Lo straniero - Albert Camus

~ Libro del mese di Ottobre 2009

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    Libro del mese di Ottobre 2009


    Titolo Lo straniero
    Autore Albert Camus
    Prezzo da 7,00€ a 8,00€
    EAN 9788845247460
    CamusA_LoStraniero
    IBS
    feltrinelli

    Con il nostro unico servizio di adozioni, potete tutti adottare Lo Straniero di Camus, da portare sempre con voi nella vostra firma
    :uah:


    CODICE
    <p align="center">[URL=http://lavitaaltrove.forumcommunity.net/?t=29318842][IMG]http://i31.tinypic.com/2cieety.jpg[/IMG][/URL]</p>


    Edited by Yelena‚ - 10/12/2011, 17:12
     
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  2. Aylys Raziel
     
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    C'è un legame tra questo loibro e il precedente, storie ambientate all'estero, storie di persone, culture differenti ecc.
     
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    Sinceramente i legami non ne trovo molti, così, a primo acchitto, se non di molto superficiali (il fatto che la narrazione sia incentrata su una sola persona... che poi non è nemmeno così; la loro importanza per la letteratura; il fatto che siano ambientati in "patria")...
     
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  4. Kiby89
     
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    A tempo di record ho partecipato al sondaggio, ho aderito all'iniziativa del libro del mese, sono corsa in biblioteca, ho preso il libro, l'ho letto, l'ho finito e ora sono qui a recensirlo.
    Il potere della parola scritta...

    Ho letto i primi quattro capitoli, cioè le prime 75 pagine cercando di capire se il libro mi piacesse o meno. Ancora non lo so. La storia non mi convince, o meglio, non c'è niente che mi abbia particolarmente colpita.

    Mi piace invece lo stile dell'autore; il narratore che è il protagonista stesso, il dialogo inesistente.
    CITAZIONE
    Non sentivo più altro che il risuonar del sole sulla mia fronte e, indistintamente, la sciabola sfolgorante sprizzata dal coltello che mi era sempre di fronte.

    o ancora
    CITAZIONE
    Se fossi per un caso uscito da quella prigione, pensavo, sarei andato ad assistere a tutte le esecuzioni capitali. Facevo male, credo, a pensare a questa possibilità. Perchè all'idea di trovarmi libero all'alba dietro a un cordone di agenti, "dall'altra parte" insomma, all'idea di essere lo spettatore che viene a vedere e potrà vomitare dopo, mi montava al cuore un'onda di gioia avvelenata.

    Credo che la parte migliore dell'intero libro siano proprio le ultime pagine, quando Meursault urla al prete che è sicuro di sé, di tutto, della vita e della morte. Quando realizza di essere stato felice e di essere felice.

    Merita senza dubbio leggerlo una volta, ma non so se avrei piacere a leggerlo ancora.

    Edited by Kiby89 - 7/10/2009, 17:34
     
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    *****
    Questo è uno dei libri che mi hanno cambiato la vita.
    L'ho detto a Kiby, quando le ho chiesto di partecipare alla lettura.. :) E ora vi spiego perché, o almeno ci provo.
    I motivi sono sia riferiti a me, al momento il cui ho letto questo libro, che riferiti al libro in sé. Brevemente: il mio primo anno di università, Perugia, fuori sede, fuori fase, sballata, inizio dei cambiamenti anche mentali. Ho preso questo libro alla biblioteca Augusta, ancora ricordo le pagine che si scollavano di quell'edizione... L'ho letto tra una lezione e l'altra, e poi l'ho riletto, e riletto. :D Vi lascio immaginare quello che possa aver scatenato in me, in preda a crisi esistenziali, questa lettura ^^

    Mi ha colpito il tono "neutro" con cui tutti gli eventi sono narrati, come se il protagonista fosse sotto anestesia... Solo le sensazioni a pelle emergono: l'afa, il caldo, il fastidio, il riflesso negli occhi della lama del coltello, il suono degli spari. Il resto sembra non esserci..
    Mersault sembra guardarsi vivere, senza vere emozioni, in preda all'alienazione.... Un personaggio che va avanti, in un certo modo sopravvive, e inizia a vivere-a riflettere, ad avere paura, a inveire, a ribellarsi- solo quando non può più continuare il suo cammino - sembra che tutta la sua esistenza sia un prolungamento di quella strana notte di veglia e del funerale.

    La descrizione del modo in cui azioni semplicissime, prive di profondità (come l'accettare una tazza di latte) vengono fraintese - o forse lette nella loro vera luce - dagli altri personaggi, durante "l'accusa", in particolar modo, mi ha fatto riflettere sui reticoli dei comportamenti sociali, su come il discostarsi da "quello che ci si aspetta che uno faccia in determinate situazioni" possa essere interpretato --e come in un certo modo questa mancanza di tatto non sia affatto recepita dal soggetto, ma solo dagli osservatori.

