Nessuno lo saprà. Viaggio a piedi dall'Argentario al Conero

~ Enrico Brizzi

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    Titolo: Nessuno lo saprà. Viaggio a piedi dall'Argentario al Conero
    Autore: Enrico Brizzi
    Anno: 2006
    Editore: Mondadori
    Pagine: 423
    http://www.ibs.it/code/9788804555872/brizz...ve-viaggio.html
    Descrizione:
    Non sarà un coast to coast da New York a Los Angeles, ma anche il più modesto "da costa a costa" dal Tirreno all'Adriatico può riservare sorprese, generare avventura, produrre mito. Basta uscire dal centro abitato - e già non è facile - e imboccare la prima strada bianca che sale in mezzo ai colli per rendersi conto che smarrirsi è un'eventualità più che concreta, che un cane randagio non è proprio una minaccia da nulla, che individuare il posto ideale per piantare la tenda può richiedere assai più tempo del previsto, che neppure trovare un agglomerato di case munito di bar è così ovvio e che niente, per la verità, è più come prima, scontato come prima. Tre settimane di marcia ed ecco un mondo imprevedibile, così dietro casa e così remoto, tutto da raccontare.


    Certo, trovarsi tra le mani (virtualmente parlando) un ebook su una intrigante traversata italica scritto da Brizzi è stata una bella mazzata per il mio snobismo intellettuale. Dai, il tardoadolescente bolognese post rock di quel romanzucolo di "Jack Frusciante"... con quella faccia da salame e quel gusto hipster... che scrive quei libri lì... insomma, un po' di ridimensionamento ogni tanto ci vuole XD
    Quindi massima stima per Brizzi e prendo a mazzate chi dice il contrario :lol: ok non esageriamo.
    Comunque tornata or ora dalla vacanza (un po' deludente) sul Conero, mi sembrava il momento migliore per dedicarmi alla lettura. Per ora ho appena iniziato la seconda parte, dopo aver lasciato i luoghi ben noti tra Orbetello e Radicofani (fa quasi impressione leggere citato il proprio paese in un libro che non sia una roba di folklore locale), siamo alla volta di Perugia. Non ho ben capito che strada prenderà il resto dell'itinerario, ma tra le belle descrizioni paesaggistiche ci sono le solite manfrine e seghe mentali tipiche delle altre cose brizziane da me lette, quindi la stima un po' cala (ma non quella per il trekker, solo quella per lo scrittore).
     
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