La cena

~ Herman Koch

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    9788865590010g

    Titolo: La cena
    Titolo originale: Het Diner
    Autore: Herman Koch
    Anno di pubblicazione: 2009
    Anno di pubblicazione in Italia: 2011
    Editore: BEAT
    Pagine: 255
    Prezzo: 9.00 €
    ISBN: 9788865590010
    Trama
    Due coppie sono a cena in un ristorante di lusso. Chiacchierano piacevolmente, si raccontano i film che hanno visto di recente, i progetti per le vacanze. Ma non hanno il coraggio di affrontare l'argomento per il quale si sono incontrati: il futuro dei loro figli. Michael e Rick, quindici anni, hanno picchiato e ucciso una barbona mentre ritiravano i soldi da un bancomat. Le videocamere di sicurezza hanno ripreso gli eventi e le immagini sono state trasmesse in televisione. I due ragazzi non sono stati ancora identificati ma il loro arresto sembra imminente, perché qualcuno ha scaricato su Internet dei nuovi filmati, estremamente compromettenti. Paul Lohman, il padre di Michael, si sente responsabile. Si riconosce nel figlio perché hanno molto in comune, non ultima l'attrazione per la violenza. Non può lasciare che trascorra la sua vita in galera. Serge, il fratello di Paul, è il padre dell'altro ragazzo, il complice. Secondo i sondaggi Serge Lohman è destinato a diventare il nuovo Primo ministro olandese. Se l'omicidio verrà rivelato, sarà la fine della sua carriera politica. Babette, la moglie di Serge, sembra più interessata ai successi del marito che al futuro del proprio ragazzo. Claire, la moglie di Paul, vuole proteggere il figlio a ogni costo. Ma quanto sa di ciò che è realmente accaduto? Due coppie di genitori per bene durante una cena in un bel ristorante. Cosa saranno capaci di fare per difendere i loro figli?

    Potete leggere questo libro grazie all'iniziativa
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    Lettura intrigante, ironica e assolutamente "politicamente scorretto"!
    Un inizio innocuo per un finale che lascia agghiacciati e perplessi...
    Inatteso e sconcertante!
     
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    Lascio che le cose mi portino altrove

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    Questo romanzo è una provocazione fortissima, mi ha lasciato basita, è un genere completamente diverso da quello che mi aspettavo, da quello che sembra delinearsi all'inizio.
    La narrativa è eccezionale, in un'escalation insospettabile nutrita di accuse reciproche da flashback e ricordi... Questi ci danno il contesto e mostrano poco per volta che questa adorabile famigliola con i suoi problemucci e le sue liti in realtà è abominevole...
    Abbiamo il tempo di immedesimarci in Paul e Claire, di assuefarci e in qualche modo siamo quasi portati anche noi a giustificare Michel...
    Agghiacciante.
    Per un certo verso il libro riflette chiaramente sul fatto che l'imbecillità genitoriale poi si trasmetta ai figli, ma sembra poi che l'autore voglia davvero ingannare il lettore, spingendolo per prima cosa a propendere per Paul e giudicare Serge come un politicante da quattro soldi inaffidabile e infinitamente meschino...
    Prima vediamo colpevole solo Paul, ma poi Claire si mostra per quello che è, non è sua complice ma addirittura il suo atteggiamento materno sfocia nell'istigazione alla violenza più bestiale. Serge e Babette per quanto all'inizio ci siano stati prsentati come personaggi gretti, meschini, inaffidabili ed egocentrici sono invece gli unici ad avere un senso della giustizia...
    Ma poi, a livello molto più subdolo, il tranello è nel prendere Paul come "rappresentante", come olandese tipico, con la sua violenza, il suo razzismo, i suoi discorsi psicotici (e sappiamo che è malato)... Insomma, Paul e Claire a loro volta sembrano voler far nascere nel lettore dei pregiudizi nei confronti degli olandesi...
    Infine: la violenza fisica di Paul, narrata in due distinte occasioni, sembra quella di American Psycho: non si sa se c'è stata davvero, non ha conseguenze concrete (galera, dottori, ricoveri, denunce...) o perlomeno non ci viene descritta...

