Batman & Robin ALL STAR

~ Frank Miller & Jim Lee

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    Titolo: All star Batman & Robin
    Sceneggiatore: Frank Miller
    Matite: Jim Lee
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    ATTENZIONE SPOILER
    Lo speciale contiene anticipazioni sulla trama degli albi in oggetto.
    Se non hai ancora letto il volume ti sconsigliamo di proseguire

    SPOILER (click to view)
    Ha letteralmente diviso i lettori l’ultima fatica fumettistica di Frank Miller tornato alla DC per consegnare ai posteri la sua ennesima e forse definitiva interpretazione di Batman, e lo ha fatto sicuramente in una maniera che non lascia indifferenti.

    L’occasione è la sfortunata collana All Star dedicata al dinamico duo, sfortunata perché l’idea di testate fuori Continuity ufficiale in modo da consentire maggiore libertà di idee e di espressione agli autori alle prese coi grossi calibri della casa editrice americana ha poi prodotto soltanto una manciata di albi, questi dieci di Batman & Robin ipoteticamente ancora a metà percorso (si parla di 18 numeri in totale, ma viste le vicissitudini in cui sta passando non vi è nulla di certo) e solo una serie conclusa, All Star Superman durata 12 numeri, mentre per la fantomatica terza collana dedicata a Wonder Woman scritta e disegnata da Adam Huges forse tra qualche mese potrà essere la volta buona ma non è detto che a quel punto il marchio All Star esisterà ancora.


    L’aspetto più importante di questo nuovo progetto milleriano è infatti sicuramente la periodicità che definire schizofrenica (in perfetta sintonia con la nuova impronta data al personaggio) è dire poco, partito in pompa magna nel settembre 2005 apparentemente mensile e con l’intento di fare da apripista anche alle altre collane a marchio All Star già inizia a perdere colpi col secondo numero uscito a due mesi dal primo (novembre 2005), si riprende col terzo che riesce a mantenere una parvenza di mensilità (dicembre 2005) ma diventa trimestrale con il quarto uscito nel marzo 2006 col quale si arena definitivamente visto che bisognerà aspettare addirittura il luglio del 2007 (un anno e quattro mesi dopo, ben sedici mesi di attesa, un vero record!) per vedere la prosecuzione della collana col numero 5, segue poi un periodo di periodicità più misurato con la bimestralità dei numeri 6, 7 e 8 usciti rispettivamente nel settembre/novembre 2007 e gennaio 2008 che però dura poco perché di nuovo i tempi si allungano con il numero 9 uscito ad aprile dello stesso anno e infine si bloccano nuovamente con il numero 10 dell’agosto scorso da cui a nove mesi di distanza non è uscito più nulla (nonostante l’annuncio incredibile dei numeri 11 e 12 per lo scorso dicembre poi infatti mai usciti), addirittura la serie gemella dedicata a Superman partita quattro mesi dopo la prima (gennaio 2006) ha concluso il suo ciclo con ben due numeri in più di quelli attuali della sua consorella e pure già da qualche tempo (ottobre 2008) mantenendo una bimestralità quasi costante con punte di un paio di uscite addirittura mensili, nonostante i tempi di realizzazione per il disegnatore Quitely fossero tutt’altro che celeri.



    Quali che siano i motivi di così tanti ritardi e rinvii francamente lo ignoro e anzi in definitiva neanche dovrebbero interessare il lettore, la cosa fondamentale è che lanciare una testata di così grandi ambizioni affidandola di fatto a due mostri sacri di tal calibro per poi farla naufragare così miseramente non ha semplicemente scusanti (che la colpa sia della DC o degli autori), dovrebbe infatti essere chiaro a chiunque che “disintegrata” in questa maniera qualunque storia ne risentirebbe grandemente e questa di All Star Batman che è oltretutto insolita se non decisamente sopra le righe per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi è pure quella con le caratteristiche più adatte per averne il danno maggiore, è quindi facile che leggendola con questo tira e molla pazzesco il lettore possa rimanere colpito più da qualche frammento di narrazione qua e là sicuramente esagerato e magari all’apparenza pure al limite del non senso che non dal disegno d’insieme che poco a poco va delineandosi, essendo di fatto impossibilitato per non dire obbligato a “leggerla” in questo unico modo ovvero a spizzichi e bocconi (con risultati spesso indigesti).

    Venendo alla trama vera e propria e analizzando questi primi dieci numeri nel loro complesso però qualche barlume di speranza sembra venire fuori, la storia si apre con l’omicidio dei “Flying Grayson” durante un loro spettacolo circense ad opera di un piccolo malavitoso assoldato sempre per questo tipo di lavoro sporco, ovviamente stiamo parlando dei genitori di quel Dick Grayson già ben noto ai lettori batmaniani, in questo caso ragazzino dodicenne che assiste al fatto rimanendone sconvolto, esattamente come accadde a Bruce anni prima e che subito interviene nei panni del suo oscuro alter ego prima salvando il ragazzo da un gruppo di poliziotti corrotti che volevano completare l’opera e poi iniziando le indagini per scoprire esattamente i mandanti del massacro e i loro moventi, non trascurando ovviamente di iniziare l’addestramento del giovane come sua spalla.


