Delitto e castigo

~ Fëdor M. Dostoevskij

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Lascio che le cose mi portino altrove

    Group
    Amministratori
    Posts
    21,962

    Status
    offline
    Titolo: Delitto e castigo
    Autore: Fëdor Dostoevskij
    Anno: 1866
    Link Ibs: Delitto e castigo
    image

    Преступление и наказание; Delitto e castigo (delitto e pentimento)


    Scritto e ambientato nella secondà metà dell'ottocento, a san Pietroburgo, più precisamente nel quartiere della Sennaja.

    Immagino che possa spaventare i più, vista la "pesantezza" del titolo e delle pagine. Non lasciatevi fuorviare.
    Per quanto riguarda il numero di pagine è noto che gli scrittori russi amino allungare il brodo, ma sapete perchè? Venivano pagati a pagina scritta, quindi ne avevano tutto l'interesse! Il buon fedor per risparmiare sulla spesa di copiatura si sposò la dattilografa :lol:
    Il titolo invece è ripreso da "dei delitti e delle pene" di Beccaria.
    Infatti Dostoevskij intendeva, con questo libro, analizzare le motivazioni che spingono un uomo a uccidere, e le pene da imporre. Ovviamente ha poco a che vedere con il libro del nonno di Manzoni, ma a noi questo non interessa!

    Con buona pace di Nabokov, che lo detesta, io trovo questo libro un vero capolavoro.
    Come ho detto è ambientato a San Pietroburgo, e come per i racconti di Gogol', non potrebbe essere ambientato altrove.
    Infatti la vicenda si svolge a luglio, e posso dirvi sulla mia pelle che è uno dei periodi peggiori in cui andare. Infatti intorno alla prima metà di luglio ha luogo il fenomeno delle cosiddette "notti bianche", ovvero notti in cui il sole tramonta verso l'1 e sorge verso le 3, con conseguente chiarore costante, queste giornate abbaglianti, caldissime, afose e piene di zanzare che manco quindici strati di autan ti salvano :cry:.
    Raskolnikov, così si chiama il nostro eroe, è un letterato poverello, fuggito dalla campagna in cerca di lavoro nella città. Vive in una stanzetta in affitto, e un po' per via del delirio causato dal caldo, un po' per la pazzia latente influenzata dalla città (ricordate l'accenno che ho fatto sulla storia pietroburghese e la conseguente alienazione dei personaggi che qui si muovono?), scrive un articolo in cui si chiede se Napoleone fosse un eletto.
    Le morti da lui causate erano state funzionali alla sua grandezza.
    Così, imbevuto un po' del mito del super uomo e un po' di egocentrismo, forse convinto di essere anche lui un "eletto" decide di mettere in pratica le sue idee/ideologie.
    SPOILER (click to view)
    Soltanto che essendo un ragazzo in fondo semplice e "buono" ben presto i sensi di colpa hanno il sopravvento. Complice una burocrazia subdola, poliziotti meschini, l'arrivo della madre e della povera sorella Dunja promessa sposa a un signorotto, Raskolnikov si sente stretto e costretto, e sull'orlo della pazzia....
    L'unico amico che gli rimane accanto è Razumichin, metafora dell'intelletto ("um=intelligenza; razumich significa qualcosa di assimilabile ma non ricordo più), che gli resterà vicino fino all'ultimo.

    La vicenda si chiude con un processo ed una pena da scontare in un carcere nell'est della Russia, lontano da tutti.
    Una conclusione un po' sconclusionata, a dir la verità, probabilmente aggiunta in un secondo momento, in quanto è evidente che l'intento iniziale di D. è far capire che il "castigo" inflitto non è quello della giustizia terrena quanto il senso di colpa che divora Raskolnikov e lo conduce appunto sull'orlo della follia.



    Piccola analisi "critica" : Nabokov odia Dostoevskij
    Dal romanzo si evince una città intricata, fatta di vicoli stretti e palazzi incombenti, con angoli chiusi, tortuosi, bui; cosa che in realtà non è, anche quel quartiere è fatto di strade larghe come piazze, palazzi settecenteschi (ricordo che la città è stata fondata nel 1703) e soprattutto in quel periodo terribilmente illuminati.... Questa infatti è una delle più grandi critiche mosse da Nabokov al romanzo e in generale a tutti i romanzi Dostoevskjani, ovvero è l'assenza di verosimiglianza. Inoltre per N. i personaggi di D. sono irreali, banali, vittime di passioni troppo grandi e stereotipate, alienati e patetici....
    Insomma, proprio non gli piace

    Edited by Yelena‚ - 25/3/2011, 09:21
     
    Top
    .
  2. indie_orchestra
     
    .

    User deleted


    Anch'io amo questo libro :) Come del resto diceva anche Nietzche, Dostoevskij era davvero un maestro nella descrizione psicologica dei personaggi, e come dargli torto! E tra parentesi, sono molto interessata alla psicologia in generale... :)
     
    Top
    .
  3. S o n i a
     
    .

