Ubik

~ Philip K. Dick

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  1. Akilah
     
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    Ubik
    Philip K. Dick
    1968
    www.ibs.it/code/9788834709306/dick-...ip-k-/ubik.html
    ubik
    ****

    CITAZIONE
    Trama (IBS) Come fa Glen Runciter, titolare di un'agenzia di anti-telepatia, a comunicare con sua moglie Ella per avere consigli dall'aldilà, da un mondo informe e allucinante di semi-vita o non-morte? E perché mai dopo ogni collegamento con Runciter la semi-vita di Ella si va affievolendo sempre più? Che cosa afferra Joe Chip dal suo mondo del 1992 e lo scaglia nell'America degli anni Trenta? E come è possibile che Joe riceva dei misteriosi e cupi messaggi sui muri e sugli specchi dei bagni dal suo capo quando questi è stato ucciso da una bomba esplosa sulla Luna? Come mai anche Pat, con tutti i suoi terribili poteri, è intrappolata insieme a Joe Chip in un assurdo incubo?

    Commento (ripreso da aNobii)

    Ubik è confusione totale, insicurezza, allucinazioni, un mondo assurdo e futuro nel nostro passato.
    Ambientato nel 1992 e scritto nel 1968 Dick immaginava un mondo pieno di psi, precog, postcrediti, inerziali...e il bello è che te li "spara" nella storia senza spiegarti cosa sono e come sono venuti fuori. E' destabilizzante perchè difficilmente si trova uno scrittore che non ti spiega l'origine di tipologie di personaggi o oggetti quando differiscono dall'abituale mondo in cui abitiamo.
    Dick scrive di un mondo nuovo, con tanto di cellulare, fuori dagli schemi, dove esistono colonie sugli altri pianeti, dove gli elettrodomestici "pretendono" un pagamento per lasciarti uscire o entrare, per il giornale, per il caffè, il tostapane...per qualsiasi cosa insomma, dove i morti non sono completamente morti, non da subito almeno, ma vivono una fase più o meno lunga di semi-vita e continuano a far parte del mondo dei vivi, interagendo seppur cerebralmente con questi.
    E poi c'è Ubik...c'è Ubik che dona gusto nuovo all'insalata, che è la birra numero uno al mondo, che possiede il fresco aroma del caffè appena tostato, che preso secondo le istruzioni porta sollievo a testa e stomaco.
    Ovviamente evitando l'uso prolungato e seguendo le opportune istruzioni Ubik è innocuo.
    E, ancora adesso, mica ho capito che cappero è Ubik. Il tutto, il niente. La vita, la morte. Il bene, il male.
    E poi, proseguendo, ecco i personaggi. Tutti insieme in un caos continuo di nuovi arrivi e nessuna partenza, di presenze che non prendono forma ma che esistono e sono basilari per la storia perchè è da loro azioni appena passate che prende il via il tutto. Ci sono Runciter e Joe e gli inerziali che lavorano con loro, che sono i buoni; ci sono Hollis e Malpole con i loro psi, che sono i cattivi; e, infine, ci sono Ella e Jory i semi-morti.
    E poi la storia: c'è un complotto e bisogna fermare i cattivi che vogliono colpire la colonia lunare. Qualcosa va storto, i buoni cadono in una trappola e il capo muore. Sembra lineare come storia, facile per quanto possibile da seguire. Però basta voltare pagina che ecco che Joe e gli inerziali si ritrovano con denaro falso dove risplende il faccione di Runciter, con una regressione temporale che li trasporta negli anni Trenta, con Runciter morto e al contempo vivo che manda dei messaggi:
    "Io sono vivo, voi siete morti"
    La realtà si distorce e confonde anche noi, destabilizza le nostre certezze e ci fa condividere la confusione di Joe. Quale è la realtà? Quale la finzione? Chi è morto? Chi è vivo?
    Da leggere!!


    Edited by taksya - 28/8/2020, 15:42
     
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    Ecco, io ho un'adorazione smodata per PKD, e questo ancora non l'ho letto.
    Mi ricordo che da piccola girava per casa questo libro, chissà se era di mio padre (non ce lo vedo XD), chissà se riesco a trovarlo....
    Grazie mille per il contributo, è una bella spinta!
     