    L’incipit quindi poggia su un evento classico della mitologia del Cavaliere Oscuro e di per sé la trama non presenterebbe nulla di così innovativo o sorprendente,
    a fare la differenza sono però le esagerazioni e le iperboli, presenti anche con un linguaggio mai come in questo caso infarcito di slang e parolacce decisamente inusuale per un fumetto americano mainstream (che sono arrivate ad essere infatti censurate dalla DC nel numero 6, una manciata, e ben di più nel numero 10 che è stato addirittura ritirato e poi ristampato perchè il nero coprente le varie contumelie in prima edizione non è venuto abbastanza scuro da coprirle abbastanza!), con espressioni come “Damn” e “Goddam” (Dannazione! Maledizione!) diventate ormai intercalari obbligati e onnipresenti in quasi tutti i dialoghi, donando all’opera nel suo complesso un sapore decisamente inedito e gustoso ma che comprensibilmente ha anche disorientato parecchio molti fan che forse si aspettavano una caratterizzazione di Batman e anche degli altri personaggi DC che compaiono nel prosieguo della narrazione, più classica e conseguentemente non erano preparati a tutta questa serie di trovate così al limite dell’assurdo tali da poter apparire quasi insensate.



    In assoluto ordine sparso abbiamo quindi, una Vicky Vale che gira in mutande e reggiseno per ben tre pagine subito in apertura del primo numero (tanto per gradire), poliziotti corrotti che rapiscono Dick dopo l’omicidio dei suoi genitori e lo portano in un boschetto vicino per ucciderlo, Batman che lo salva in extremis piombando sulle auto della polizia con la sua batmobile distruggendole letteralmente e volando via grazie a razzoni non indifferenti che fuoriescono nella modalità volante della sua macchina (dotata anche di un consistente numero di missiloni), sempre Batman cerca di far coraggio a Dick ancora sconvolto per tutti gli avvenimenti che ha vissuto in così poche ore, prima minacciandolo, poi schiaffeggiandolo, poi pentendosi tra se e sé, poi ripensandoci, poi ridendo come un matto, poi continuando col suo atteggiamento duro, poi ripensandoci nuovamente e facendo lo sborone (su quanto è “cool” la sua bat-caverna) e così via (praticamente una crisi psicotica), nella bat-caverna vorrebbe costringere il ragazzo a procurarsi il cibo arrangiandosi da solo e quindi a far fuori qualche topo o pipistrello (per fortuna ci pensa Alfred a fargli un hamburger con patatine) sistemandosi a dormire un po’ dove gli capita, ovvero al buio e al freddo, Black Canary (che compare nel terzo numero) è una barista che lavora nell’omonimo locale, di fatto una bettola mal frequentata, complice anche la sua divisa da educanda, ovvero un body di pelle succinto e calze a rete, finisce per attirare le pesanti attenzioni dei suoi clienti tra cui quelle di un paio teppisti di cui uno dannatamente somigliante a un certo Oliver Queen finchè una mano allungata dal suo compare e l’ennesima battuta di troppo la fanno scatenare in una rissa epocale senza precedenti dove finisce per fare piazza pulita di tutti gli astanti, non semplicemente picchiandoli, ma massacrandoli letteralmente di botte, decide quindi di emulare Batman, uno che appunto quando c’è da menare mena e pure di brutto (ridendo come un pazzo), e si getta in moto alla sua ricerca, scopriamo anche che la moglie di Gordon è ormai alcolizzata e che il commissario intanto si risente al telefono, dopo “qualche mese”, con una certa Sara (ovvero quasi certamente la stessa Sara Essen con la quale ha avuto una relazione extra-coniugale in Batman Year One), con la quale parla anche di suo figlio James (quello salvato in extremis da Bruce Wayne sempre nel finale di Year One e che ora dovrebbe avere un annetto), mentre l’altra sua figlia Barbara (!) è quindicenne e a sua insaputa decide anche lei di emulare Batman travestendosi da Batgirl con risultati non proprio brillanti ma perlomeno lo fa non lesinando un mare di parolacce (di cui le piccole censure nel numero 6 e quella maxi del 10), in tutto questo manicomio c’è spazio anche per quei simpaticoni della Justice League, allarmati dal “rapimento” del ragazzo da parte di Batman che getta una pessima luce su tutta la comunità supereroistica, abbiamo quindi una Wonder Woman amazzone fino al midollo abbastanza bellicosa che volentieri spaccherebbe la faccia a chiunque soprattutto se uomo visto che li reputa tutti bugiardi (ne chiama uno “sperm bank”, ogni traduzione è superflua), un Superman (che curiosamente non vola ma che procede spedito per grandi balzi) che la rimette in riga baciandola senza tanti complimenti davanti agli altri membri (tanto per far capire chi è che porta i pantaloni a casa) e che cerca di mediare un po’ tutte le posizioni, con Plastic Man (!) che sullo sfondo si spara le pose più assurde mai viste (creando gag surreali che più non si può) fino ad arrivare a quell’altro “moron” (ovvero “coglione”, come lo apostrofa Batman) di Lanterna Verde che insiste per parlare con Bats della faccenda e questi lo accoglie (in un episodio da antologia, il nono) in una stanza completamente dipinta di giallo sorseggiando una gialla limonata dipinto anche lui di giallo da capo a piedi, nel degenerare della discussione con il ragazzo meraviglia che frega addirittura l’anello a LV, Robin (che già era ben allenato come acrobata) finisce per spaccare la trachea con un colpo di karate a Hal costringendo Batman a soccorrerlo in extremis con una tracheotomia (non prima di aver pestato Robin per l’insubordinazione).

