Le parole che non scrivo

~ Giordano Criscuolo

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    Titolo: Le parole che non scrivo
    Autore: Giordano Criscuolo
    Anno: 2008
    CITAZIONE
    Trama
    “Le parole che non scrivo” racconta la storia di Manuel, un ragazzo come tanti nel quale è facile identificarsi. La sua passione per la musica, l’amore idealizzato per una ragazza a tratti irraggiungibile, le sue esperienze di studio e di vita, i suoi sogni, le illusioni e le disillusioni. Ma racconta anche un’intera generazione, quella degli anni novanta, fornendo uno specchio in cui riflettersi e riconoscersi a chi quegli anni li ha vissuti direttamente, regalando un quadro vivido e realistico a chi in quegli anni non c’era.
    Un libro appassionante, coinvolgente, ben scritto e interessante anche da un punto di vista sociologico.
    A pag. 80 l’autore dice: “ …via gli anni novanta una briciola di storia rimane e forse non è vero che eran vuoti”
    Penso che questa frase racchiuda un po’ l’intero senso di questo libro: è una “briciola” di storia in cui emergono le contraddizioni, le debolezze, i lati oscuri di quella che in molti hanno definito generazione “x”, ma emergono anche lo spirito di sana ribellione, la sensibilità, la creatività i valori e le speranze che l’ hanno caratterizzata.

    www.giordanocriscuolo.it/


    su questo forum sanno quanto rompo le palle. sanno quanto sono pignola, puntigliosa, quanto cerco qualunque cosa a cui attaccarmi per criticare, quasi a farlo apposta.
    ecco, ora ho un libro che prova chiaramente che non lo faccio apposta!

    partiamo dalla scorza.
    grafica, carta, splendida la consistenza, l'odore. la copertina fa troppo teenager anni 90, ho pensato. quindi azzeccata. ma non mi piace comunque.
    grammatica, tempi verbali, grafemi: è tutto curato alla perfezione. non ho trovato refusi, virgolette sbagliate, lettere accentate male, errori o orrori di alcun genere. complimenti a te o al tuo correttore di bozze.

    andiamo lentamente al succo.
    iniziando a leggere ho pensato che l'età del protagonista e i suoi ascolti musicali fossero incongruenti. insomma, sono cose che si ascoltano a 15 anni. io le ascoltavo a 15 anni. mi sono divertita da morire, inizialmente, a cercare tutte le citazioni. marlene, niccolò fabi, afterhours. nirvana, nirvana, nirvana. poi mi sono lasciata prendere dalla trama.
    ma voglio andare con ordine!!
    allora, dicevo. inizialmente manuel mi è sembrato un bambinone. un eterno adolescente. mi ha ricordato me e i miei discorsi sull'essenza del rock, le serate alcooliche con i miei amici che suonavano creep in una baracca in mezzo alla campagna, e noi sdraiati sull'erba o sulle macchine a guardare le stelle e cantare. l'atmosfera è quella dei miei quindicisedicidiciassettediciottoanni. venti, al massimo.
    questa è l'unica cosa che mi stonava. forse l'ho sentito talmente mio, come racconto, che mi è pesato non vederci un'evoluzione. però, per dire: negli anni è naturale che gli ascolti si evolvano, in qualche modo. prendi una cosa, l'approfondisci, vai avanti, indietro, annusi questo, quell'altro, i generi si mescolano, gli interessi si allargano si passa a mille cose diverse.... non so, non ho mai conosciuto una persona che per 10 anni avesse ascoltato sempre e solo le stesse cose!
    SPOILER (click to view)
    io adesso sono una di quelle che i litfiba apapaia, lulù e marlene, eroi nel vento massimo :D

    a parte questa cosa che non ho ben digerito (e il grande ottimismo musicale degli anni zero in cui non hai citato mike patton o maynard james keenan image )
    bè, insomma, questo è l'unico "difetto" che ci ho trovato: l'eterna adolescenza, appunto. i poeti maledetti, il grunge, la band che fa una serata di cover. i tuoi personaggi sembrano essersi fermati lì.il tempo che è trascorso dalla fine del liceo, non è in realtà trascorso. credono ancora alla distinzione tra pop e rock, tra discotecari, truzzi e metallari...
    per il resto ho amato la dolorosa dolcezza della "rivelazione". ho amato la descrizione degli stati d'animo, un misto d'amarezza e miele, soddisfazione e angoscia. ho amato annalisa, ilo suo ruolo di musa d'annunziana, l'amore inesprimibile di manuel, l'ineluttabile crudeltà del tempo che passa, delle persone che si allontanano per sempre e non raggiungeranno più quella vicinanza magica che sembrava legarle nel passato.
    in qualche modo mi ricorda il tema delle "heard melodies" di Keats (heard melodies are sweet, but those unheard , are sweeter), insomma, tutti quei ricordi perfetti nella nostra memoria, quei desideri che ci danno motivo d'essere noi stessi...

    mi è piaciuta la costruzione stessa del narrare, l'alternarsi di narratori, le lettere, i ricordi che si sovrappongono al presente: una scoperta graduale dell'importanza della ragazza, come tutto ruota intorno a lei, di come all'esterno trapeli questa cosa in maniera velata.....

    bah, mi faccio schifo ad essere così positiva ed entusiasta per un libro, lo so che non mi riconoscete!

    3 stellette su 5, perché è un buon libro.


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0 replies since 25/2/2010, 18:02   57 views
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