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  3. Fa}
     
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    Titolo Ubik
    Autore Dick Philip K.
    Dati 2010, 223 p., rilegato
    Curatore Pagetti C.
    Traduttore Prezzavento P.
    Editore Fanucci
    Descrizione
    Glen Runciter comunica con la moglie defunta per avere i suoi consigli dall'aldilà. Joe Chip scompare dal mondo del 1992 e si ritrova nell'America degli anni Trenta. Una trappola mortale ha annientato i migliori precognitivi del sistema solare. E in corso una lotta per scrutare il futuro, in un'impossibile dissoluzione del presente; mondi e tempi diversi fluiscono contemporaneamente, la vita si scambia con la morte. In "Ubik" Philip K. Dick affronta alcuni dei suoi temi più profondi: l'illusione che chiamiamo realtà, la mancanza di un tessuto connettivo e di un principio unificatore al di sotto dell'apparenza delle cose, il mistero di un Dio che tiene i dadi della vita e della morte. Scritto nel 1966 e pubblicato nel 1969, "Ubik" è una delle opere più sconcertanti e riuscite di Philip K. Dick. Per il suo dirompente surrealismo, per l'ironia e la passione con cui analizza la società umana, "Ubik" è un classico di quella letteratura che si spinge a esplorare i paradossi dell'esistenza con le armi della visione e della fantasia, di uno sguardo anarchico, insaziabile e curioso.

    www.ibs.it/code/9788834716052/dick-philip-k-zzz99/ubik.html


    come forse qualcuno saprà dick è uno dei miei scrittori preferiti. ubik l'avevo letto tanto tempo fa, e riprenderlo in mano con l'occasione del gdl è stato davvero immensamente piacevole. la trama è come al solito un pugno nello stomaco, fantascienza mescolata a filosofia, poltica, pessimismo totale, si riallaccia al mondo visionario tipico di questo autore, con una cupezza quasi delirante ed a suo modo ironico.
    *___*

    Edited by Yelena‚ - 23/5/2011, 16:22
     
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    Lascio che le cose mi portino altrove

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    Ubik, per certi versi, è stato deludente.
    Non so se è il momento "no", ma c'è stato qualcosa che mi ha impedito di godermelo a pieno. Forse troppe letture Dickiane questo periodo....
    Non so. Leggevo pensando "tanto non ci sarà una coerenza, non ci sarà una vera spiegazione logica, sarà un delirio sconnesso e privo di senso". Insomma, mentre mi scervellavo sui perché e percome sapevo anche che non aveva senso perché non c'erano perché e percome, erano solo allucinazioni inspiegabili e che non avrebbero avuto una vera soluzione logica. E in effetti il mondo allucinatorio a scatole cinesi si è rivelato tale.
    Non tutti i libri di PKD sono così, ma alcuni lo sono in particolar modo. Sarà che ho letto il racconto da cui questo libro ha preso ispirazione poche settimane fa (è l'ultimo della raccolta I giorni di Perky Pat e altre storie, se v'interessa, non ricordo il titolo esatto), e sicuramente questo ha influito profondamente sulla mia visione del romanzo, ma non l'ho trovato particolarmente originale, né particolarmente ben scritto.

    Forse ai fan non sarà sfuggita, ma c'è pure una battuta (sulla porta a gettoni). Dell'ironia?! è la prima volta che mi capita mi sa!!!

    Senza contare, infine, che l'edizione di Fanucci che ho io ha alcuni errori di traduzione (a cura di Paolo Prezzavento) (l'abbiamo scelta a causa[per merito] della sua eccellente attività p. 67 è la più stupida ma ce ne sono altre troppo lunghe da riportare che diventano evidenti dal contesto risalendo alla forma originale, tipo "how is it going?" che diventa "come sta andando?" mentre dovrebbe essere qualcosa come "come sta funzionando, cosa sta succedendo?" ecc) , alcuni errori ortografici (è un psi, p. 31) e soprattutto le note sono sballate (praticamente sono nella pagina successiva).
     
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  6. Fa}
     
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    CITAZIONE (Yelena‚ @ 16/6/2011, 11:23) 
    Ubik, per certi versi, è stato deludente.

    eresiaaaaa
     
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  7. MagentaLips
     
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    È uno dei miei libri preferiti di sempre, l'ho letto circa tre o quattro volte (per me è insolito rileggere i libri, lo ammetto). Ma insomma che cos'è questo Ubik? Boh!!! È vero che è destabilizzante e confusionario, ma è un disordine così ben costruito! Per me è difficile commentare organicamente questo libro, quello che provo è un amore praticamente viscerale :P è assurdo! E poi mi ricorda certe borsette o giacchetti, quelli double-face, che li giri e diventano un'altra versione di se stessi.
     