    Ho apprezzato l'elemento visivo, le immagini sono molto vivide, sembra un susseguirsi di piccoli quadri impressionisti.... In generale, mi ha davvero affascinato il modo di narrare di Camus, con questa cadenza lenta, che sembra limitarsi a descrivere, sembra limitarsi alla prima occhiata, senza andare a frugare, a indagare i moti profondi dei personaggi - come a voler suggerire che questi personaggi non hanno una reale profondità - mentre invece questo sguardo apparentemente superficiale riesce a cogliere, a tracciare con una linea delicata e impercettibile ma molto precisa, la loro vera natura....


     
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  6. Aylys Raziel
     
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    Ci sono quasi eh...
     
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  7. Aylys Raziel
     
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    Ho iniziato a leggere questo libricino controvoglia, rincuorata solamente dal fatto che avesse poche pagine. Non lo sentivo affatto affine con me, con il mio solito genere ‘fantasy’.

    Dapprima ho constatato in modo approssimativo che poteva essere paragonato ad un Diario. Andando avanti mi sono accorta che la lettura era diventata piacevole, continuando mi sono proprio attaccata e l’entusiasmo si è acceso.

    L’ho finito col batticuore e ritengo che sia stata una gran lettura.

    Ricordo la prima associazione di pensieri che mi ha indotto ad andare avanti: la morte della madre del protagonista, inevitabilmente ho ripensato alla mia, di mamma, che non c’è più;

    non sono pratica di ‘classici’, ma ritengo che questo sia uno di quei libri da tenere nella propria libreria.

    La cosa che mi ha colpito maggiormente (e credo che abbia colpito un po’ tutti) è il modo di affrontare la vita del protagonista: completamente pacifico, tranquillo, quasi indifferente, anche se non è proprio il termine esatto.

    Un miscuglio di impassibilità e indifferenza? Si potrebbe definire così? La sua visione del mondo era assurda, messa di fronte ai costumi sociali poi…

    Più volte, durante la lettura, mi sono chiesta quando avrebbe provato paura, per esempio, e forse, l’essere accontentata su questo, sulle scene finali, non mi ha poi dato molta soddisfazione. Ho provato invece tanta amarezza, tanto fastidio, questa società che ci ingabbia e ci obbliga a fare e credere a quello che tutti fanno e credono. Mbhà, finirà prima o poi?

    Questo libro comunque è stato un viaggio ricco di sfumature, uno di quei libri che rileggerli torna utile. Introspezione, riflessione, la fanno da padrone per un protagonista che, sebbene sia assurdo, ci rispecchia molto, credo.

    Infine, da ignorante, vorrei proporre un quesito: il titolo ‘Lo Straniero’ è una metafora atta a descrivere una persona al di fuori della società?
     
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  8. Aylys Raziel
     
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    Hai reso bene molti punti su cui forse, non mi son spiegata bene!
     
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    Il titolo originale è "L'etranger".... più simile a "estraneo" che a straniero :)
    in inglese inoltre è "the outsider" o anche "the stranger", mi piace l'assonanza strange/strtanger.

    Ecco qua quello che ho trovato su wiki in inglese:
    In French, étranger can mean: foreign, unknown, extraneous, outsider, stranger, alien, unconnected, and irrelevant. Arguably, the title might be translated as The Foreigner, because Meursault, the anti-heroic protagonist is culturally foreign to Algeria; or as The Outsider, because Meursault feels alien to the Arab Muslim society in which he lives as a colonist, however it clearly is not just that he is an 'outsider' in this more literal sense but also of society as a whole. He does not understand the necessity to adhere to the stock gestures and emotions in everyday life, as is his downfall in the very end. As he is oblivious of the motifs he lives, he is unencumbered by any meaning exterior to his sensory experience, a character trait rendering him foreign to his contemporaries; thus, most English translations of the French title L’Étranger are rendered as The Stranger, and less frequently as The Outsider.
     
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  10. Aylys Raziel
     
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    Grazie Yel!
     
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  11. CrashingNightingale
     
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    Gran parte del romanzo mi è letteralmente scivolata addosso. Percepivo ogni dialogo e ogni situazione come se non stesse realmente accadendo, senza rendermi conto che il totale non-coinvolgimento del personaggio nella propria vita era il mio totale non-coinvolgimento nel romanzo... e poi l'omicidio, meccanico e freddo, momento in cui la storia inizia tramite una sorta di nuovo incipit. Ciò che mi ha davvero colpito è come, da questo punto, la storia entri in una fase 2 per poi cadere nell'epilogo, ossia la fase 3. Ma il protagonista e la storia viaggiano a velocità del tutto differenti o, meglio, Mersault è fermo, statico, morto dentro. La sua vita va avanti crollando nell'indifferenza di Mersault stesso... e nel momento cui ho realizzato questo, il mio non-coinvolgimento iniziale ha assunto un significato profondo e importante, necessario al lettore per arrivare "indifferente" alla seconda parte della storia e poter elaborare il concetto stesso di indifferenza e di come questo (non) sentimento sia pervasivo e probabilmente fondativo in tutto ciò che è.

     
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10 replies since 30/9/2009, 21:24   200 views
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