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Titolo: Il Libro dei Misteri
Autore: Roberto Re
Anno: 2009
ilfilo
Trama
Mathan, Hyana, Kilian... e poi una dea-gatta e un corvo misterioso... e una girandola di personaggi in viaggio, scaraventati in una missione che avrebbero volentieri evitato... Ma il loro universo è minacciato da forze oscure che vanno riconosciute e combattute. Solo un gruppo di prescelti può portare a compimento una missione così delicata: da secoli il Libro dei Misteri è perduto, e ritrovarlo diventa fondamentale per non soccombere alle forze maligne che avanzano in un mondo di pace. Inserito nella migliore tradizione fantasy, e al tempo stesso originale e moderno, questo libro avvincente terrà legato il lettore fino all’ultima pagina, coinvolgendolo nelle vite sconvolte e irte di difficoltà dei coraggiosi personaggi.
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Si tratta di un libro che ho preso con le catene di lettura di Pensieri Tatuati
ecco la pagina dove trovate le altre recensioni, e qui trovate l'originale della mia acidissima stroncatura.
Eccovela:
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Caro Roberto, so che non ti farà affatto piacere quanto stai per leggere, ma ho ritenuto opportuno scrivere questo commento, visto che ho trovato delle serie difficoltà nell'affrontare il tuo libro.
Ho dovuto interromperlo dopo poco meno di 100 pagine. La trama probabilmente è quello che verrà meno intaccato da queste mie osservazioni, non mi sono addentrata abbastanza tra le pagine per farlo, ma credimi, del resto salvo poco.
Vorrei dirti di non prendertela, ma sinceramente sono davvero sconcertata. Da una parte mi chiedo: ma la casa editrice a cui ti sei affidato non ha un correttore di bozze? Dall'altra accolgo questo libro con un piacere infantile: se hanno pubblicato il tuo lavoro ho speranza pure io, che ammetto candidamente la mia completa incapacità letteraria.
Guarda, non so nemmeno da dove cominciare. Penso che questo libro abbia seriamente bisogno di una revisione generale, almeno da un punto di vista formale.
Fin dalla prima pagina emergono dei piccoli errori lessicali e grammaticali. Le frasi sembrano ridondanti e inutilmente lunghe e contorte, ma questo potrebbe essere uno stile ben preciso.
[eliminato]
Il problema è che ho trovato davvero ridicolmente superficiale tutta la “preparazione”.
Innanzi tutto il viaggio dai genitori di Hyana – se lei viveva con loro prima del matrimonio, e addirittura passa un anno prima che torni da loro, com'è possibile che Hyana e Mathan si vedessero di nascosto “sempre più spesso”? – se si è in attesa di un evento tanto epico e raro come la notte delle lacrime, perché i due partono senza nemmeno farne cenno? Avrebbero potuto decidere di andare apposta, o essere invitati per quell'evento, comunque avresti dovuto menzionarlo. – quando tornano a palazzo scoprono che gli animali si sono comportati in modo strano. Ma come??? a casa dei genitori di Hyana non ci sono andati a cavallo? E in quella città non ci sono animali, nemmeno nella loro tenuta? Nessuno ha osservato il comportamento bizzarro dei loro cavalli? Eppure le guardie hanno dormito fuori – ecc. ecc.
Inoltre, l'evento focale della serata, ovvero il mancato scintillio notturno, è relegato a un paio di righe. Non si capisce né quello che dovrebbe avvenire né quello che è effettivamente avvenuto. Lo sconcerto mostrato dai personaggi è minimo, pensando che nessuno di loro l'ha mai visto avrebbero dovuto attenderlo con un'ansia fuori dal normale e rimanere profondamente scossi dalla visione. Ma sì, se ne vanno a letto. O_o
Il viaggio dall'arciprete è veramente ridanciano. Hyana è un personaggio veramente spocchioso, prima fa tutta la sofisticata, poi si accontenta di quello che le viene detto senza ribattere. Lo stesso Arciprete dà delle spiegazioni miserrime, estremamente superficiali.
Gli avventurieri accolgono senza lasciar trapelare il minimo stupore il fatto di essere “nati per quello”. Ma come? Ti viene detto che sei nato per fare una cosa, non chiedi nemmeno “che prove ne avete che si tratta proprio di noi”? -________-
Il fatto che la gatta sia una dea e che le sue rivelazioni facciano crollare un mito vecchio di novemila anni è accolto con assoluta credulità. Nemmeno l'arciprete si fa il minimo scrupolo a mettere in dubbio la sua fede. Oltretutto mentre Mathan esprime il suo dilemma gli viene detto che gente viene punita per molto meno. Quando Kilian espone la sua arringa anticlericale si becca solo un mezzo complimento “sei molto pericoloso” o cose di questo tipo. Non una condanna a morte, niente.
Mah.
Glisso sulla scena del ponte e sulla città... poi ho interrotto.
A parte quanto detto finora. No, non ho finito. L'idea di base, benché non originalissima, potrebbe anche andare, penso. Non sono un'amante del fantasy, ma immagino che qualcosa di buono possa esserci.
Soltanto che lo stile è molto incoerente, poco approfondito, superficiale. I dialoghi sono irreali, banali, con un lessico da ragazzini e di certo non all'altezza dei ruoli che hai dato ai personaggi.
Non solo le conversazioni, ma l'interazione tra i vari personaggi, è piatta, tutti sullo stesso livello. Kilian tratta Mathan come tratterebbe Wiglaf, Hyana si rivolge a Kilian nello stesso modo in cui si rivolge al primo ministro o Hedar. Non ci sono delle vere relazioni tra loro, non c'è gerarchia né verosimiglianza nei rapporti umani. Mi dite che si tratta di un libro, e un libro non dev'esser verosimile? Può darsi, vi rispondo che un libro deve trasmettere quello che è la realtà al suo interno, e a questa realtà dev'essere coerente.
Mollo qui, interrompo, non oso andare avanti.
Edited by °Yelena - 28/8/2009, 10:42. -
Aylys Raziel.
User deleted
ahiahiahi.... eccomi qui . -
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io la mia l'ho già detta sul PT...
anch'io l'ho mollato dopo un centinaio di pagine: l'ho trovato poco coinvolgente, con soluzioni narrative sbrigative e personaggi poco credibili..