La madre

~ Grazia Deledda

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  1. lisa1
     
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    Titolo: La madre
    Autore: Grazia Deledda
    Prima Edizione romanzo : 1920
    Casa Editrice: Mondadori
    Collana: Oscar scrittori del novecento
    Prima Edizione Oscar: 1967
    Pagine: 193
    Nota: introduzione, antologia critica e bibliografia a cura di Vittorio Spinazzola



    Trama:



    Paulo, giovane sacerdote di Aar, paese sperduto della Sardegna montana, s’innamora di Agnese, salvandosi dalla tentazione grazie al sacrificio della Madre.




    Commento:




    Due righe per una trama spiccia, riservata e decisa….molte più parole mi sarebbero necessarie per raccontare il mondo non nascosto in un libro che più che romanzo definirei lunga novella.
    Se volessi , per mia mano ma con stile deleddiano, rinominare questo romanzo, il titolo sarebbe:
    “Anima al vento”: anima perché tutto ruota attorno alla coscienza incapace di rimanere silente e cheta.;tutto è timore e paura sotto ogni aspetto e da ogni prospettiva, La scrittrice spesso ci fà “ascoltare” i dialoghi di ognuno con sé stesso permettendoci così di partecipare al punto di vista del diretto interessato che di volta in volta cambia.
    Non c’è pace per un’anima chiusa in sé stessa…la staticità falsa di una mancanza d’azione non nasconde l’apatia e la turbolenza delle persone inquiete, laddove non c’è azione concreta ci sono passi in giro per la stanza, cassetti aperti e richiusi solo per non star con le meni in mano…e fuga…fuga dalla madre, fuga dal paese…fuga da tutto nell’errata speranza di fuggire da sé stessi e dalla moralità!
    Due le figure principali.: Paulo, il nuovo prete arrivato a riportare la parola di Dio in un paese quasi scomunicato e che è riuscito a far riaffiorare la fede..Paulo , che i suoi paesani considerano ora, uomo in odore di santità…Paulo, mito ed icona spirituale del piccolo e saggio Antioco…Paulo innamorato che sfida il Diavolo..
    Maria Maddalena, la madre….che sorregge colla sua schiena il muro della Chiesa affinché continui a star ritta senza franare…ho adorato questa donna che la Deledda, con il suo stile realistico, ci descrive con un corpo bassotto e forte da popolana, “che pare ritagliato a colpi di scure dal tronco d’un rovere”; nel libro è significativa la metafora con il simbolo di forza per eccellenza, la montagna, che pure teme gli smottamenti …o la quercia, che pure teme lo sradicamento!
    Un figlio che si vergogna di baciare le mani da serva della madre, ed una madre che cammina dietro il figlio per garantirgli la sua presenza retta: è così che iniziamo la lettura di questa storia, ma non è così che la terminiamo perché i ruoli possono ribaltarsi.
    Tutto si svolge nell’arco temporale di un paio di giorni, ma il ripercorrere della propria vita, sia del figlio che della madre, ci rende pesante (non per il diletto della lettura) la riflessione personale; ci ritroviamo innanzi ad una serva Della chiesa ( letteralmente ) che, tipico dell’epoca, per garantire al figlio una posizione sociale migliore lo indirizza a divenire Servo di Dio …..ma poi dinanzi a certi fatti le certezze crollano e la sua stessa fede s’incrina, e sarà l’ingenuità e la fede di un bambino ad aiutarla nel cammino.
    Figura secondaria, ma non per rilevanza, Agnese..che incarna la tentazione, il desiderio, la lotta, la rinuncia …a cosa? All’Amore o alla Chiesa? Di lei sentiamo parlare, impariamo a temerla, da lei fuggiamo…ma solo verso la fine realmente la incontriamo …e diveniamo partecipi di un tormentato e angosciante incontro fatto di tenerezza e rabbia insieme….che non può non avere conseguenze!
    Chiudiamo il libro con amarezza e tristezza….ma il perché non è scontato e non posso di certo rivelarlo!
    Da parte mia, comunque, protagonista assoluta Maria Maddalena, la Madre con la M maiuscola!!!!!

    Libro intenso e consigliato, 10/10
     
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