Giordano Bruno - Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam.

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  1. aspirantelatinista
     
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    Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam.

    Voglio cominciare con la frase che pronunziò Giordano Bruno sprezzante, al momento della lettura del verdetto.
    Figura interessante e poliedrica, grande maestro di magia, conoscitore delle lettere e della filosofia, spirito libero e innovatore. Nei secoli la Chiesa ha cercato di minare la sua autorità dalla sua uccisione, alle proteste ottocentesche per quanto riguarda la sua statua a Roma, fino a degli articoli apparsi recentemente (nel 199a) su organi di stampa dell'Opus Dei: "Giordano Bruno era praticamente ateo, negava il libero arbitrio e l'immortalità dell'anima. Oggi, dopo la ghigliottina, i Lager, i Gulag, sappiamo cosa succede quando a "filosofi" del genere è permesso divulgare nelle piazze (come faceva Bruno) le proprie idee. I nostri padri avevano il buonsenso (che noi abbiamo perduto) di punire i pessimi teorici più che i criminali comuni, i quali operano un male che è necessariamente circoscritto e limitato".

    Il carissimo prelato conosce poco il pensiero di Bruno, gli è forse sfuggita la doppia visione di dio: mens super omnia e mens insita omnibus. Dio come mente trascendete e immanente.

    Ma andiamo con ordine. Bruno ha sempre dimostrato, acume e grandi capacità critiche, ciò gli costò nel 1576 un'accusa di eresia, perciò svestì l'abito domenicano e scappò a Ginevra dove sperava di trovare un ambiente più aperto, abbracciò la fede calvinista, ma anche lì entrò in conflitto col potere religioso. Così scappò a Tolone, dove insegnò. In Francia vi era la guerra tra cattolici e ugonotti, si reca, poi, a Parigi, dove entra nelle grazie di Enrico III. Nel 1583 si trasferisce a Londra come ambasciatore del re francese da Elisabetta I (era un periodo culturalmente fecondo per l'Inghilterra) e prese la cattedra ad Oxford, fu questo il periodo più fecondo della sua vita. Nel 1586 torna a Parigi, ma per motivi politici, scappa a Wittemberg, poi a Praga e a Francoforte. Nel 1591, invitato dal nobile di Venezia, Giovanni Mocenigo, si trasferisce nella città e resta nella sua casa come professore privato. Il nobile, però, finisce per denunciarlo all'inquisizione, che lo processa per eresia. L'inquisizione veneta chiede l'estradizione: una volta ottenutala, il processo continua a Roma per ben sette anni. Il 17 febbrabio del 1600 la Chiesa uccide una delle più belle menti del mondo, uno tra gli uomini più coraggiosi che non ha rifiutato di pentirsi per le sue idee andando incontro a una morte atroce. Quando parlo di Bruno lo faccio sempre con molta emozione e mi tocca sempre ricordare la sua morte. Martire della libertà... Ecco il rigore dell'aspirante filologo lascia spazio alle passioni!

    Fu una persona che si pose in maniera sarcastica e polemica nei confronti delle istituzioni culturali. Il rifiuto delle regole e dei dogmi si accompagna a un'idea della letteratura come "eroico furore", libera ispirazione di origine "divina". Immedesimazione nella natura (si veda il mito di Atteone), il furore è Eroico ed è bello notare come questo "eroico" derivi da Eros e intende una passione.Non più unione con qualcosa di trascendente, ma con la materia, la natura, con l'immanente per eccellenza.
    Egli ha sempre criticato ogni società rigida in cui si trovava, ad esempio nella "Cena delle ceneri" rappresenta in modo satirico la società inglese. Per questa ragione non si trovo bene in nessun luogo da lui abitato.
    Contro il dogmatismo, quindi, anche contro tutte quelle idee che ponevano la terra al centro di tutto, fu anche un assertore dell'infinità dei mondi, concetto ripreso dal Lucrezio (D.R.N. II), autore da lui molto amato.
     
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  2. S pondilodisciteinfettiva
     
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    Matteo, in alto ... sopra di noi...la luna ha un cratere infinito che si allunga per la misura di un oceano.
    L'astronomo che lo scoprì si ricordò degli eroici furori.
    Ora, quel cratere, nel pieno oblio dei fautori d'imbecillità, reca il nome di Bruno.
     
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  3. aspirantelatinista
     
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    CITAZIONE (S pondilodisciteinfettiva @ 27/7/2009, 21:50)
    Matteo, in alto ... sopra di noi...la luna ha un cratere infinito che si allunga per la misura di un oceano.
    L'astronomo che lo scoprì si ricordò degli eroici furori.
    Ora, quel cratere, nel pieno oblio dei fautori d'imbecillità, reca il nome di Bruno.

    Bello!
     
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  4. TheGrandWazoo
     
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    che significa la frase che pronuncio' quando fu condannato ?
    chiedo perdono ma di ladino non so' nulla
     
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  5. CrashingNightingale
     
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    Dovrebbe essere più o meno: "Tremate forse più voi nel pronunciare la sentenza che io nell'ascotarla".
    Sono arrugginitissssssimo!!!!
     
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  6. TheGrandWazoo
     
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    ahahah e' stato grandioso.
    grazie
     
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5 replies since 27/7/2009, 20:42   1709 views
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