Vlad Dracula

~ Michael Augustyn

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    Confusione linguistica

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    Continuo a non capire in che sezione vadano i romanzi storici ma fa niente.

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    Parliamoci chiaro, dal mio punto di vista qualsiasi romanzo su Dracula che eviti le leggende da XX secolo (e che quindi eviti di produrre una pessima storpiatura del romanzo di Stoker) guadagna già un punto. Cosa che non aiuta comunque questo libro.
    L'autore è Michael Augustyn, un professore di un'università americana di cui al momento mi sfugge il nome, e questo è il suo primo romanzo. E, intendiamoci, non è eccessivamente scarso, come primo tentativo.
    Valacchia del XV secolo, dopo aver conquistato Constantinopoli, l'enorme macchina militare che è l'Impero Ottomano si rivolge ora verso i Balcani, verso l'Albania, dove il capitano ribelle Skanderberg ha dato il via ad azioni di guerriglia, e verso l'Ungheria, il cui re Janos Hunyady tiene ancora in scacco le forze turche. E verso le terre romene, dove un giovane valacco, figlio di un principe ucciso dalla sua stessa gente, tenta di opporsi all'invasore.
    Non aggiungo altro alla trama perchè bene o male la conosciamo tutti. Passiamo agli aspetti che mi sono piaciuti e non.
    Sorvolo sullo stile dell'autore, a tratti troppo prolisso e forzato, ma essendo il primo romanzo è facile capirlo.
    Pro:
    -Buona rappresentazione storica dei luoghi e delle battaglie. Considerando che le fonti di e su questo periodo sono molte e spesso discordi tra loro (quando non inventano di sana pianta per elogio o diffamazione), va dato ad Augustyn il merito per essere riuscito a districarsi egregiamente al loro interno.
    -L'ambientazione. Può sembrare banale, ma i Balcani, e in generale tutto l'Est Europa tra il XV e il XVII secolo, mi hanno sempre attirato molto.
    -Come già detto, il fatto di aver scelto il romanzo storico piuttosto che una qualche aberrazione pseudo-horror sui vampiri. Anche se non completamente, purtroppo.

    Contro:
    -Il primo punto è più che altro un'accozzaglia di cose riguardo la narrazione (non lo stile, attenzione!). Tra le tante, il fatto di lanciarsi in descrizioni ridondanti e spesso superflue su determinate armi, truppe o modi di fare la guerra, come se l'autore volesse mostrare di sapere tutte quelle cose. Es.: quando Stefano parla dei polacchi dicendo che "non considerano il nostro regno, un principato, parlano del loro con arroganza, la chiamano la Confederazione". Inserisce questa specie di nota per incuriosire il lettore quando la nota è falsa di per sè: la Confederazione Polacco - Lituana nacque solo nel XVI secolo, fino ad allora l'Unione era solo un patto d'alleanza e i polacchi continuavano a considerarsi un semplice regno. Ma sto divagando (come sempre in questi casi), quindi torniamo alla narrazione.
    -Non è proprio una narrazione onnisciente, è dato ampio spazio ai pensieri dei personaggi seppure in una maniera piuttosto distorta e irreale, ma certe uscite da "uomo del ventunesimo secolo poteva risparmiarsele". Mi riferisco a quando Dracula vede i lanciatori di fuoco greco e nella narrazione si inserisce un "antenati dei moderni napalm e lanciafiamme". Questo ed altri riferimenti al futuro, non è anacronismo ma poco ci manca.
    -Una piccola considerazione che a molti può sembrare inutile ma che, come pieno sostenitore del realismo più schietto, mi vedo costretto a fare: siamo nel 1465. 1400. L'artiglieria del '400 erano delle semplici e piuttosto rozze bombarde appoggiate su piani di legno e che dovevano essere montate sul momento. Erano piuttosto scarse, quanto a potenza, contro le mura, totalmente imprecise contro le truppe, avevano tempi di ricarica estremamente lunghi e procedimenti di ricarica che erano quasi dei rituali tanto erano precisi e delicati, e saltavano in aria con una frequente quanto fastidiosa regolarità. Augustyn parla di batterie di cannoni, grande disponibilità di mezzi e fuoco serrato anche tra le fila romene (per quel che ne so, i Balcani, eccezion fatta per le colonie veneziane, non videro una vera artiglieria prima della fine del '400). Per farla breve, una visione dell'artiglieria troppo ingenua e moderna.

    Dulcis in fundo (o meglio, in cauda venenum), l'epilogo. Lo metto in spoiler caso mai qualcuno volesse leggere, o stesse leggendo, il libro.

    SPOILER (click to view)
    L'epilogo è intitolato "La Leggenda" e, se fosse stato sviluppato bene, non sarebbe stato affatto male. Il problema è proprio questo. Se avessi dovuto scriverlo io, avrei lasciato tutto molto nel vago, con segnali, rumori e voci, esclusivamente dal punto di vista ottomano. Augustyn invece inizia l'epilogo con una brusca resurrezione di Dracula dal sepolcro con tanto di nebbia e odori letali, proseguendo poi con una specie di "racconto di vendetta" in cui il principe salva un suo generale dalle prigioni turche, assassina numerosi ufficiali e soldati ottomani e si vendica di chiunque l'abbia tradito durante le sue campagne. Mi ricorda molto quando fantasticavo da piccolo su scene di libri o film che non mi erano piaciuti. Per intenderci, avete presente ne La Minaccia Fantasma quando Qui-Gon Jinn muore? La prima volta che l'avevo visto c'ero rimasto così male che per un po' avevo immaginato scene in cui Qui-Gon si salvava, o sconfiggeva Darth Maul o che so io. Ecco, per come la vedo io, l'epilogo ha un po' questo carattere. Da ridere poi la scena in cui Dracula compare sotto forma di lupo davanti ai suoi vecchi generali, che nel frattempo si sono ben abituati alle sue trasformazioni, muta in una nebbia e ricompare come vampiro, affermando di aver terminato il suo compito poichè "le faccende mortali non lo riguardano più".
    L'unica scena che si salva è l'ultima, in cui il boiardo Gales, che aveva tradito Dracula e poi era fuggito, si ritrova a camminare per Tirgoviste con cupi timori in testa e decide alla fine di non rubare la coppa d'oro di Tepes davanti alla fontana.



    Mi stupisco sempre di quanto sia capace di dilungarmi una volta che comincio a scrivere. Vabbè, vediamo di chiudere. Ho trovato questo libro a 9 € (poi pagati 4 perchè era scontato), un prezzo più che accettabile per il suo contenuto, per cui se voleste leggerlo ugualmente non ci perdereste molto.

    Voto: 4 1/2
     
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0 replies since 7/1/2010, 19:51   88 views
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