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+Malvagio+.
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Titolo: Ossi di seppia
Autore: Eugenio Montale
IBS
Noi non sappiamo quale sortiremo
domani, oscuro o lieto;
forse il nostro cammino
a non tócche radure ci addurrà
dove mormori eterna l'acqua di giovinezza;
o sarà forse un discendere
fino al vallo estremo,
nel buio, perso il ricordo del mattino.
Ancora terre straniere
forse ci accoglieranno: smarriremo
la memoria del sole, dalla mente
ci cadrà il tintinnare delle rime.
Oh la favola onde s'esprime
la nostra vita, repente
si cangerà nella cupa storia che non si racconta!
Pur di una cosa ci affidi,
padre, e questa è: che un poco del tuo dono
sia passato per sempre nelle sillabe
che rechiamo con noi, api ronzanti.
Lontani andremo e serberemo un'eco
della tua voce, come si ricorda
del sole l'erba grigia
nelle corti scurite, tra le case.
E un giorno queste parole senza rumore
che teco educammo nutrite
di stanchezze e di silenzi,
parranno a un fraterno cuore
sapide di sale greco.
(da Mediterraneo)SPOILER (click to view)Nel 1925, in un momento carico di minacciosi eventi storici, in un mondo che, ridisegnato artificiosamente dalla pace di Versailles, pare sul punto di sgretolarsi e dissolversi, Montale firma il manifesto antifascista di Croce e pubblica il suo primo libro Ossi di seppia. Diversamente da quanto accade nell'opera di altri scrittori (Ungaretti, Gadda) deboli tracce rimangono della storia, della guerra, nella sua lirica. Pur senza estraniarsi dal suo tempo, bensì andando al di là e al di fuori «di questo e quello avvenimento storico», ponendosi al di sopra dei diversi schieramenti e delle diverse tendenze intellettuali, Montale vuole che argomento della sua poesia (e... di ogni possibile poesia) sia «la condizione umana in sé considerata». E materia della sua ispirazione diviene la disarmonia che l'uomo sente con la realtà naturale e storica che lo circonda.
In piena sintonia con la voce, disorientata ed angosciata dall'inettitudine della vita, della moderna cultura italiana ed europea (da Svevo a Piradello, da Baudelaire al contemporaneo Elliot), la sua poesia tenta di rompere «la campana di vetro» sotto cui vive il mondo, di spezzare quell'ingannevole schermo di apparenza che quotidianamente nasconde la realtà e di entrare in rapporto con l'essenza nuda delle cose.
Così in Ossi di seppia il poeta si immerge nell'aspro e brullo paesaggio ligure, sentito «come universalissimo» specchio dell'accartocciata e strozzata condizione umana, e con perplessa e «triste meraviglia», ignorando l'eroica e disperata rivolta del romantico Leopardi, critica, corrode, ma soprattutto interroga «il male di vivere» facendo parlare gli oggetti, non più le parole.
Trovandosi a respirare un'aria oramai satura di parole e di poesia, Montale, diversamente da Ungaretti e dagli ermetici, non ricerca una parola pura e naturale e non cerca di estrarre dal linguaggio misteri e segreti nuovi; ma accostandosi alla poetica del «correlativo oggettivo» di Eliot (che troverà piena realizzazione in Arsenio e nelle Occasioni), cattura gli oggetti banali, quotidiani, usuali, e li trasforma non in simboli che rimandano a qualcosa d'altro, ma in emblematici equivalenti di un'emozione, di un'intuizione, di una condizione.
La poesia per Montale, infatti, «nasce dal cozzo della ragione contro qualcosa che non è ragione». Così, in Ossi di seppia, a ogni passo lo sguardo del poeta «fruga d'intorno» ricercando nella realtà concreta, opaca e amara, immobile e fissa, «in questo seguitare una muraglia / che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia» che è la vita, «uno sbaglio di Natura, /… l'anello che non tiene, / il filo da disbrogliare che finalmente ci metta / nel mezzo di una verità». Qualunque cosa, la più assurda imprevista e banale, il profumo dei limoni, un volto che appare all'improvviso in uno specchio d'acqua, può miracolosamente far «balzar fuori» il segreto ultimo, più autentico e profondo dell'esistenza.
