Uno studio in rosso (Sherlock Holmes # 1)

~ Arthur Conan Doyle

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    Titolo: uno studio in rosso
    Autore: Arthur Conan Doyle
    Anno: 1887
    Editore: Mondadori
    Pagine: 154
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    Descrizione:
    Nel 1887 Arthur Conan Doyle, uno sconosciuto medico di periferia, dava alle stampe "Uno studio in rosso", il romanzo che vedeva l'esordio di due famosissimi personaggi letterari: il dottor Watson, sotto le cui modeste spoglie si celava l'alter ego dell'autore, ed il geniale Sherlock Holmes, il detective per antonomasia.


    Recensione:


    "Uno studio in rosso" è il primo volume di Conan Doyle, l'inizio dell'avventura di Sherlock Holmes e Watson. L'incontro tra i due personaggi, che non potrebbero essere più diversi tra loro, è davvero comico. Entrambi cercano casa e una conoscenza comune porta Watson nel laboratorio usato da Holmes, dipingedo quest'ultimo come un pazzo equilibrato... Infatti Sherlock è un personaggio geniale e pieno di inventiva, ogni giorno un nuovo esperimento e una nuova avventura. In questo romanzo Holmes spiega a Watson i rudimenti dell'osservazione intuitiva, quella che gli permettere di rivelare tantissimi dettagli in un tempo limitato. Inizialmente il dottore è assai scettico ma nel corso della vicenda avrà modo di vedere il compagno in azione e ne riconoscerà i meriti.
    L'azione è suddivisa in due parti: nella prima viene scoperto il colpevole dell'omicidio e nella seconda viene spiegata la storia dell'assassino. Secondo me la scelta di non introdurre la vicenda dell'assassino è un po' destabilizzante... Una scelta migliore poteva invece essere lasciare la narrazione delle memorie al punto in cui avviene nel romanzo, al momento dell'arresto e non prima. Dà la sensazione di essersi persi qualcosa, che si sia qualche errore nell'impaginazione o simili.
    E' un romanzo sicuramente avvincente e pieno di inventiva. Il Genio di Sherlock Holmes ti stupisce a prima vista e continua a farlo ogni pagina di più... che personaggio misterioso! Il dottor Watson ad un certo punto lo interroga per capire cosa sa e cosa non sa, quali siano le discipline sui cui si appoggia per i suoi studi e che lavoro possa svolgere. Dopo aver compilato una specie di lista rimane ancor più perplesso di prima. Qui è evidente la differenza tra i due personaggi: uno enomemente intuitivo e l'altro molto terra terra, uno lascia le proprie idee nell'aria e l'altro riporta tutto scrupolosamente su carta. Son molto curiosa di vedere negli altri volumi come si evolverà quest'amicizia!!
     
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    Non avevi mai letto nulla di Sherlock?

    Auguri, allora... una serie infinita, in ordine puramente casuale e con pochissima cerenza (Doyle evidentemente non prendenva appunti).

    Però resta uno dei punti fermi della storia della narrativa e non solo gialla.
     
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    nu... diciamo che se non ci fosse stato il Club Del Libro della Riserva probabilmente non avrei iniziato ancora... =) a breve "il segno dei quattro"...
     
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    credo che prima o poi lo leggerò^^
     
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    Prima o poi dovrò rileggere tutto Doyle/Sherlock... sperando non mi faccia lo stesso effetto Christie/Miss Marple...
    La sola cosa certa e che adesso non vedrò più Sherlock con la faccia del vecchio Basil...
     
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    basil l'investigatopo della disney?!? ihih
     
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    No, Basil Rathbone, l'attore che più di tutti ha da sempre rappresentato Sherlock.
    hbalt
     
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    esatto!!! ora mi viene in mente solo la faccia del nuovo sherlock XD
     
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    Idem... stessa cosa per Watson e tutti gli altri, ovviamente.
     
