Cronache del dopobomba

~ Philip K. Dick

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    Mangianabbi

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    Titolo: Cronache del dopobomba
    Autore: Philip K. Dick
    Anno: 1963
    Amazon: qui
    Pagine: 293
    Trama: Che cosa accade dopo la fine del mondo? Cosa avviene quando la Bomba, di cui tutti parlavano dal 1945, viene finalmente lanciata? Apparso nel 1963, questo libro racconta il mondo dopo il lancio dell'ordigno che ha messo in ginocchio l'umanità, cancellando dalla faccia della terra città e popolazioni. I superstiti non sono più uguali a prima, ma rappresentano l'embrione di una stirpe che rappresenta una razza ai suoi albori. L'intero pianeta viene rappresentato da una piccola comunità californiana aggrappata alle onde radio che provengono dallo spazio. Il loro profeta è un'astronauta rimasto bloccato in orbita prima della catastrofe atomica, e che dal cielo trasmette alla terra nastri musicali e pedagogici.
     
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    Che a me non piaccia Dick credo sia un fatto ormai assodato e, ogni volta che mi capita di leggere qualcosa di suo (anche se mi riprometto sempre di non farlo più), è inutile dire che parto prevenuta.
    Il peccato è che, fino ad ora, non mi sia mai ricreduta.

    Anche in questo romanzo post atomico, alla fine si resta con un senso di incompiuto. Ci vengono narrati aneddoti, saltando a volte tra passato e presente senza la chiarezza necessaria, ci vengono presentati personaggi che sono una collezione di problemi psichiatrici e psicologici, si punta il dito contro il pericolo nucleare, ma senza renderlo veramente presente. Si parla tanto, ma si spiega poco.

    Il Dr. Bloodmoney del titolo originale, il tedesco Dr. Bluthgeld padre della prima catastrofe nucleare del romanzo, compare come una sorta di deus ex machina capace di provocare l'esplosione di non ben precisati ordigni nucleari, tutte le volte (due) in cui viene messo davanti alla minaccia diretta della popolazione, vittima della psicosi del capro espiatorio e del complotto... ma che questo sia vero non è detto, ma lasciato all'interpretazione. Del resto abbiamo un personaggio telecinetico, quindi perché non uno capace di scaterane l'autunno - non è un vero inverno, non ne ha la drammaticità - nucleare solo con il pensiero?
    Tutti gli altri personaggi si muovono come in un limbo, a cavallo tra realtà e allucinazione, ma senza riuscire a colpire veramente nel segno e restano solo abbozzati.
    Anche l'astronauta costretto a vagare da solo (o con il cadavere della moglie, che non sapremo mai che fine ha fatto) in orbita perpetua attorno alla Terra è poco caratterizzato. Sappiamo che sta male (ma è un malessere solo indotto dal telecinetico), sappiamo che è la sola fonte di distrazioni dei sopravvissuti (in tutto il mondo, si presume, visto che non si parla mai di quello che può essere accaduto furoi dai confini del nord della California), sappiamo che non potrà mai tornare sulla Terra... ma la cosa non incide poi così a fondo sul lettore, che lo ascolta quasi con noia.
    Abbiamo l'orrore dell'errore genetico (il telecinetico e anche focomelico per colpa del talidomide), abbiamo l'orrore genetico per colpa delle radiazioni (il gemello mai nato ma attivissimo di una dei protagonisti, concepita il giorno della catastrofe), abbiamo accenni di quello che la tecnologia malata può fare... ma nessuno di questi acquista il potere di stupire il lettore.
    Almeno non questo lettore che, dopo solo pochi giorni dalla fine della lettura, inizia già a scordarsi quello che ha letto.

    Lo ridico... basta con Dick. Ma so che non mi ascolterò...

    3/5 (6/10)
     
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    Finito di leggere anche io, giusto stasera.
    Deve essermi successo qualcosa, penso per colpa di Ubik, ma sento un distacco e un allontanamento piuttosto netto nei confronti di Dick, anche se credo che questo sia comunque uno dei libri migliori che abbia letto. Se non altro... ha senso!
    A me personalmente è piaciuto, ho trovato i personaggi dotati di personalità, anche l'astronauta di cui ho già dimenticato il nome. La presenza di poteri psichici è forte ma non ha il ruolo predominante che porta all'assurdo totale di molti altri romanzi, anche se certe cose poi rimangono e si ritrovano... ad esempio il ruolo dei morti, spina dorsale di Ubik (del '69) e appena accennato nel racconto su Perky Pat (del 63) qui è marginale ma comunque ben definito, insomma, si nota un'idea già concepita dell'oltretomba, anche se non sviluppata (questo è proprio nel mezzo tra i due).
    In ogni caso mi è parso un buon libro, laconico e rassegnato, e neanche troppo paranoico.
     
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  4. MagentaLips
     
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    Terminata la lettura ho notato che Hoppy Harrington mi ricordava un altro personaggio non dickiano, poi m'è balenato in mente
    secondo me ha molti punti in comune con il Mulo della Fondazione

    Comunque per me è uno dei migliori di Dick, anche se fin troppo lineare per i miei gusti :P
     
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    Hoppy è il classico telepate disadattato, con una situazione aggravata dai problemi fisici.
     
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4 replies since 18/10/2011, 22:02   82 views
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