Cristina Contilli

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  1. juliette1804
     
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    Faccio un esempio...

    PROLOGO

    Dalla rivoluzione del 1830 un vento di libertà spirava su Parigi e la repressione della rivolta del 1832 non era bastata a spegnere il fuoco che covava in salotti e riviste e che si esprimeva anche nella lotta delle donne per una maggiore autonomia e consapevolezza di loro stesse.
    Juliette era magra e abbastanza alta, con i capelli castani scuri e gli occhi dello stesso colore. Il suo limite, ma anche la sua fortuna era che aveva un seno piccolo e così, quando lo stile impero era passato di moda e tutti i suoi abiti fluttuanti, leggeri, colorati e con la vita alta erano andati a riempire un intero baule, lei aveva potuto evitare di indossare il corsetto e aveva continuato a sentirsi più libera nei movimenti e a non aver bisogno di una cameriera per spogliarsi la sera e vestirsi al mattino. Con gli anni la vita degli abiti si era progressivamente abbassata e le gonne avevano iniziato ad essere sempre più ampie e sempre più formate da strati sovrapposti e da impalcature nascoste, ma Juliette, abituata ad entrare ed uscire in modo veloce dagli abiti, seguendo la provocazione lanciata da George Sand, aveva cominciato ad indossare camicia e pantaloni e aveva assaporato la libertà che avevano gli uomini nel camminare… solo quando andava in Inghilterra dai parenti del marito si rimetteva degli abiti femminili, anche se si rifiutava di cedere al corsetto, ma, pur avendo un vitino stretto e due seni piccoli, doveva quasi trattenere il respiro per entrare nei corpetti di certi abiti.
    Suo marito Alain era alto e robusto, da giovane aveva avuto in testa una massa di riccioli neri che adesso erano diventati bianchi, ma rimaneva un uomo dal carattere impetuoso e la promozione a vice-ammiraglio che aveva avuto tre anni prima, anche se era un giusto riconoscimento per cinquant’anni di carriera in marina, non lo aveva comunque fatto diventare un pacato ex ufficiale in congedo. Anche se aveva lasciato il servizio, Alain continuava, infatti, a collaborare con il ministero della marina come consulente esterno, esperto in traffici illegali e tre anni prima aveva addirittura contribuito alla cattura di una nave negriera.
    Nick Lindsay era un giovane pittore inglese, giunto da poco a Parigi. Il suo primo impatto con la pittura francese e le sue tendenze l’aveva avuto nelle stanze del Salon del 1834 e lì aveva conosciuto Valerie, o meglio si era trovato ad ascoltare una conversazione, piuttosto vivace, tra Valerie e suo marito, il pittore Charles Quesnet.
    Anche se aveva quarantasette anni, Valerie era ancora una donna affascinante e così Nick ne era rimasto colpito e si era chiesto come mai il marito avesse scelto un’altra donna per il suo quadro, intitolato “Liberté”. Valerie, aveva, infatti, dei capelli neri lunghi e lucenti e un viso dai tratti regolari, ma possedeva anche un seno abbondante e un corpo morbido, ma non troppo formoso. Grazie alle discussioni accese che si erano scatenate al Salon, relative a quel quadro, Nick e Valerie si erano conosciuti e, dopo la sua separazione da Charles, Valerie era diventata la modella e musa di Nick.
    Dopo sei mesi di passione, Nick, però, aveva deciso di rientrare in Inghilterra per aprire un proprio studio come pittore e senza preoccuparsi troppo non solo della reazione di Valerie, ma anche delle conseguenze della propria scelta, aveva lasciato Parigi.
    Dopo la partenza di Nick, Valerie aveva iniziato, però, ad avere dei momenti di scoraggiamento, in cui temeva che avrebbe fatto la fine di sua madre: una famosa cortigiana parigina, morta ancora giovane, dopo essere stata abbandonata dal suo ultimo amante.
    Avrebbe voluto confidarsi con Juliette che conosceva da quando lei aveva sedici anni e Juliette ne aveva appena dodici, ma Charles, il suo ex marito, era il fratello maggiore di Juliette e Valerie era convinta che tra lei e il fratello Juliette si sarebbe schierata dalla parte di Charles e non dalla sua.
    D’altra parte tornare dal suo ex marito le sembrava troppo umiliante, anche se lei e Charles erano stati sposati per quasi vent’anni e probabilmente il legame tra loro non si era ancora spezzato del tutto.

    Qui i vestiti sono importanti perché raccontano la storia di Juliette, però, poi, non è che nel resto del romanzo ogni volta che lei appare, descrivo come è vestita...

    Con questo... è una mia scelta stilistica, può piacere o no...
     
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14 replies since 1/10/2010, 09:33   540 views
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