Emmaus

~ Alessandro Baricco

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    "Abbiamo tutti sedici, diciassette anni, ma senza saperlo veramente, è l'unica età che possiamo immaginare: a stento sappiamo il passato".

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    Titolo:Emmaus
    Autore:Alessandro Baricco
    IBS
    ***
    CITAZIONE
    "Siamo molto normali, non è previsto un altro piano che essere normali, è un'inclinazione che abbiamo ereditato nel sangue. Per generazioni le nostre famiglie hanno lavorato a limare la vita fino a toglierle ogni evidenza – qualsiasi asperità che potesse segnalarci all'occhio umano".
    Si presenta così il protagonista e voce narrante del libro di Alessandro Baricco: un romanzo fulmineo, che condensa in 140 pagine di eleganza narrativa, la storia paradigmatica di quattro ragazzi d'oggi; diciottenni aggrappati a una normalità soffocante e sconfortante, che si affacciano all'età adulta divisi tra incrollabili certezze e indecisioni paralizzanti, slanci coraggiosi e paure recondite.
    Sono Luca, Bobby, il Santo e l'anonimo narratore: ricordano i "quattro amici al bar" della nota canzone di Gino Paoli ma declinati in versione "religiosa". Al "bar" preferiscono la parrocchia e il volontariato, all'"anarchia e alla libertà" contrappongono un mondo dai "confini fisici molto immediati, e confini mentali fissi come una liturgia". Nel corredo della loro normalità la fede è un lato irrinunciabile ("siamo cattolici – credenti e cattolici"), ma proprio in questo terreno di ordine, tranquillo e apparente, germoglia il seme di una qualche follia, sconosciuta a tutti, persino a loro stessi. Una follia che rischia di farli sconfinare in un mondo diverso, parallelo al loro ma completamente alieno: è la dimensione popolata da "quegli altri", quelli per cui la "chimica della vita non produce formule esatte ma spettacolari arabeschi". Non sono morali, né prudenti, non hanno vergogna, sono naturalmente ricchi e, cosa che li rende davvero diversi, dispongono di destini tragici. Andre appartiene a questa dimensione. Il suo vero nome è Andrea ma è una ragazza: bellissima, senza ostentazione, disinibita, è di tutti e di nessuno, irraggiungibile, segnata irrimediabilmente dalla vita. Come un ciclone si insinuerà tra i componenti del gruppo, dapprima nelle loro menti, poi nei loro cuori e nei loro corpi. In lei si perderanno in più d'uno o tutti e quattro, scoprendo così il vero significato del dolore, del sesso, persino della morte. Tutto quello che è davanti ai loro occhi, ma tuttavia non è visto e capito, potrebbe finalmente rivelarsi nella sua pienezza e verità. Come nell'episodio dei discepoli di Emmaus, il brano del Vangelo preferito dai protagonisti, in cui la natura del Messia si rivela quando lui è ormai svanito.
    Parabola di vita, romanzo di formazione, Emmaus segue il percorso di quattro giovani uomini alla scoperta del mondo e di loro stessi, delle loro potenzialità positive e negative, dei labili confini tra perdizione e salvezza. Sullo sfondo gli adulti, i genitori, rimangono figure evanescenti. Solo a tratti escono dal loro torpore per cercare un contatto con i figli, con imbarazzo e quasi con timore. "Non leggono la burrasca in arrivo così li lasciano andare al largo".
    Baricco invece ci spalanca le porte delle loro giovani menti e mette a nudo le loro anime acerbe. Le racconta attraverso le loro stesse parole e ci trascina così vicini ai loro cuori che ci sembra di sentirli battere nelle pagine.

    Di Baricco sono stata appassionata fino a qualche anno fa, quando dopo aver letto senza sangue decisi che per me aveva detto tutto quello che c'era da dire.
    Emmaus me l'hanno regalato, e dopo un po' ho deciso di provare a leggerlo. Lui ha una scrittura fluida ma ostile che diventa pallosa quando ci si fa l'abitudine. Purtroppo, ho notato che è una cosa retroattiva.
    Nonostante i suoi ghirigori lessicali, questo libro non mi ha lasciato del tutto insoddisfatta (contrariamente a quanto Absolute mi aveva preannunciato). La storia è relativamente insensata, come tutte le storie di Baricco, nonostante questo non mi ha coinvolto fino a fondo.
    Che dire: ormai il nostro amore è finito.
     
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  2. Fa}
     
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    mi sa che hai sbagliato sezione !
     
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    Lascio che le cose mi portino altrove

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    ho trovato queste due righe di commento che scrissi su libreriauniversitaria:

    «Quasi giapponese, quasi un haiku. Lontano dallo stereotipo narrativo in cui tutto sembra dover avvenire per una serie di conseguenze logiche, Baricco cerca di entrare nei problemi da un punto di vista più intimo e in qualche modo sdoganarli. La religiosità morbosa genera paranoie, paure e conseguenze lontane da ogni parvenza di normalità.»
     
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    Mi ero perso il commento. Boh, secondo me è un libro che stona nella sua bibliografia. Lo stile è il suo e, probabilmente, stona con le tematiche affrontate qui. Lui è più votato al surreale e/o a virtuosismi di immaginazione in ogni direzione. Questo, invece, vuole essere un libro "serio" sui problemi e la vita interiore di normali ragazzi che si trovano ad affrontare il mondo essendo passati attraverso determinati insegnamenti e moralismi religiosi. Non so, io l'ho trovato un tentativo da parte di Baricco di cambiare "genere", e non l'ho apprezzato. Magari è solo una cosa mia personale. Comunque non mi trovo molto d'accordo con questo commento che hai citato, lo trovo invece proprio un tentativo di avvicinarsi allo stereotipo, però con l'intenzione di non essere scontato. Magari non è scontato e banale, ma il risultato non mi ha convinto lo stesso.
     
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3 replies since 15/11/2010, 11:27   58 views
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