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  8. MagentaLips
     
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    L'ho riletto da poco e devo dire che ogni volta che lo rileggo mi risboccia un amore veramente viscerale, mi ripeto. Non ricordavo nemmeno quale fosse la forza "maligna" artefice del destino dei personaggi. E' vero, nei libri di Dick c'è un pessimismo quasi cosmico, tuttavia, nonostante i personaggi spesso siano dipendenti, trascinati dagli eventi, vittime di un destino anche da loro stessi costruito (alcuni dei personaggi principali tipicamente "falliti", specialmente nei loro rapporti con denaro e donne), io percepisco nell'angoscia dell'esistenza e della relatività che permea Dick una strenua lotta.
    Mi ha fatto bene rileggere Ubik accostato alle Tre Stimmate di Palmer Eldritch, che quasi vorrei rileggere immediatamente, perché i parallelismi sono notevoli. In Ubik la lotta è continua fra i semivivi (o presunti tali?) che combattono contro la "forza maligna"
    rappresentata qui da Yori o come si chiamava, ma, a detta di Ella Runciter, altri Yori sono ubiqui (appunto), presenti in ogni moratorium
    , forse eternamente; nelle Stimmate la lotta è contro Palmer e di Palmer e non potrà mai esaurirsi.
     
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  9. asimov83
     
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    l'ho letto diverso tempo fa... prima o poi dovrò rileggerlo :)
    Magenta mi spieghi meglio il parallelo con Le tre stimmate?
     
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  10. MagentaLips
     
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    Tanto si rilegge in due giorni netti :D
    il parallelo con le Stimmate lo metto in spoiler sennò rivelo dettagli troppo importanti.

    Innanzitutto i continui -e tipicamente dickiani- rovesciamenti di prospettiva, la dicotomia realtà-illusione che però è sempre molto incerta, perché non si riesce mai a capire bene quale è la realtà e quale è l'illusione e anzi, entrambe le due dimensioni sembrano essere egualmente reali. In Ubik il rovesciamento si ha sia nel corso della storia (in cui loro si rendono conto di essere i morti, sembra) sia, ben più drammaticamente, nel finale, dove qualsiasi tassello che ha costituito la storia, che sembra ormai essere perfettamente in ordine, perde il suo posizionamento ed ogni minima certezza viene messa totalmente in discussione. Nelle Stimmate è ben chiaro ad un certo punto che l'illusione provocata dal Chew-Z non è tale: è invece colui che ha assunto la droga a subire un'esperienza extracorporea e a catapultarsi in una realtà altra (ma anche qui non certa, semplicemente possibile, un po' come il futuro dei precog). È abbastanza chiaro in entrambi i romanzi che non c'è una vera dimensione del reale, ma tanti piani di realtà che nei suoi libri ad un certo punto si intersecano e vengono in contatto.
    Poi c'è anche un forte parallelismo nei personaggi, in primo luogo di Leo Bulero delle Stimmate e di Glen Runciter di Ubik, entrambi grossi dirigenti di importanti società, entrambi con questo atteggiamento molto paternalistico nei confronti dei dipendenti (parlo di Mayerson e Chip in primo luogo) e che fungono un po' da "bussole" nei confronti dei co-protagonisti. Pure Mayerson e Chip si somigliano nella loro inettitudine. Certo forse quella di Mayerson è più marcata, lui diventa un fallito su tutti i fronti, tanto che decide di emigrare volontariamente su Marte, però anche Chip, che non sa in nessun modo relazionarsi col denaro, non scherza, e forse anche nei rapporti con le donne c'è qualche punto in comune.
    Inoltre c'è il fatto che le forze "malvagie" in gioco, Jory in Ubik, Palmer nelle Stimmate, non sembrano essere davvero tali. Lo sono in relazione al fatto che destabilizzano psicologicamente i protagonisti, li fanno ammattire, ne fanno crollare ogni certezza, tuttavia... si capisce che sembra che sia un effetto collaterale della loro lotta per la sopravvivenza. Un po' come se fossero predatori, non è colpa loro, è nella loro natura. Ella infatti afferma che almeno uno Jory si trova in ogni moratorium, cosa che fa pensare al fatto che esistono "campi psichici" (passatemi la definizione) soverchianti le altre menti (tipo larve astrali...) praticamente ovunque, che è naturale. Una cosa simile si può dire di Eldritch, che forse chissà chi è, una forma aliena da Proxima? Mah, chi lo può dire! Eppure anche lui non è malvagio in senso assoluto. Sembra che quello che fa lo faccia per necessità.
    Poi vabè, c'è il parallelismo del mondo mercificato... il salvifico Ubik è un prodotto, una merce, e anche il mondo della Terra e dei coloni nelle Stimmate è assolutamente dipendente dalla merce (la droga e i plastici di Perky Pat), e questa dimensione mistica, che sicuramente è più accentuato in Palmer, sicuramente è presente anche in Ubik.
    Mille interpretazioni sono possibili di entrambi i libri..

