Pensieri lenti e veloci

~ Daniel Kahneman

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    Titolo: Pensieri lenti e veloci
    Autore: Daniel Kahneman
    Anno: 2012
    Editore:Saggi Mondadori
    Pagine:584
    Descrizione:
    "Siamo stati abituati a ritenere che all'uomo, in quanto essere dotato di razionalità, sia sufficiente tenere a freno l'istinto e l'emotività per essere in grado di valutare in modo obiettivo le situazioni che deve affrontare e di scegliere, tra varie alternative, quella per sé più vantaggiosa. Gli studi sul processo decisionale condotti ormai da molti anni dal premio Nobel Daniel Kahneman hanno mostrato quanto illusoria sia questa convinzione e come, in realtà, siamo sempre esposti a condizionamenti - magari da parte del nostro stesso modo di pensare - che possono insidiare la capacità di giudicare e di agire lucidamente. Illustrando gli ultimi risultati della sua ricerca, Kahneman ci guida in un'esplorazione della mente umana e ci spiega come essa sia caratterizzata da due processi di pensiero ben distinti: uno veloce e intuitivo (sistema 1), e uno più lento ma anche più logico e riflessivo (sistema 2). Se il primo presiede all'attività cognitiva automatica e involontaria, il secondo entra in azione quando dobbiamo svolgere compiti che richiedono concentrazione e autocontrollo. Efficiente e produttiva, questa organizzazione del pensiero ci consente di sviluppare raffinate competenze e abilità e di eseguire con relativa facilità operazioni complesse. Ma può anche essere fonte di errori sistematici (bias), quando l'intuizione si lascia suggestionare dagli stereotipi e la riflessione è troppo pigra per correggerla. "


    Premetto che non l’ho letto e non so se lo leggerò (dipenderà anche dalla disponibilità economica). Volevo semplicemente segnalarvelo non fosse altro che è un libro molto divulgativo, adatto a chi vuole sapere qualcosa sugli studi di Kahneman e sulle teorie della decisione in generale. Thinking fast and slow è il primo libro che il premio nobel per l’Economia Daniel Kahneman rivolge ai non specialisti. In effetti da una trentina di anni è stata intrapresa un’analisi sistematica del modo con il quale noi esseri umani “ragioniamo” e soprattutto prendiamo decisioni, valutando le diverse situazioni e soppesandole secondo la nostra propria inclinazione e il nostro giudizio. Questa nuova disciplina, la Psicologia sperimentale della decisone, si è estesa anche allo studio dell’Economia, originando la cosiddetta Neuroeconomia. Partendo dagli studi pioneristici di Daniel Kahneman e Amos Tversky negli anni settanta è divenuto sempre più chiaro che la nostra è sempre una razionalità limitata e che per decidere ci basiamo pesantemente su giudizi intuitivi e valutazioni probabilistiche spesso gravemente scorrette. Quello che è emerso da tali studi è che anche quando siamo convinti di prendere decisioni razionali, perché usiamo con molto impegno la nostra capacità di ragionare e di valutare, incorriamo spessissimo in errori logici perché la nostra “logica” è spesso viziata all’origine. Ciò è dovuto essenzialmente al fatto che il nostro cervello è “pigro” e sceglie linee di minimo sforzo, ricorrendo alla logica stretta solo quando non ne può fare a meno o davanti alle ferme obiezioni degli altri. Si affida in sostanza ogni volta che può a giudizi intuitivi che occupano una posizione intermedia tra le operazioni automatiche della percezione e le operazioni deliberate del ragionamento. Si è giunti così a una visione della mente che distingue l’intuizione dal ragionamento e la ricerca si è concentrata sugli errori dell’intuizione, che sono stati studiati sia per il loro valore intrinseco sia per il loro valore come indicatori diagnostici dei meccanismi cognitivi. Sono state chiamate in causa le differenze tra due modelli di pensiero o due tipi di processi cognitivi che sono stati chiamati rispettivamente Sistema 1 e Sistema 2. Le operazioni del Sistema 1, o sistema euristico, più simile al sistema percettivo vero e proprio, sono rapide, automatiche, non costose in termini di sforzo, associative e difficili da controllare o modificare. Le operazioni del Sistema 2, o sistema analitico, con le caratteristiche di un processo ponderato, sono più lente, seriali, costose in termini di sforzo e deliberatamente controllate; sono anche relativamente flessibili e potenzialmente governate da regole. In estrema sintesi il Sistema 1 è veloce, parallelo, automatico, privo di sforzo e difficile da modificare, mentre il Sistema 2 è lento, seriale, controllato, faticoso e governato da regole, e al contempo flessibile. Noi tendiamo spontaneamente ad avvalerci del Sistema 1 nel maggior numero di casi possibile e lo impieghiamo comunque come prima risorsa. Ciò comporta per lo più errori e imprecisioni. In tempi recenti sembra che qualcosa sia emerso anche per quanto riguarda i correlati neurali dei due sistemi. Come c’era da aspettarsi, le funzioni del Sistema 1 correlano con diverse aree del cosidetto sistema limbico, in particolare l’amigdala,l’insula e lo striato, mentre il Sistema 2 riguarda prevalentemente la corteccia prefrontale, le cui operazioni sono probabilmente seriali, lente, consce e altamente controllabili.
     
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