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    Io ho letto i primi due romanzi di seguito, sotto consiglio di Susanna Raule (L'ombra del commissario Sensi). Sarà che mi conosce o sarà che è una verità indiscutibile, ma non credo che potrò farne più a meno, so già che continuerò a leggere quello che reperirò strada facendo e ci ritornerò pure sopra nel corso degli anni per rileggermeli e rigustarmeli! :)

    Oltre a trovarlo ottimamente scritto, è divertente ed unico in questo humor che ti prende. La trama è intrecciata benissimo e bho... ne son rimasta decisamente coinvolta, oltre che a trovarlo molto attuale!
    Non so come mai, ma molti ho trovato che prima di leggerlo avessero un'idea totalmente deviata o irreale (io compresa ovviamente) di come in reltà poi risulti questo classico inglese.
    Credo di essere nell'anno 2012, anno di rivalutazione del mood British! :D
     
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    Sherlock subisce lo stesso destino di Poirot, Miss marple e tutti gli altri investigatori "di carta" mutuati dal grande e dal piccolo schermo.
    Si ricorda la trasposizione e si perde di vista l'originale.
     
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    ahahaha anche questo è vero!
     
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    Inziata la rilettura della serie dedicata a Sherlock Holmes, dopo una trentina d'anni dal nostro primo incontro e una marea di film e serie tv in mezzo, serie e film che hanno di sicuro modificato l'immagine di Sherlock, Watson e compagnia.

    Il primo libro della serie ci presenta i due protagonisti principali e, a differenza di quello accaduto con la Christie e la sua Miss Marple, non ho provato quello straniamento da trasposizione eccessiva. I due protagonisti erano esattamente come li ricordavo e, questo sì mi ha divertito, non hanno assunto l'immagine che ho sempre collegato a Sherlock/Watson (quella dei film con Basil Rathbone e Nigel Bruce)

    ma sono stati sostituiti dalla loro ultima versione, quella creata da Moffat e Gatiss per la BBC.

    Perché, e adesso dovrò rivedere le puntate mano a mano che rileggo il libro relativo, i due inglesi hanno ricreato perfettamente la storia, non solo citando (come hanno fatto gli americani con "Elementary"), ma ricreando la storia pezzo per pezzo in epoca moderna... ma facendolo talmente bene che l'immagine moderna si sopvrappone e si amalgama con quella originale vittoriana senza alcun problema.

    Ma torniamo alla storia.
    Non ha una gran profondità per quanto concerne la descrizione dei tempi e dei luoghi. Creata per un pubblico contemporaneo alla sua pubblicazione, non aveva necessità di spiegare cosa i lettori dovevano vedere... bastava aprire una finestra. Quello che merita più dettagli, visti e registrati dalla penna di Watson, è Sherlock Holmes e tutta la sua poeculiare esistenza.
    Seguendo e capendo in diretta quel poco che anche Watston capisce dei ragionamenti del futuro collega, seguiamo l'indagine fino alla cattura del colpevole e, con una sorta di flashback romanzato, ci viene spiegato come siamo arrivati a quel punto, modificando la storia dal resoconto di una indagine poliziesca in un classico romanzo alla Louis L'Amour, selvaggio west e quindi esotico per il pubblico britannico. In questa storia nella storia le descrizioni dei luoghi e delle tradizioni (in questa aventura scomodiamo eprsino i Mormoni) sono più accurate che nel resto della racconto.
    Il repentino passaggio da un registro all'altro lascia un po' perplesso il pubblico moderno, ma fu comunque apprezzato dal pubblico dei tempi, visto il proseguo delle avventure.

    Direi che, in confronto con la débâcle subita da Miss Marple fin dal primo romanzo, Sherlock mantiene le aspettative e non rovina il ricordo.

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    Inziata la rilettura della serie dedicata a Sherlock Holmes, dopo una trentina d'anni dal nostro pirmo incontro e una marea di film e serie tv in mezzo, serie e film che hanno di sicuro modificato l'immagine di Sherlock, Watson e compagnia.

