Dal fondo

~ Petrol

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    Lascio che le cose mi portino altrove

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    Dal fondo – Petrol

    Petrol_dal_fondo
    Potrei provare iniziando a parlare dei Fluxus, di Franz Goria, ascoltati negli anni adolescenziali insieme ad altre band del cosiddetto underground italiano, che non ho mai conosciuto a fondo né desiderato approfondire nel corso degli anni, e che ho lentamente abbandonato.
    Potrei provare a parlare dei Marlene Kuntz, che seguo da anni con grande passione, di come li ho seguiti negli ultimi 7 anni nelle loro evoluzioni, di come ho vissuto la notizia dell'uscita di Dan Solo e i successivi cambi di rotta.
    Potrei ma sarebbe fuorviante.
    Infatti in questo gruppo ci sono, è vero, Franz Goria e Dan Solo, ma non è per le loro esperienze passate che sono arrivata a questo disco, e ritengo non siano i motivi per andare a cercarlo.
    Non per gossip mondano sui trascorsi musicali, ma per semplice curiosità.
    Ci potete trovare i Fluxus, ci potete trovare i Marlene Kuntz, se volete. Ma il parallelo non è immediato, e non è nemmeno necessario.

    Li ho trovati per caso, e sebbene la voce mi fosse familiare, non avrei saputo riconoscerla. Figuriamoci se potevo accorgermi che il basso era quello che tanto amo di Dan. Mi sono lasciata incuriosire, e ho ascoltato tutto l'album su last.fm, canzone dopo canzone, sempre più rapita.
    Scivola la musica, ti entra dentro inaspettata.
    È una sorpresa, piacevole, malinconica.
    Sebbene non sia un album estremamente articolato, né rivoluzionario nella sua originalità, è un ascolto piacevole, con pezzi veramente belli, con testi curati, mai banali.
    Cera è il pezzo che apre l'album, una ballata lenta, rumoreggiata, bisbigliata, dal ritmo lento: “sono le ore scandite da scosse e da brividi al cuore, sono le voci dal vento rapite, le stelle che non sai contare, sono i rumori del mare che cambia e non cambia e per sempre si muove, come il continuo aspettare, che resti o non resti, che possa cambiare”.
    In ogni silenzio il basso intreccia una nenia vagamente vintage, pienamente anni 90, con bei cambi di intensità (un'alternanza di silenzio ipnotico ed esplosione di batterie) forse il pezzo che paga più il tributo ai Marlene.
    L'ultima notizia è la stessa di sempre e Tradiscimi, dal ritmo più sostenuto, forse sono i due pezzi meno interessanti
    Nel Buio è un pezzo decisamente rock, con una lunga introduzione strumentale e ampie digressioni. “Perché ogni cosa che amiamo ci uccide?”
    Devo andare via domani è sicuramente la canzone più bella e coinvolgente del disco. Nonostante a un approccio superficiale possa apparire vagamente Marleniana, è la canzone con più personalità del disco, con un andamento cadenzato e struggente....
    Corro inutile è un altro pezzo affascinante, malinconico, con richiami alla Mk....
    Buon disco, da ascoltare.


     
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0 replies since 8/9/2011, 21:18   37 views
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