Il peso della farfalla - Erri De Luca

~ Libro del mese di febbraio 2010

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    Libro del mese di febbraio 2010




    Titolo: Il peso della farfalla
    Autore: Erri De Luca
    Prezzo: 7,50 €
    Dati: 2009, 70 p., brossura
    IBS

    Edited by Yelena‚ - 10/12/2011, 17:24
     
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    E allora eccomi qui, a provare a scrivere qualcosa su questo libro.... Bellissimo.
    Bè, io gli darei quattro stellette su cinque. Quattro solo perché è breve, così breve che si legge in un fiato, scandito sul ritmo di un respiro.
    La scrittura di Erri mi affascina, mi intriga, mi rapisce. Non posso farci nulla, lo immagino a narrare queste sue storie con i suoi occhi azzurri e tristi, e il suo leggero accento napoletano, caldo e ipnotico.
    Come avrete intuito io ho un debole per questo autore, scoperto meno di un anno fa, del quale mi sono letta già una decina di libri (e ancora ne vorrei leggere!)... quindi mi è impossibile anche far finta di voler essere oggettiva.

    La storia sembra semplice, pochi fatti intessuti di pensieri e riflessioni, sguardi lunghi sulla montagna, sugli animali... Un personaggio lieve, solitario, quasi rassegnato alla bellezza del mondo e attento al peso delle azioni - cadenzato sul respiro della natura e del vento, senza la presunzione neo-hippy di tanti che predicano un ritorno alle origini, senza conoscere minimamente quello di cui parlano e pretendendo di imporre le proprie giuste convinzioni anche a chi non le sente proprie.
    Non c'è predica, non c'è proselitismo, solo un'accettazione serena di se stessi e della propria natura.

    [Io sono contraria alla caccia, eppure il modo di vederla del protagonista senza nome dà l'idea dell'equilibrio che dovrebbe esserci, il rispetto, come ho già detto, della vita è alla base del rapporto tra l'uomo e i monti, senza avidità --bellissimo per l'appunto il passaggio della morte dello stambecco....]

    Boh! Fine. =p





    "Si prendono lezioni dalle bestie. Non servono a riparare niente, solo a smettere. Non era pentito, non poteva risarcire il torno, poteva rinunciare. I debiti si pagano alla fine, una volta per tutte."
     
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    Letto anche io la settimana scorsa, in due giorni perché l'ho dovuto interrompere a metà (cosa che forse me lo ha un po' rovinato).

    Non conoscevo minimamente questo autore, nè la trama del libro, quindi sono andato totalmente a scatola chiusa (e ho pure speso sette euro e mezzo...). Concordo con Yelena che stile e tematiche sono molto particolari, ammetto che l'ho trovato valido, però per i miei gusti non lo considero così eccezionale.
    Un'altra cosa è che valutare un autore da un libro di settanta pagine (ma io li definirei due racconti brevi più che altro), non mi è facile. Dovrei leggere qualcos'altro per farmene un'idea, ma onestamente questo libro non mi ha incuriosito abbastanza da leggere altre sue opere in un immediato futuro.

    Tornando al libro, sì, è vero, ha uno stile particolare, gradevole, anche se ogni tanto forse un po' troppo sofisticato, ma si adatta benissimo con la sua narrazione. Le vicende sono raccontate con calma e compostezza, presentate da un punto di vista "esterno" ma pregne di approfondimenti "interiori" (per dire, sia il cacciatore che il camoscio vengono descritti dall'esterno, ma caratterizzati quasi come due personaggi che parlano in prima persona). Una cosa che mi ha lasciato indeciso se considerarlo un autore valido o un po' pretenzioso sono proprio le frasi di commento che dissemina ovunque, come ad esempio quella citata da Elena qui sopra alla fine. Ma credo che leggendo altro tenderò ad apprezzarlo, tutto sommato.
    Per me è da tre stelle su cinque, perché è breve, perché non conosco ancora l'autore e perché comunque mi è piaciuto abbastanza.
     
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  5. Fa}
     
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    alla fine ho letto anche io questo libro. non conosco molto l'autore, ho letto qualxosa ma non mi ha toccato molto..... difficilmente comprensibile.
    questo libro non mi ha lasciato tantissimo, è scritto in maniera scorrevole e gradevole, ma quando l'ho concluso la mia faccia era questa -->

    ps: ma uno come fa a chiamarsi GIANGIACOMO????
     
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  6. Fa}
     
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    questo sito è una chicca
    http://gruppodilettura.wordpress.com/2009/...a-erri-de-luca/
    CITAZIONE
    Un breve bellissimo poetico racconto: l’incontro tra un vecchio camoscio e un vecchio bracconiere.

    Il bracconiere aveva ucciso la mamma del camoscio, che era cresciuto con l’odore dell’uomo cacciatore nelle narici; diventato adulto aveva sfidato il maschio dominante ed era diventato il re del branco.

    Il bracconiere è un uomo solitario, forte, esperto alpinista e spietato cacciatore. Si era ritirato in montagna dopo una gioventù passata nella città fra i rivoluzionari, fino allo sbando (autobiografico?).

    Vive al margine del bosco, solitario, in una capanna; scende in paese una volta al mese, per caricare lo zaino di patate, cipolle, riso, lenticchie.

    Il bracconiere aveva ucciso più di trecento camosci, ma cercava lui, il re dei camosci.

    Una giornalista, in paese, lo vuole per una intervista; il bracconiere è dubbioso, è disabituato a stare davanti a una donna. Ci penserò, aveva detto. Decide, l’avrebbe incontrata, ma prima sarebbe salito a puntare il camoscio.

    Da una intervista di Erri De Luca “Entrambi sono vecchi, in fine di carriera, si portano appresso una stanchezza assaporata, sanno che non ce ne è ancora, che non ne vogliono ancora.”

    Sentono la fine vicina, forse la cercano, una fine dignitosa.

    Il bracconiere sale la montagna, si apposta con il fucile, lucido e pronto.

    “Andò a posarsi lì una farfalla bianca. La scacciò con una live mossa, per toglierla senza toccarla.”

    Ma il re dei camosci è sopra di lui, aveva sentito il suo odore, è fermo impettito, una farfalla bianca sul corno sinistro.

    Si lancia verso il cacciatore, ma lo grazia, lo sfiora appena, gli fa solo volare via il cappello con gli zoccoli posteriori.

    Di più non dico, per non togliere comunque il piacere di un finale che si intuisce; il perchè del titolo, il peso della farfalla.

    Dicevo che il racconto è molto bello: la descrizione della montagna e degli animali che la vivono, il personaggio del bracconiere, nella sua solitudine e coerenza ai suoi valori morali e la scrittura, fatta di frasi brevi, rigorose, precise.

     
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5 replies since 1/2/2010, 10:56   1357 views
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