Ma gli androidi sognano le pecore elettriche?

~ Philip K. Dick

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  1. MagentaLips
     
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    L'ho riletto da poco, per quanto adori Dick sinceramente non ho capito bene cosa volesse dire. Alla prima lettura è bastato poco perché mi venissero molto in antipatia gli androidi, e con questo pregiudizio sono andata avanti per tutto il libro, tifando loro contro e prendendo per scemo Deckard che mostrava per loro una certa empatia, così come Isidore.
    Nella rilettura sono partita con l'idea di non farmi condizionare e cercare di immedesimarmi in uno degli androidi ma è impossibile. Nonostante abbia raffinato un po' la mia sensibilità nei loro confronti, sono delineati in maniera anche contraddittoria, con un'ansia di provare ciò che provano gli umani
    (fuggono, si ribellano, si nascondono insieme, costruiscono società per la loro salvaguardia
    ma al contempo indicibilmente freddi ed egoisti e anche stupidi. Mi sono sorpresa invece a simpatizzare molto per il povero Isidore, forse il personaggio che mi è piaciuto di più. Il tormento interiore di Deckard è intrigante ma comunque non mi convince. Mi chiedo come faccia invece a non odiare a morte quei cosi. Nonostante tutta la mia buona volontà io non riesco non detestarli, in un modo o nell'altro.
    Poi effettivamente è molto cupo, non me lo ricordavo così tremendamente pessimista e rassegnato, molto più di Eldritch e Ubik che comunque rimangono sempre "aperti" a mille ribaltamenti di prospettive. Mi è piaciuto l'aspetto mistico delineato dal Mercerianesimo
    e anche il fatto che sia una patacca, ma nonostante questo il suo culto non cesserà mai, che è forse l'unico elemento di speranza che c'è nel libro... anche se il fulcro del Mercerianesimo è che speranza non ce ne è :D

    Quello che mi salta all'occhio avendo riletto di fila Ubik, le Stimmate e gli Androidi, è una cosa che avevo già notato nei primi due e qui ritorna, ovvero che gli elementi "malvagi" non lo sono praticamente mai per vera e propria cattiveria. Il compiere azioni che la morale umana normalmente condannerebbe perché ci riscopriamo esseri empatici, è qualcosa di cui i surrogati non si rendono quasi conto, lo fanno candidamente e sembra quasi per loro natura. È come se fosse proprio una specie diversa da quella degli esseri umani, un po' come un leone che azzanna un poppante e se lo mangia semplicemente perché ha fame e non per cattiveria. Questo elemento c'era pure negli altri due libri.

    Blade Runner mi è piaciuto molto, ma è parecchio distante dall'opera scritta, lì è anche più chiaro dove voglia andare a parare, nel libro no. Al contempo però è più "mainstream" (diciamo), insomma doveva essere più godibile del libro per esigenze di mercato e questo dal paragone risulta palese.
     
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8 replies since 28/9/2010, 13:11   253 views
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