Uno di noi

~ Michael Marshall Smith

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    Titolo: Uno di noi
    Autore: Marshall Smith Michael
    Anno: 1998
    IBS

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    CITAZIONE
    "Se fossi stato induista, o buddhista, o ancora un indiano hopi, forse avrei fornito un resoconto diverso, cambiando alcuni nomi, ma la storia sarebbe stata la stessa. "


    Un libro di fantascienza del tutto particolare, forse più che di fantascienza si può parlare di un romanzo dalla forte tensione simbolica. La vicenda si svolge in un prossimo futuro (viene rievocato anche il ricordo della notte di capodanno del Duemila), il protagonista è un "duro" che però sa amare, il dialogo è crudo e incisivo, molto "americano". Insomma un classico libro d'azione se non fosse per la trama insolita. All'inizio il protagonista, Hap Thompson, per professione smista incubi e sogni, trovandosi lui stesso, talvolta, in preda a incubi altrui non certo desiderati, ma in un secondo tempo il suo lavoro diventa più pericoloso, e anche pieno di sofferenza. In che cosa consiste? Nell'immagazzinare ricordi che spariranno dalla mente del loro proprietario. Quali ricordi però si vogliono regalare ad altri? Di sicuro i più dolorosi. Questa attività è del tutto illegale e così il romanzo si colora anche di giallo: sparatorie e inseguimenti, poliziotti e gangster, rapine e omicidi.
    Emergono nella mente del protagonista ricordi lontani, dell'infanzia, che mai erano tornati alla coscienza: ma anche il ricordo personale può essere pericoloso e sgradito, può riportare ad una dimensione e a rapporti che devono essere interrotti perché il nostro precario equilibrio quotidiano sia salvaguardato.
    Una forte tensione spirituale comunque è sottesa al romanzo, soprattutto nella seconda parte, e non solo per la presenza di angeli o per la conclusione che afferma il peso che i morti che abbiamo amato possono avere nella nostra vita, quanto per una sensazione di bisogno della presenza di Dio, bisogno di un mondo che lo possa e lo sappia accogliere, rimpianto per un'epoca in cui questo era stato possibile, tristezza per la vittoriosa laicità della vita.






    PROLOGO
    Notte. Un incrocio, nella zona morta di Los Angeles. Non conosco il quartiere, ma è certo che non vi ci vorreste trovare. Due strade e nient'altro, larghe e diritte, srotolate nel mondo in quattro direzioni, faticosamente arrancanti verso posti non certo migliori, passando per luoghi probabilmente peggiori.
    Edifici deserti acquattati nella bruma a ogni angolo, pieni di sonno e di silenzio. Sembrano pronti ad avventarsi su di noi come una specie di villaggio spettrale da cartone animato, ma l'impressione è sbagliata. I cubi di cemento armato a due piani non possono muoversi. Non è nella loro natura. La città pare un fitto reticolo di assenze, come se le strutture in essa introdotte risultassero ridimensionate dagli spazi rimasti intatti; come se quello che non c'è fosse di gran lunga più reale di ciò che si vede.
    Nel frattempo un cane esala gli ultimi respiri, accucciato sulla soglia di un negozio di alcolici aperto 24 ore su 24. La luce all'interno è così gialla che il vecchio addormentato dietro il bancone sembra galleggiare in formalina. Quando era più giovane, forse lei avrebbe fatto qualcosa per quel cane. Ma ora si rende conto che in realtà non gliene importa nulla. L'emozione è cosa troppo antica, sepolta troppo in profondità - eppoi, il cane morirà comunque.
    Non so quanto aspettiamo, in piedi su quella soglia poco illuminata, sprofondati nel suo costoso cappotto. Lei si fuma mezzo pacchetto di Kim, ma lo fa velocemente e non ha orologio. Pare un'eternità, come se quest'angolo di deserto fosse l'unico luogo da me conosciuto, il solo che io abbia mai visto; come se il tempo si fosse fermato e, giunto a un punto morto, non vedesse alcuna particolare ragione per riprendere a scorrere.
    Alla fine, il suono di un'auto si stacca dal distante rumore di sottofondo e fa il suo ingresso in questo microcosmo. Lei si volta e vede provenire dalla strada una sventagliata di abbaglianti, sente lo sfrigolare dei pneumatici sull'asfalto, il rombo di un motore contento di fare il proprio mestiere. Il suo cuore rallenta un poco, mentre osserviamo l'auto che si avvicina; la sua mente è fredda e impassibile. Non è neppure odio quello che prova, stanotte, né potrà più provarne. Quando il cancro della sofferenza supera per dimensioni il corpo che lo ospita, è il tumore che comanda. Lei ha smesso di combattere, ormai. Cerca soltanto un po' di pace.

    fonte: http://www.wuz.it/archivio/cafeletterario.it/074/cafenov.htm

    Da Wikipedia qualcosa sul'autore

    :=):


    l'unica cosa che mi sfugge, e che non ritrovo, è il legame con il cyberpunk che son sicura che quando l'ho comprato ci stava!! Forse era la fascia in carta che lo avvolgeva che diceva qualcosa circa il cyberpunk!
    Questo perchè mi ricordavo che venisse presentato come tale, mentre in giro sembra essere catalogato, giustamente, come fantascienza...
    bho!

    Edited by Nebu - 2/9/2009, 19:59
     
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0 replies since 1/8/2009, 14:49   48 views
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