    Il primo libro della serie ci presenta i due protagonisti principali e, a differenza di quello accaduto con la Christie e la sua Miss Marple, non ho provato quello straniamento da trasposizione eccessiva. I due protagonisti erano esattamente come li ricordavo e, questo sì mi ha divertito, non hanno assunto l'immagine che ho sempre collegato a Sherlock/Watson (quella dei film con Basil Rathbone e Nigel Bruce)

    ma sono stati sostiuiti dalla loro ultima versione, quella creata da Moffat e Gatiss.

    Perché, e adesso dovrò rivedere le puntate mano a mano che rileggo il libro relativo, i due inglesi hanno ricreato perfettamente la storia, non solo citnado (come hanno fatto gli americani con "Elementary"), ma ricrando la storia pezzo per pezzo in epoca moderna... ma facendolo talemtne bene che l'immagine moderna si sopvrappone e si amalgama con quella originale vittoriana sInziata la rilettura della serie dedicata a Sherlock Holmes, dopo una trentina d'anni dal nostro primo incontro e una marea di film e serie tv in mezzo, serie e film che hanno di sicuro modificato l'immagine di Sherlock, Watson e compagnia.

    Il primo libro della serie ci presenta i due protagonisti principali e, a differenza di quello accaduto con la Christie e la sua Miss Marple, non ho provato quello straniamento da trasposizione eccessiva. I due protagonisti erano esattamente come li ricordavo e, questo sì mi ha divertito, non hanno assunto l'immagine che ho sempre collegato a Sherlock/Watson (quella dei film con Basil Rathbone e Nigel Bruce)

    ma sono stati sostituiti dalla loro ultima versione, quella creata da Moffat e Gatiss per la BBC.

    Perché, e adesso dovrò rivedere le puntate mano a mano che rileggo il libro relativo, i due inglesi hanno ricreato perfettamente la storia, non solo citando (come hanno fatto gli americani con "Elementary"), ma ricreando la storia pezzo per pezzo in epoca moderna... ma facendolo talmente bene che l'immagine moderna si sopvrappone e si amalgama con quella originale vittoriana senza alcun problema.

    Ma torniamo alla storia.
    Non ha una gran profondità per quanto concerne la descrizione dei tempi e dei luoghi. Creata per un pubblico contemporaneo alla sua pubblicazione, non aveva necessità di spiegare cosa i lettori dovevano vedere... bastava aprire una finestra. Quello che merita più dettagli, visti e registrati dalla penna di Watson, è Sherlock Holmes e tutta la sua poeculiare esistenza.
    Seguendo e capendo in diretta quel poco che anche Watston capisce dei ragionamenti del futuro collega, seguiamo l'indagine fino alla cattura del colpevole e, con una sorta di flashback romanzato, ci viene spiegato come siamo arrivati a quel punto, modificando la storia dal resoconto di una indagine poliziesca in un classico romanzo alla Louis L'Amour, selvaggio west e quindi esotico per il pubblico britannico. In questa storia nella storia le descrizioni dei luoghi e delle tradizioni (in questa aventura scomodiamo eprsino i Mormoni) sono più accurate che nel resto della racconto.
    Il repentino passaggio da un registro all'altro lascia un po' perplesso il pubblico moderno, ma fu comunque apprezzato dal pubblico dei tempi, visto il proseguo delle avventure.

    Direi che, in confronto con la débâcle subita da Miss Marple fin dal primo romanzo, Sherlock mantiene le aspettative e non rovina il ricordo.

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    Secondo libro di Doyle che leggo su Sherlock Holmes (il primo fu Il mastino dei Baskerville) e devo dire che avventurarmi nella prima 'puntata', nell'inizio di tutto, mi è piaciuto parecchio. Anche io mi sono immaginata Holmes nei panni di Robert Downey Jr e nei suoi modi e gesti ho immaginato l'attore. Ho trovato il personaggio di Holmes geniale e mi ha divertito e affascinato parecchio. La seconda parte del libro, all'inizio, mi ha un poco 'spiazzata' ma poi sono tornata sui binari logici della storia e tutto si è svelato. Le descrizioni della seconda parte del libro le ho trovate meno 'annebbiate' di quelle della prima parte.
     
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