Montale, tuttavia, pienamente consapevole dei limiti storici e morali della civiltà contemporanea, dopo il crollo di tutte le verità e certezze positive, sente di appartenere alla «razza di chi rimane a terra». Rifiuta, quindi, la poesia trionfalistica e celebrativa dei «poeti laureati» Carducci e D'Annunzio, e ogni facile ottimismo consolatorio. Torcendo il collo all'eloquenza, attraverso un linguaggio in cui l'aulico cozza, secondo la lezione del crepuscolarismo di Gozzano, con il prosastico, Montale offre al lettore come unico messaggio: «ciò che non siamo, ciò che non vogliamo».
Struttura (by Wiki):SPOILER (click to view)CITAZIONEOssi di seppia comprende 58 liriche, raccolte in quattro sezioni:Movimenti, Ossi di seppia, Mediterraneo, Meriggi ed ombre; a questi fanno da cornice una introduzione (In limine) e una conclusione (Riviere). Alcuni critici hanno notato, nella struttura delle raccolte montaliane, un alternarsi di serie di liriche brevi e di testi più diffusi (Mengaldo). Questo negli Ossi vale relativamente: più che di un susseguirsi di forme definite, si potrebbe parlare di un alternarsi musicale di movimenti più distesi e meditativi (come l'"adagio" di una sonata) e di sprazzi fulminei di immagini simboliche (come il "presto" o lo "scherzo").
Ecco l'indice completo della raccolta (i titoli in corsivo costituiscono in realtà il primo verso del componimento):
In limine
* Godi se il vento ch'entra nel pomario
Movimenti
* I limoni
* Corno inglese
* Quasi una fantasia
* Falsetto
Poesie per Camillo Sbarbaro
* Caffè a Rapallo
* Epigramma
Sarcofaghi
* Dove se ne vanno le ricciute donzelle
* Ora sia il tuo passo
* Il fuoco che scoppietta
* Ma dove cercare la tomba
Altri versi
* Vento e bandiere
* Fuscello teso dal muro
Ossi di seppia
* Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
* Meriggiare pallido e assorto
* Non rifugiarti nell'ombra
* Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un'acqua limpida (dedicata a Boris Kniaseff)
* A Lucia Dubini
* Mia vita, a te non chiedo lineamenti
* Portami il girasole ch’io lo trapianti
* Spesso il male di vivere ho incontrato
* Ciò che di me sapeste
* Là fuoriesce il Tritone
* So l'ora in cui la faccia più impassibile
* Gloria del disteso mezzogiorno
* Felicità raggiunta, si cammina
* Il canneto rispunta i suoi cimeli
* Forse un mattino andando in un'aria di vetro
* Valmorbia, discorrevano il tuo fondo
* Tentava la vostra mano la tastiera
* La farandola dei fanciulli sul greto
* Debole sistro al vento
* Cigola la carrucola del pozzo
* Arremba su la strinata proda
* Upupa, ilare uccello calunniato
* Sul muro grafito
Mediterraneo
* A vortice s’abbatte
* Antico, sono ubriacato dalla voce
* Scendendo qualche volta
* Ho sostato talvolta nelle grotte
* Giunge a volte repente
* Noi non sappiamo quale sortiremo
* Avrei voluto sentirmi scabro ed essenziale
* Potessi almeno costringere
* Dissipa tu se lo vuoi
Meriggi e ombre
I
* Fine dell'infanzia
* L'agave su lo scoglio
* Vasca
* Egloga
* Flussi
* Clivo
II
* Arsenio
III
* Crisalide
* Marezzo
* Casa sul mare
* I morti
* Delta
* Incontro
Riviere
* RiviereCITAZIONEInvece, per quel che riguarda Montale, è stato un pò un caso leggere il suo libro. Tutto è nato dalla scelta della tesina (incentrata sul mar Mediterraneo), poiché riguardo il collegamento ho pensato subito a Montale per il poemetto ''Mediterraneo", collegando l' esperienza del ''mare interiore''. Poi, leggendo il poemetto (ed avendo già letto altri testi per la scuola), ho deciso di iniziare a leggere il libro, ufficialmente per saperne di più per l' esame, ma in realtà perchè mi aveva incuriosito. E, leggendo il libro, mi sono accorto del capolavoro che è, e del genio che è Montale.
