Razionalità e valori - introduzione alle teorie dell'azione sociale

~ Carlo Martelletti

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    Titolo: Razionalità e valori - introduzione alle teorie dell'azione sociale
    Autore:Marletti Carlo
    2006, Laterza
    IBS
    CITAZIONE
    Descrizione
    Razionalità e valori sono i due grandi modelli di spiegazione volontaristica del comportamento individuale e dei suoi effetti collettivi. Questo volume presenta le teorie dell'azione in un'agile introduzione che ripercorre le grandi tappe della formazione della scienza sociale e fa emergere i problemi in discussione. Carlo A. Merletti insegna Sociologia generale presso la Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Torino.
    La recensione de L'Indice

    Articolato in due principali sezioni, rispettivamente dedicate all'esposizione sintetica della teoria della scelta razionale e della teoria normativa dell'agire sociale, il testo è rivolto a quei giovani studiosi che intendono affrontare i temi fondamentali della ricerca sociologica. Con una ricostruzione storica complessa, che tiene conto sia dei classici sia delle ipotesi più innovative e recenti, l'obiettivo del volume è essenzialmente quello di approfondire il nesso problematico tra razionalità e valori, mettendo a confronto i due maggiori filoni interpretativi via via affermatisi nel campo delle scienze sociali. Dopo aver svolto alcune considerazioni preliminari sul rapporto tra individuo e società, tra libertà e costrizione, tra cooperazione e conflitto e aver quindi ricostruito il panorama tematico delle teorie volontaristiche dell'agire sociale così come di quelle non volontaristiche (tra cui il neo-behaviorismo e la sociobiologia), l'autore ripercorre in due grandi quadri storici la genesi della teoria della scelta razionale e quella della teoria normativa dell'azione: nel primo caso, partendo da Hobbes e dal modello della razionalità istituzionale per giungere all'individualismo metodologico di Hayek e alla discussione sul problema del free riding; nel secondo caso, partendo dalla riflessione di Saint-Simon e di Comte sui fattori normativi che rafforzano o indeboliscono l'ordine sociale per arrivare a quella di autorevoli studiosi come, solo per citarne alcuni, Malinowski, Merton, Goffmann e Giddens. Quello di Marletti si presenta in conclusione come un generoso tentativo di sintesi che, come peraltro dimostrano le ultime pagine, anziché limitarsi a ricostruire in maniera semplicistica la storia delle principali teorie sociologiche, offre altresì uno stimolante e originale percorso tematico fra teorie e discipline fra loro non sempre così facilmente accostabili.
    Federico Trocini

    [...] All'idea degli antichi che la socialità umana sia un modo di vivere che per la nostra specie è naturale, si è contrapposta l'idea moderna secondo cui la società è una costruzione artificiale, qualcosa che non troviamo in natura ma è il risultato dell'agire volontario degli uomini in quanto esseri dotati di ragione, questo concetto è stato espresso da T. Hobbes, al quale va riconosciuto il merito di aver compreso che l'azione sociale ha un carattere volontaristico, in quanto si fonda su una scelta. Bisogna dunque presumere che l'individuo possa compiere una scelta tra cooperare o non cooperare che è dovuta alla sua volontà; e si deve capire quali siano i fattori sociali che lo spingono a scegliere in un modo piuttosto che in un altro.
    Sintetizzando questi fattori si possono ridurre a tre: la costrizione da parte del potere, la convenienza in base all'interesse individuale e l'esistenza di valori o codici normativi condivisi. La teoria dell'azione sociale si occupa appunto di come questi fattori, da soli o combinati tra loro intervengano a orientare i comportamenti individuali. [...]

    [...] La convenienza individuale, studiata dalla teoria della scelta razionale, e i valori socialmente condivisi, che sono oggetto della teoria normativa dell'azione. [...]

    [...] L'impiego della forza può servire a risolvere situazioni di emergenza, ma quando se ne abusa indebolisce la coesione sociale, generando disordini e alla lunga spingendo una società al collasso.

    Un economia basata prevalentemente sulla costrizione e sul lavoro forzata ristagna a bassi livelli di sviluppo e non può evolvere, perché la massa di lavoratori non ha le speranze di migliorare la propria condizione e perciò non si crea un adeguata motivazione soggettiva ad apprendere e svolgere mansioni qualificate e specializzate di ogni forma di produzione avanzata. In generale l'uso della forza rappresenta un mezzo a cui si ricorre in casi gravi, come i comportamenti criminali, oppure come una forma limite di disincentivo, che può essere fatta rientrare nel calcolo delle conseguenze di un azione e dei vantaggi e svantaggi che essa comporta all'individuo. [...]

    Razionalità e valori - introduzione alle teorie dell'azione sociale
    Carlo A. Marletti
    edizioni laterza

    (il capitolo da cui provengono questi estratti è: 1. Scienza sociale e teoria volontaristica dell'azione paragrafo 1.1 individuo e società: considerazioni preliminari)

    Edited by [[ÿ - 19/1/2011, 14:00
     
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