La vita è altrove - Milan Kundera

~ Libro del mese di Settembre 2009

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    Libro del mese di Settembre 2009


    Titolo: La vita è altrove
    Autore: Milan Kundera
    Prezzo: € 10.00
    IBS
    9788845908958g
    # Traduttore: Vitale S.
    # Editore: Adelphi
    # Edizione: 12
    # Data di Pubblicazione: 1992
    # Collana: Gli Adelphi
    # ISBN: 884590895X
    # ISBN-13: 9788845908958
    # Pagine: 349



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    Edited by Yelena‚ - 10/12/2011, 17:14
     
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    Mi arriva dopodomani, ya-oh ya-oh!
     
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  3. La Ragazza delle Arance
     
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    AhuAHuAHuaHuaHuAHuAHU XD

    Io l'ho trovato, lo sto... leggendo? no, amando! Sono a "il poeta si masturba"...
     
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    Il titolo osé non è altro che il titolo di una delle parti in cui è diviso il libro.
    Ho scelto proprio questo perché secondo me riassume perfettamente l'attitudine alla vita del nostro amato protagonista, Jaromil.
    La masturbazione è un atto sterile, fine a se stesso. E la sega mentale è la sua degna controparte: pensieri che si involvono, che girano su se stessi, senza produrre risultati, senza partorire nulla di concreto sul piano reale.
    La vita è altrove, e Jaromil continua a correrle dietro, senza riuscire ad entrarci, mai... vorrebbe diventare portavoce della Storia, eppure questa Storia continua a sfuggirgli, rendendolo ridicolo nelle sue scelte ostinate, fino alla fine.
    "Il poeta" - appellativo dato da una madre opprimente, asfissiante, che non lo lascia mai veramente vivere - è talmente preso da sé da non riuscire a prender seriamente parte al corso degli eventi. Sceglie la parte da cui stare... e cerca di farsi strada in questa sua rivoluzione personale, senza esiti concreti. Il pensiero prevale sull'agire, come la prima "esperienza" amorosa uccisa dalle troppe riflessioni, come ogni momento dell'esistenza - esistenza che non conosce ma che si ostina a voler narrare, a descrivere, a costruire.
    La madre: è lei che dà il via al romanzo ed è lei che lo chiude, dea ex machina della vita di Jaromil. Lo investe del titolo di poeta fin da bambino, e continua a stargli addosso, a credere così forte al suo destino magnifico da non fargli vedere altra realtà - scarica sul futuro di lui le sue frustrazioni, ipoteca la vita del figlio per un'arte che non può capire - e si piega ad una battaglia che le è contraria, da cui uscirà comunque perdente. Lei è il personaggio più pesante, più angosciante del libro, l'ho detestata, eppure nelle sue brutture è sicuramente la più bella.
    Non si può parlare di questo libro così, con superficialità, senza contesto, senza conoscere nulla - e io non conosco nulla, e non posso parlarne. Posso leggerlo - e l'ho letto, due volte - e amarlo per motivi del tutto estranei al suo vero valore....

    Devo leggere, approfondire, poi potrò scrivere qualcosa di più serio, oltre alle mie banali riflessioni e sensazioni.

    Edited by °Yelena - 30/9/2009, 16:21
     
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  5. TheGrandWazoo
     
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    mi piace molto di piu' leggere le considerazioni personali che il copia e incolla dal cui riesco a fatica a sorpassare il paio di righi.
     
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  6. Guyenne Maj-Ness
     
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    CITAZIONE (TheGrandWazoo @ 30/9/2009, 20:22)
    mi piace molto di piu' leggere le considerazioni personali che il copia e incolla dal cui riesco a fatica a sorpassare il paio di righi.

    Sarò tugna ma non ho capito perchè tu dici così e perchè Yele ti risponde che è per questa che si cerca di convincere la gente a partecipare.
    :@:

    ---

    Riguardo al commento di Yele - se sei riuscita ad adorare la madre, così opprimente (da tua descrizione), deve essere un libro scritto bene!
     
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    Sono contento che il titolo definitivo non sia stato "L'età lirica" come voleva Kundera: mi fa venire in mente immagini di purezza e sobrietà che non hanno niente a che vedere col libro.
    Seguiamo la vita di un poeta ceco, Jaromil, da poco prima della Seconda Guerra Mondiale a quando il regime comunista si è ormai stabilizzato, e di sua madre, che non ha un nome e agisce e riflette solo su come ciò che fa potrebbe influire sul figlio: alla vita del poeta si intrecciano quelle di altri grandi (almeno così dice la critica ufficiale) poeti della storia: Rimbaud, Lermontov, Shelley ecc.
    All'inizio non capivo perché Kundera nella prefazione avesse definito Jaromil "un mostro": nel poeta adolescente, con le sue ridicole insicurezze, la goffaggine, la timidezza e i sogni e le speranze ho rivisto me stesso alla sua età. Quando ha compiuto 19 anni ho capito cosa intendeva dire Kundera, ma Jaromil, anche con tutto quello che ha fatto, è davvero un mostro? A me è sembrato un individuo molto solo e triste che si affretta a fare ciò che piace agli altri, e sembra quasi che lui non sappia che cosa vuole e cosa no, cosa sia giusto e cosa sbagliato: a lui interessa ottenere il consenso degli altri. Si aggiunga a ciò anche la madre che oltre a rovinare la proria vita rovina anche la già flebile salute mentale del figlio.
    Il periodo storico è, a mio parere, uno dei più deprimenti: l'epoca in cui la gente aveva in testa solo motti e slogan "rivoluzionari" e prendeva per oro colato tutto ciò che veniva detto dagli organi ufficiali. Era anche l'epoca di un conformismo patetico e della paura di far emergere la propria individualità: non si potevano indossare abiti troppo eleganti; non si poteva indossare biancheria intima troppo curata; non si poteva decidere chi tenere in casa propria. Ma la cosa più odiosa era probabilmente il fatto di dover stare ad ascoltare le marionette del Cremlino che avevano la faccia tosta di dichiarare che stavano lavorando per il bene del popolo e della rivoluzione, mentre ad ogni discorso scavavano sempre un po' di più la fossa del loro popolo.
    Quindi non voglio dire che non biasimo Jaromil o che mi piaccia: voglio solo dire che lo capisco, e mi fa una profonda pena, perché in fondo dietro ala sua malvagità c'è solo il desiderio di sentirsi partecipe di quell'epoca di violenza e inganno.

    PS. Personalmente non l'ho trovato così colto come Lln: i riferimenti ai poeti famosi sono tutto sommato solo trovate stilistiche e il periodo storico non è approfondito ma ha solo i vaghi contorni di un regime autoritario. A me non ha fatto riflettere poi molto, anche se mi ha colpito e fatto provare emozioni forti.
     
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6 replies since 1/9/2009, 10:06   727 views
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