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Titolo: Giovanna e l'angelo (Romanzo ucronico: la storia di Giovanna d'Arco sognata da un angelo ateo)
Autore: Carlo Menzinger di Preussenthal
Editore: Liberodiscrivere
Prima Edizione: 2007
Scheda Amazon.it
Trama:
La storia di Giovanna d’Arco
sognata da un angelo ateo
La vita di Giovanna d’Arco riflessa negli occhi di un angelo solitario,
che invano ricerca la voce di Dio.
Una coppia legata da una
REMOTISSIMA VICINANZA.
Perennemente assieme ma sempre lontani
Ognuno nel suo mondo.
Mondi sognati
In cui tutto è possibile e nulla è certo
Meno che mai la propria identità,
o il proprio sesso.
La vita di Jeanne d’Arc
oltre il rogo,
oltre le fiamme.§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Pur avendo viaggiato molto in terra francese e avendo ripercorso più volte i passi di Giovanna (volontariamente o meno), la Pulzella non è tra i personaggi storici che preferisco... anche se le foto alle varie statue di Jo sparse per il paese sono ormai una tradizione.
Nella prima parte del racconto, ho ritrovato una storia ufficiale abbastanza fedele, con poche soprese rispetto a quanto già conoscevo. Citazioni di luoghi, fatti e personaggi che indicano una buona ricerca sul tema narrato, resa per me inefficace dalle note ricche di indirizzi web e non di titoli di testi (o anche siti web volendo) che rendessero la ricerca meno wikipediana di quanto non sia stata sicuramente in realtà.
La figura del fantomatico angelo perde la sua forza mistica nel momento in cui il cambiamento di Giovanna, e del mondo che la circonda, parte dall'esatto istante in cui le fiamme del rogo iniziano il loro lavoro distruttivo.
Probabilmente l'aver letto troppo e l'essere troppo concreta, mi rende spesso troppo smaliziata, ma mi è stato evidente che la trasformazione fosse frutto dell'ultimo istante in cui la mente di Jo cerca di sottrarsi al dolore (prima) e alla morte (dopo) e che, concatenamento inevitabile, il fantomatico angelo non potesse essere altro che una parte della sua stessa mente, subendo una mutazione a sua volta, opposta a quella della Pulzella.
Non riuscendo a farmi coinvolgere dal lato mistico della vicenda, mi è rimasta solo la visione psichiatrica della Jo adolescente che sente le voci e vede le luci, una ragazzina con più personalità (nel senso che ne coltiva più di una) che l'hanno guidata e resa lo stendardo vivente di una Francia in cerca di identità.
La parte fantastica (non riesco a definirla ucronica, visto che non si tratta di una visione della realtà - presente o futura - modificata in base ad un evento andato diversamente, ma di un vero esercizio di fantasia che non modifica ma sostituisce le carte in tavola) non mi ha sorpresa più di tanto, lasciandomi solo curiosa di vedere come saremmo giunti alla conclusione e ritornati al rogo originale.
Ho trovato pesanti e inutili le citazioni mistiche/ermetiche/magiche infilate nel racconto, quasi a voler dimostrare la propria conoscenza a riguardo, ma senza renderle omogenee al resto e ho colto un tocco di voyeurismo nel narrare le prodezze del povero Gilles de Rais, protagonista della vicenda quasi quanto Jo e l'angelo, unico legame della ragazza con la realtà mortale nel momento della fuga verso una insanità mentale liberatoria.
Bella, anche se non originale (mi ha ricordato tanto le scene di 2001 Odissea nello spazio con David Bowman che incontra i vari se stesso mentre il tempo scorre inesorabilmente), l'idea finale del limbo con le varie identità di Jo che si incontrano e si raccontano la storia della loro vita. Non ho ben capito la necessità di piazzare Gilles nel gruppo, assieme a Jo e al suo alter ego principale, sempre che non rappresentasse la parte della ragazza legata al suo lato oscuro.
Troppi paragoni con un'altra Giovanna (quella di Evangelisti e del suo Eymerich) l'hanno sicuramente penalizzata ma, nel complesso, pur non avendo colto (più che apprezzato) il lato mistico intimistico della vicenda, la storia è scorsa comunque rapida e interessante... almeno quel tanto che basta per incuriosirmi e spingermi a leggere qualcosa d'altro dell'autore.
*** / *****. -
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sono incuriosita.
La figura di Giovanna la si conosce in ogni salsa cinematografica: a quella bellissima di Dreyer a quella ultima di Luc Besson... è una figura che mi ha sempre affascinato, con la sua follia religiosa (santa o pazza?) e la sua ingenuità (pedina politica?). Se lo trovo, proverò a leggerlo....