    P.S.
    la storia della lotta, l'ho scordata: è vero che c'è sempre un personaggio importante che è inetto, però questi cambiamenti di prospettiva e la destabilizzazione che ne risulta, questo affiorare di forze "malvagie" (o comunque che remino contro i protagonisti) li porta a lottare per tutta la durata dei libri. Chip è in continuo movimento, talvolta disperato, però nonostante la disgregazione della realtà attorno a lui, ce la mette tutta. Nelle Stimmate è più Bulero che prova a risollevarsi dalla situazione, però qui la forza contrastante e antagonista di Palmer è più attiva, lui è più presente, non si tratta solo di cambiamenti di realtà come in Ubik, si vede subito che è Palmer la causa dei cambiamenti ed è una forza attiva. C'è un antagonismo forte -ma al contempo assolutamente naturale ed inevitabile- che mi fa vedere tutti i personaggi come costantemente in lotta, in tensione.
     
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    detto anche l'impanicato

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    Come al solito Dick mi manda in stato di assuefazione e sono costretto a finirlo nel giro di qualche ora... Questo non è il suo romanzo che ho preferito, anche se ammetto di averci trovato degli spunti interessanti, ma ho trovato poco approfondito il livello psicologico dei personaggi, almeno rispetto a ciò che mi attendo da Dick, quasi come se Joe andasse per inerzia, senza farsi domande, tanto che il "perché" se lo chiede con *spoiler* praticamente nel finale. L'ho trovato anche troppo lineare per essere un libro di Dick e "confusionario" allo stesso tempo:
    Insomma alla fin fine o era morto Ronciter o gli altri, questo dualismo dava una sorta di ordine al disordine.

    Comunque è sempre un piacere, amico PKD.
     
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    Mi era sfuggito il tuo commento e mi meraviglio di non averlo commentato anche io all'epoca. A me è piaciuto molto, forse quello che considero migliore tra i suoi romanzi. In realtà come sempre ha un senso di incompiuto, molti passaggi sono lasciati al lettore e anche l'interpretazione è un minimo aperta, nonostante la struttura complessa forse però hai ragione a dire che è tra i più lineari che ha scritto, paradossalmente. Comunque l'ho trovato molto stimolante e ci ho rivisto molte tematiche care a Dick, sarà che mi sembra quello dove ha affrontato la "realtà" nel modo in cui più mi ha divertito, ma lo considero forse un punto di partenza anche per interpretare altri suoi romanzi con tematiche simili.
     
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    Biting's excellent.
    It's like kissing.
    Only there's a winner.

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    Ubik sembra essere uno dei romanzi di Philip K. Dick preferito dagli estimatori.
    Come sempre, quando si tratta di Dick, non riesco a trovare nessuno dei lati positivi descritti dagli estimatori, solo caos e confusione che finiscono per irritarmi.
    Siamo nel futuro, un 1992 immaginato nel 1969 e drammaticamente irrealizzato dalla realtà.
    Ci ritroviamo in un mondo che sfrutta poteri psi, nel bene e nel male, che vive in colonie extra mondo e che impedisce alla gente di morire, lasciandoli in un limbo da cui recuperarli per fare due chiacchiere. Soprattutto un mondo dove bisogna pagare per fare qualunque cosa, dall'aprire una porta o farsi un caffè. Prezzi modici ma che, per il protagonista, in bolletta nera, sono sempre eccessivi.

    Con una serie di sconvolgimenti, il nostro protagonista Joe Chip (reclutatore di talenti anti psi per l'organizzazione di Glen Runciter) si ritrova prima a dover gestire una donna con la capacità di cambiare il passato, poi sulla Luna in missione con il suo capo e la crème de la crème dei suoi agenti... missione che li vedrà vittime di un attentato durante il quale moriranno tutti o nessuno.
    Da questo momento parte il delirio.
    Morto, ma forse no, Chip si trova coinvolto in un viaggio nel passato, con il suo capo (che lui crede morto) che gli manda messaggi ambigui e un onnipresente Ubik, prodotto che promette ogni tipo di magie e le cui pubblicità aprono ogni capitolo.

    L'intero libro si basa sull'ambiguità.
    Su chi è morto e chi solo congelato, su chi è buono e chi cattivo, su quale sia la vera realtà, con un finale che lascia l'ennesimo dubbio su cosa sia veramente vero.
    Alla fine dei giochi ho trovato estremamente antipatici tutti i personaggi e particolarmente irritante il buon Chip.
    Tutti i colpi di scena non erano così strabilianti e il finale non finale non ha lasciato stupore ma la solita irritazione.

    Lo so, lo dico sempre: devo lasciar perdere Dick. Ma, alla fine, sono curiosa di scoprire se almeno uno dei suoi capolavori piacerà anche a me.



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12 replies since 24/10/2009, 18:40   275 views
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