    Non può mancare ovviamente anche il Joker, che compare però solo nel numero 8, paradossalmente quasi a fare da contraltare a un Batman così pazzesco (in tutti i sensi) viene dipinto come un killer sicuramente spietato e inquietante ma tutt’altro che ridanciano come siamo abituati a vederlo, bensì apparentemente molto più sobrio e misurato negli atteggiamenti ma decisamente agghiacciante anche grazie alla rappresentazione grafica di Jim Lee
    , lo troviamo infatti a letto con una giornalista (!) che alla fine ovviamente uccide (è il suo modo di “amare”) e di cui ordina al suo tirapiedi, il trans nazi con le svastiche sulle poppe, Bruno, direttamente dal Dark Knight Returns, di liberarsi del corpo, forse aver ricordato il suo tentativo di avvelenare un anno prima l’acquedotto di Gotham, come accennato nelle ultime vignette di Batman Year One, non le ha giovato, insomma, c’è più di qualche indizio che fa propendere questa run come l’ideale trait d’union, il tassello mancante da collocare a metà strada tra Year One e Dark Knight Returns di cui curiosamente Barbara Gordon/Batgirl ha il poster promozionale in camera, assieme ad uno raffigurante il Batman di Adam West (sicuramente grossa fonte di ispirazione di Miller per questa sua opera) e a vari volumi quali 300, Sin City e pure Gen 13 (oltre alle “1001 Notte”!), i disegni eccezionali come sempre di Jim Lee completano il tutto offrendo allo stile super-sborone e fracassone di tutti gli albi la giusta e dinamica rappresentazione grafica e prospettando quindi la concreta possibilità di ottenere il terzo capolavoro da inserire senza remore tra le altre due pietre miliari batmaniane.

    Il lettore italiano ha la rara possibilità di poter gustare il primo blocco di 9 episodi tutti in una volta grazie all’edizione over-size e cartonata pubblicata dalla Planeta deAgostini ed uscito lo scorso venerdì, il formato maggiorato permetterà di godere appieno della bellezza dei disegni ma soprattutto poter leggere in un’unica soluzione praticamente metà dell’opera consentirà un giudizio seppur ancora parziale sicuramente più obbiettivo, da tenere d’occhio come non mai in questo caso la traduzione che oltre a dover rendere conto del diffusissimo linguaggio gergale dovrà misurarsi anche con le varie censure apportate al testo in origine (sebbene siano molteplici più nel numero 10 che è comunque fuori da questa prima raccolta).

    Il problema anche per il lettore italiano sarà, stando alla periodicità assurda delle uscite americane, ferme come detto al numero 10 uscito nell’agosto scorso e che non prevedono ancora le future date per i prossimi numeri, che il volume conclusivo con gli ultimi capitoli potrebbe uscire tra non meno di tre/quattro anni
    (!), nell’attesa chi si lascerà prendere da questa nuova rivisitazione iperbolica di Batman dove i “SuperAmici” si schiantano sul “Dark Knight Returns” e dove “Adam West” collide con “Batman Year One”, potrà illudersi per un bel po’ e a ragion veduta di trovarsi di fronte ad una probabile pietra miliare della storia del Cavaliere Oscuro e se il ciclo conclusivo manterrà veramente le aspettative, con un Batman folle diviso tra pupe da sballo (Selina/Catwoman e Black Canary), un Robin già su una pessima strada, una Justice League tra le più strane mai viste che ora ha più di un motivo per avercela con entrambi e un Joker silenzioso e spaventoso come mai s’era visto (“not very funny” come dice di sé stesso), sarà l’apoteosi (e io umilmente propendo fortemente per questa ipotesi), altrimenti avremo una delle storie di Batman più disastrose di tutti i tempi, ma siate fiduciosi, non accadrà, per dirla alla All Star Batman, o capolavoro o morte!


    ho messo in grigio le parti che parlano della trama, non leggetele... il resto è evidenziato.
    comunque, il libro mi ha lasciato un po' interdetta.
    ok, lasciato a metà ma...
    batman così cattivo mi spiazza..... è folle, sembra joker!
    joker invece è cruento, sano, soltanto estremamente crudele.
    i disegni sono molto rifiniti, tecnicamente è jim lee, insomma. però sa i già visto, già letto.

    boh, mediamente soddisfacente......
     
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