    User deleted


    Questo romanzo è un capolavoro!
    CITAZIONE
    Dal romanzo si evince una città intricata, fatta di vicoli stretti e palazzi incombenti, con angoli chiusi, tortuosi, bui;

    non ho avuto questa impressione leggendo il libro. Dostoevskij a San Pietroburo ci viveva e conosceva benissimo la città. A mio avviso l'ha descritta molto bene. Ci sono stata a fine luglio e ho voluto cercare i luoghi in cui si svolgevano le vicende del romanzo (la casa dell'usuraia, la casa di Razkolnikov la Sennaya, la Fontanka).
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar
    Group
    Amministratori
    Posts
    5,530

    Status
    offline
    Dal romanzo si percepisce costantemente un senso di oppressione e di chiusura, di incombenza...è una cosa che hanno fatto risaltare moltissimi studiosi.
    San Pietroburgo viene descritta come se si trattasse di una città angusta.
    Io sono stata a mangiar pannocchie sulla Sennaja, perdendomi più e più volte in quel quartiere, ed è tutto l'opposto: strade larghe (come in tutta la città), spaziose, luminose. Alle otto e mezza, a agosto, il sole è ancora alto, palazzi abbastanza in buono stato anche oggi (considerando che ci sono quartieri che cadono letteralmente a pezzi).
    E' il tormento di Raskolnikov che gli fa percepire questo buio, questa oppressione!
    C'è un netto contrasto tra lo spazio reale e lo spazio in cui si muovono i protagonisti del romanzo....
     
    Top
    .
  5. S o n i a
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (°Yelena @ 5/9/2009, 11:09)
    Dal romanzo si percepisce costantemente un senso di oppressione e di chiusura, di incombenza...è una cosa che hanno fatto risaltare moltissimi studiosi.

    Forse non mi ricordo bene. Il senso di oppressione di cui parli, lo ricordo in riferimento agli ambienti interni e non alla città, ma mi posso sbagliare ...
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar
    Group
    Amministratori
    Posts
    5,530

    Status
    offline
    Gli edifici vengono descritti come cupi, bui, chiusi tra vicoli, senza finestre, senza luce: cosa un po' improbabile visto che la via più stretta sarà larga 10 metri :XD:
    A parte tutto, ci sono passaggi in cui Raskolnikov, quasi delirando esce e vaga per la città, vedendo cose che non sono reali!..
    ...ecco una foto scattata in quella zona alle 20.30 O_o
    image
    SPOILER (click to view)
    Comunque, Sonia, queste cose che ti dico sono riprese da appunti e memorie di esami dati, non sono cose che sostengo per il gusto di darti contro! in effetti, sinceramente, neanche io mi ricordo molto bene questi passaggi, però mi ricordo fin troppo bene la critica che ho dovuto studiare... ho fatto un esame monografico su questo libro.... arg!
    :XD:
     
    Top
    .
  7. trinity987
     
    .

    User deleted


    Ho letto questo libro credo circa 7 anni fa per cui potrò riportare più
    che altro le impressioni che di quel libro mi son rimaste...ricordo che quando ho finito di leggerlo mi sentivo la febbre, tanto, forse, mi ero immedesimata in Raskolnikov. Di lui mi avevano colpita l'inquietudine, il tormento che si irradiava intorno a lui. Concordo con LLn quando scrive che il romanzo non poteva che essere ambientato a San Pietroburgo...a volte questa città mi da l'impressione (attraverso i romanzi, purtroppo non ci sono ancora stata) di essere specchio dell'anima dei personaggi che vi si aggirano, e tanto più sono tormentati tanto più essa sembra emanare effluvi malefici, nebbie sinistre. Si, i personaggi sembrano vivere in una sorta di sogno, che però è tanto più realistico perchè si tratta, nè più nè meno, della loro anima, delle loro paure e dei loro orrori materializzati al labile confine tra realtà e terrificante fantasia.
    Nel caso di Raskolnokov mi è capitato spesso di pensare che per lui il castigo fosse cominciato ben prima del delitto, per la sua inquietudine, le incertezze, la paura...

    Tiratemi giù se pensate che stia esagerando...amo Dostoevskji e quando lo leggo mi sembra di essere trasportata in un altrove a volte raccapricciante ma che spesso mi sembra più vero del reale...
     
    Top
    .
  8. h eroi n
     
    .

    User deleted


    La versione che avevo acquistato veniva chiusa da un saggio/poscritto di Pasolini, in cui descriveva i differenti piani di lettura del romanzo (quello più spiccatamente narrativo, e quello invece psicologico e quasi subliminale): faceva sfociare il proprio commento in una lode del genio di Dostoevskij, che precorreva epocalmente i vari topos del '900, e persino le teorie freudiane. Bello.
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar
    Group
    Amministratori
    Posts
    5,530

    Status
    offline
    che bello,non conoscevo questo saggio, sarei molto curiosa di leggerlo...che edizione era?
     
    Top
    .
  10. h eroi n
     
    .

    User deleted


    Quasi sicuramente trovi su google. Vado di fretta, sennò te lo cercherei.
    Purtroppo non ho il libro a portata di mano per dirti dell'edizione, l'ho prestato a non ricordo chi, mah -_-
     
    Top
    .
  11. LeopoldKlein
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Yelena‚ @ 13/11/2010, 11:09) 
    che bello,non conoscevo questo saggio, sarei molto curiosa di leggerlo...che edizione era?

    l'edizione è questa:

    http://www.ibs.it/code/9788804536307/dosto...to-castigo.html
     
    Top
    .
10 replies since 7/7/2009, 09:46   657 views
  Share  
.