d'amore, attraverso le quali si indovina la sua storia: una lenta e traumatica iniziazione al mondo secentesco della nuova scienza, della ragion di stato, di un cosmo in cui la terra non è più al centro dell'universo. Roberto vive la sua vicenda tutta giocata sulla memoria e sull'attesa di approdare a un'Isola che non è lontana solo nello spazio, ma anche nel tempo.
Iniziata la lettura del mio primo libro di narrativa di Eco, di cui amo la saggistica (che è molto più scorrevole!). Per ora sono estremamente intrigata e affascinata...
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Lascio che le cose mi portino altrove
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Protagonisti del libro sono Roberto, un giovane della nobiltà provinciale del XVII secolo e il narratore. Il primo si trova su una barca deserta, ancorato a poche centinaia di metri da un'isola a cui sembra impossibile accedere. Da qui si dipartono una serie di "storie": quella del suo passato durante l'assedio di Casale Monferrato e poi a Parigi; quella del suo presente sulla Daphne, bella nave olandese in perfette condizioni ma completamente abbandonata, senza equipaggio e senza scialuppe, su quello che trova al suo interno e il mare al suo esterno; quella delle speculazioni sull'isola irraggiungibile, sui paralleli, sull'infinito; quella del romanzo che ha come protagonista il suo alter ego e la sua amata. In tutto questo il narratore specula sull'esistenza di un manoscritto da cui avrebbe tratto tutte le informazioni che sta trasponendo nella novella: vero e proprio protagonista perchè interviene sovente evidenziando i suoi dubbi, il suo punto di vista, con giudizi e divagazioni. Sostiene fino alla fine l'autenticità delle fonti, romanzando pure sul loro ritrovamento.
Libro introspettivo, costruito su un'azione praticamente nulla, basato sulle speculazioni. Magnifico.
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Patagurro
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Io l'ho letto in periodo evidentemente non propizio per il genere che tratta. L'ho trovato inutilmente noioso e prolisso. Da amante di Eco, però, mi pronuncerò dopo una seconda lettura (che però ancora non so quando avrà luogo )
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2 replies since 15/8/2012, 07:39 61 views
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