    E' un libro che mi ha dato molto da pensare, mi ha scosso profondamente e allo stesso tempo penso che sia stato scritto in maniera sottile e molto abile...
     
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    Il bello di questo romanzo è che inizia tranquillamente, una scena come tante, ma la piega che prendono gli eventi ti fa rimanere di sasso: ti spiazza e ti stravolge.
    E' stata un'esperienza forte e appagante leggere questo romanzo!
     
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    Quoto praticamente tutto quello detto da Yelena.

    Credo di non aver mai letto un autore olandese prima... quindi non ho medtro di paragone né per le descrizioni della società né sul modo di vivere in patria e fuori.
    La narrazione in prima persona costringe il lettore ad immedesimarsi, volente o nolente, nelle disavventure del protagonista Paul e di vedere il mondo che lo circonda attraverso il suo filtro. Filtro che ci descrive la famiglia stretta come una sorta di piccolo paradiso, dove tutti sono in un modo o nell'altro vittime della società e della malattia, e tutto il resto del mondo - fratello e cognata compresi - come i cattivi a prescindere.
    Si parte falsati fin da subito dalle descrizioni del fratello Serge. Politico, quindi falso e opportunista fin dalla partenza... solo per poi scorpire che, poco alla volta, tra una descrizione delirante e l'altra, che è il più equilibrato e morale dell'intera compagnia.
    La rivelazione finale, che sembra quasi prevedibile, visto come si mettono le cose verso la fine della cena, resta comunque una sorta di pugno nello stomaco.

    Nonostante il tema difficile e spinoso, la narrazione è comuqnue scorrevole e, per quanto malato il protagonista non fa che rendersi specchio di molti dei pregiudizi e delle intolleranze comuni in molti di noi.
     
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    L'ho apprezzato molto, trovo l'argomento indubbiamente scottante e abbastanza forte, diretto, ma con una scrittura non troppo complessa che rende il libro scorrevole.

    Interessante vedere fino a che punto i genitori siano intenzionati ad arrivare pur di mantenere la faccia, a se stessi e ai figli.
     
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    Vista oggi la pubblicità del film che ne hanno tratto!
    www.comingsoon.it/film/the-dinner/53639/scheda/
     
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    Scopro di averlo letto.
    Non ricordo assolutamente nulla...
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    detto anche l'impanicato

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    Concordo grosso modo con quanto letto sopra. Non sono altrettanto entusiasta, ma comunque è stata una lettura abbastanza interessante.

    Il mio problema più che altro è che l'inaffidabilità (palese dopo un po') del narratore/protagonista produce una specie di distacco dal senso di realtà e costringe a sorbirsi alcune scelte illogiche. Non proprio illogiche di per sé, ma illogiche rispetto a ciò che si sa del protagonista al momento, dato che il libro è strutturato con un continuo di rivelazioni che aggiungono un pezzetto di senso al comportamento di Paul (è questo il nome del narratore/protagonista). Paul all'inizio è aggressivo, alla fine si scopre che ha una malattia che lo rende tale (non ho capito quale sia) e non prende pillole da mesi. Ma all'inizio sembra solo un coglione che va in un ristorante costoso per attaccare briga col maitre circa l'aperitivo della casa... non so, ho avuto questa perplessità. Ho avuto difficoltà costante a inquadrare i personaggi, come se in ogni capitolo si cambiasse scenario. Devo dire che quest'idea di struttura è però anche la parte migliore del libro: non è che non mi sia piaciuta a priori, anzi l'ho trovata interessante, piuttosto non mi è piaciuto il modo in cui si è sviluppata. Mi ha dato un senso di disorientamento costante più che darmi un pezzettino alla volta con cui migliorare l'orientamento.
     
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8 replies since 20/12/2011, 18:16   147 views
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