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Fa}.
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Titolo: Cuore di tenebra
Autore: Joseph Conrad
IBS: http://www.ibs.it/code/9788878992825/conra...di-tenebra.html
Descrizione
"Cuore di Tenebra" è apparentemente il racconto di un viaggio. Il marinaio Marlow, appassionato di carte geografiche e avido di peregrinazioni e scoperte, a bordo di un battello a vapore risale il corso di un fiume che serpeggia in un luogo selvaggio e in via di colonizzazione. Deve raggiungere e recuperare un uomo, Kurtz, che si trova laggiù ormai da tempo a fare incetta di avorio per conto di una compagnia commerciale europea. Il viaggio all'interno di un'immensa wilderness geografica e naturale tuttavia si trasforma presto in un viaggio mitico e simbolico dell'anima, una peregrinazione nell'inconscio, oscura sede della tenebra del cuore dell'uomo. Cosa scoprirà il giovane marinaio una volta giunto a destinazione? Viaggio inquieto e appassionante, il percorso che conduce Marlow a Kurtz e alla rivelazione di una dolorosa realtà interiore è carico di una seducente forza che ha ancora molto da dire all'uomo contemporaneo.
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N. Zyme.
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Questo libro mi sta dando da pensare. La narrazione è peculiare, probabilmente lo è ancora di più in inglese poiché non era la lingua madre dell'autore e pare aver utilizzato un linguaggio esotico e particolare. Ad ogni modo, si comincia con una lentezza afosa e quasi esasperante, con l'attenzione che va e viene, quasi fosse distolta da un nugolo di insetti che continua a ronzare intorno, perfettamente in linea con l'atmosfera della risalita lungo il fiume; una volta riparato il natante che condurrà il narratore alla meta ultima, il ritmo si fa più veloce, incalzante, nel contempo però si susseguono immagini confuse, come una specie di sogno, col suo culmine nell'incontro con Kurtz, onirico, come dei flash. Kurtz, una voce, che parla senza ordine, quello che dice poi non è che si capisca così bene, al di fuori dell'orrore, l'orrore. Ma cos'è questo orrore?
Credo che questa grande critica all'occidente imperialista e colonialista tutto sommato sia marginale nel romanzo. A un lettore odierno questa critica non suona poi così potente. Certo diverso è lo spirito del tempo, forse a noi suonano ben poca cosa alcune frasi e riflessioni (La conquista della terra, che più che altro significa toglierla a chi ha un diverso colore di pelle e il naso un po' più schiacciato del nostro, non è una bella cosa a guardarla, a guardarla bene). Eppure non riesce a sfuggirmi il fatto che l'esotico sia così bestiale, disumanizzato. Una disumanizzazione a cui Marlow forse vorrebbe tendere? Che su di lui (e su quella specie di suo doppio che è Kurtz) esercita un fascino travolgente? È curioso come Conrad voglia far apparire vane le sovrastrutture occidentali che lui descrive come ben poco "umane", ma rappresenti in modo quasi disumanizzato il mondo dei selvaggi. Questa disumanizzazione non sembra avere accezione particolarmente negativa, ma in qualche modo scopre il più possibile la cupidigia dell'uomo bianco, che inevitabilmente, grazie alla supremazia tecnologica, viene divinizzato e rende palese a se stesso tutta la sua tenebra.
Nonostante la critica all'occidente rapace, non riesco a non percepire il cuore d'Africa come una sorta di catalizzatore del processo.
Comunque il romanzo è breve ma complesso, il viaggio una scusa per l'introspezione, per sondare e descrivere l'animo umano, ogni animo umano.. -
.La narrazione è peculiare, probabilmente lo è ancora di più in inglese poiché non era la lingua madre dell'autore e pare aver utilizzato un linguaggio esotico e particolare.
Se ti interessa la mia copia ha il testo originale a fronte.... -
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L'ho "riletto" (ho ascoltato l'audiolibro) da poco. Mi è piaciuto come la prima volta. È davvero un libro evocativo e lo stile di Conrad riesce a trasmettere perfettamente tutte le atmosfere e soprattutto il magnetismo del personaggio di Kurtz. Nonostante la pesantezza dei contenuti e alcuni passaggi descrittivi un po' prolissi, la lettura è piacevole e sembra che ogni dettaglio sia al posto giusto. Adesso mi è venuta voglia di rivedermi Apocalypse Now, .