Ormai questo libro penso che lo porterò con me per tutta la vita, perchè a lui è legato il ricordo degli esami e del mio ciclo da liceale che si è ormai concluso.
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.Mary Cullen..
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"Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo ad un polveroso prato.
Ah, l’uomo che se ne va sicuro,
agli altri e a se stesso amico,
e l’ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo."
Scusa l'aggiunta, ma questo è il passo che preferisco =)
Si lo so, è una premessa dopotutto...
Ma parlando da sè anche il titolo, come la copertina, come l'essenzialismo con cui è scritta l'opera, questa lirica credo che dica molto.. -
la feén.
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Credo che questa sia la raccolta di liriche della mia vita.
Gli ossi di seppia sempre con me..
''Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s'esprime libera un'anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.''
magico struggente sublime montale. -
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concordo assolutamente : )
a me piace davvero tanto tanto tanto. -
la feén.
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che tra l'altro è finito tristemente sull'isola dei famosi..
davvero non ho nulla contro questi programmi, mai avuto un accanimento forsennato contro la tv spazzatura
non me ne frega niente
ma quando si danno le perle ai porci, incapaci di comprendere.. lì non ci vedo proprio più. -
Emeth.
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A me non è un autore che piace particolarmente a parte qualche lirica presa da Satura... Ossi di Seppia è una di quelle raccolte di poesie che nella mia biblioteca mancano, e che non ci tengo particolarmente ad acquistare.
Trovo montale veramente pesante, per quanto il significato poi a guardare sia bello, non mi trasmette molto.. -
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A me invece piace molto, anche se a dire il vero è tanto che non lo leggo e non sto trovando il libro, mumble!
Non ho capito il riferimento all'isola dei famosi, sinceramente. -
KooriNecros.
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Trovo Montale interessantissimo, specie se lo consideriamo in connubio con i quadri di Magritte o di De Chirico... CITAZIONE (Yelena‚ @ 18/4/2010, 11:45)Non ho capito il riferimento all'isola dei famosi, sinceramente
Idem. -
la feén.
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Sull'isola dei famosi hanno dato da imparare a memoria meriggiare pallido e assorto . -
KooriNecros.
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Wow
Continua la campagna di anti-cultura che non contenta di soffocare la vera cultura la prende e comincia a giocarci...
Favoloso.... -
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cristo santo... ma che tristezza. vabbè che montale è l'uomo più snobbato della culture italiana, mi sa (vedi uno degli ultimi esami di stato....)
=(. -
+Malvagio+.
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CITAZIONE (la feén @ 18/4/2010, 19:20)Sull'isola dei famosi hanno dato da imparare a memoria meriggiare pallido e assorto
Causalmente mi è capitato di vedere la diretta mentre cercavano d'impararla. Nauseante.. -
.Serendipity..
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Montale, Montale... fantastico.
Lascio qui una lirica molto famosa ma che colpisce sempre al cuore.
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno milioni di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
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h eroi n.
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«…ora la sete
mi sarà lieve, meno acre la ruggine…»
Dovrebbero bandirlo da ogni scuola ed ambito accademico, mi fa male al cuore vedere Montale nelle classi dei licei. E dare da imparare a memoria una poesia è profanarne il gusto nella maniera più profonda che esiste. -
‘Aš¢hënbâch‚.
User deleted
Mi sono approcciata a Montale a scuola e non ho mai avuto il tempo di dedicarmi interamente alla sua poesia -Se a volte per leggere dei romanzi ci metto mesi, per la poesia andiamo ancor più lontano xD- Ma quel che ho fatto mi ha sicuramente colpito, lo trovo estremamente comunicativo, forte. Anche a me piace molto Ho sceso, dandoti il braccio purtroppo perchè si ricollega ad una mia sfortunata vicenda amorosa xD Però quando trovi i poeti che riescono a mettersi in contatto con i tuoi sentimenti ti senti viva. .