Dino Buzzati

Ovvero, la normalità dell’assurdo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Lascio che le cose mi portino altrove

    Group
    Amministratori
    Posts
    21,963

    Status
    offline
    Non so se qualcuno di voi lo conosce.
    E' sicuramente uno dei grandi scrittori italiani del 900.
    Il suo libro più celebre: il deserto dei tartari

    CITAZIONE
    In un’intervista, Buzzati affermò che lo spunto per il romanzo, era nato “dalla monotona routine redazionale notturna che facevo a quei tempi. Molto spesso avevo l’idea che quel tran-tran dovesse andare avanti senza termine e che mi avrebbe consumato così inutilmente la vita. È un sentimento comune, io penso, alla maggioranza degli uomini, soprattutto se incasellati nell’esistenza ad orario delle città. La trasposizione di questa idea in un mondo militare fantastico è stata per me quasi istintiva”.

    CITAZIONE
    Nel gennaio del 1939 consegna il manoscritto de Il deserto dei Tartari all'amico Arturo Brambilla perche' lo consegni a Leo Longanesi, che stava preparando una nuova collezione per Rizzoli denominata il "Sofa' delle Muse". Su segnalazione di Indro Montanelli, questi accetta la pubblicazione del nuovo romanzo di Buzzati; tuttavia, in una lettera, Longanesi prega l'autore di cambiare il titolo originario La fortezza, per evitare ogni allusione alla guerra ormai imminente.
    Dopo il Deserto dei Tartari, che Buzzati considerò “il libro della sua vita” e che certamente è uno dei romanzi più significativi di tutto il Novecento, lo scrittore affronta il racconto, genere in cui raggiungera’ risultati di valore assoluto.

    http://www.geocities.com/Athens/Delphi/8892/
    http://it.wikipedia.org/wiki/Dino_Buzzati

    CITAZIONE
    Dno Buzzati Traverso nasce il 16 Ottobre 1906 a San Pellegrino, vicino Belluno, da una famiglia dell'agiata borghesia: il padre insegna Diritto internazionale all'Università di Pavia, la madre, veneziana, è sorella dello scrittore Dino Mantovani, assai noto nell'ultimo Ottocento. La villa bellunese è il fulcro della sua infanzia e l'origine dell'universo fanta-reale dello scrittore, con la sua suggestiva biblioteca, il granaio misteriosamente abitato dallo spirito di un antico fattore.

    Frequenta il liceo classico Parini di Milano e si laurea in Giurisprudenza con una tesi su La natura giuridica del Concordato.

    Compie il servizio militare come ufficiale di complemento e, nel 1928, entra, come cronista, al «Corriere della Sera», giornale che non abbandonerà fino alla fine dei suoi giorni. Nel 1933 pubblica il suo primo romanzo Bàrnabo delle montagne, racconto lungo che racchiude quelli che saranno i temi cari alla sua poetica. Due anni dopo viene dato alla stampa Il segreto del Bosco Vecchio favola vagamente allegorica che passa quasi inosservata, dato il difficile momento politico europeo. Nel 1939, il giornale lo manda in Etiopia, come inviato speciale: un anno più tardi, Buzzati pubblica quello che viene considerato il suo capolavoro narrativo: Il deserto dei Tartari. Quello stesso anno si imbarca come corrispondente di guerra.

    Nel 1942 pubblica I sette messaggeri, una raccolta di novelle che comprende Sette piani, angosciante viaggio all'interno della decadenza fisica e della morte, presagio di quella che sarà la sua stessa fine. È la volta, nel 1945, della favola per bambini La famosa invasione degli orsi in Sicilia e de Il libro delle pipe dopo i quali, per ben quindici anni, Dino Buzzati scriverà solo racconti, opere letterarie, libretti teatrali, divagazioni diaristiche (per citarne alcuni: Paura alla Scala, Il crollo della Baliverna, con cui vincerà il premio Napoli, ex aequo con Cardarelli; Ferrovia sopraelevata, racconto musicale in sei episodi; In quel preciso momento).

    Dino Buzzati, ovvero, la normalità dell’assurdo
    Nel 1958 vince il Premio Strega con il libro Sessanta racconti. Nel 1960 pubblica Il grande ritratto, esperimento di romanzo fantascientifico, non molto riuscito dal punto di vista letterario, ma importante dal punto di vista tematico, poiché segna l'inizio dell'esplorazione di un nuovo tema: quello della femminilità, fino a quel momento avulso dalle opere dello scrittore o, quantomeno, marginale. Sembra il preludio del romanzo che Buzzati pubblicherà tre anni dopo, nel 1963: Un amore. Forse vagamente autobiografico, certamente diverso dalle altre opere, oggetto di critiche severe e da parte dei suoi detrattori e da qualche suo lettore: come Antonio Dorigo, il protagonista della vicenda, che incontra l'amore a cinquant'anni, Dino Buzzati prenderà moglie in età alquanto avanzata, a sessant'anni.

    Nel 1965 esce Il capitano Pic e altre poesie, prima esperienza poetica di Buzzati.

    A fianco dell'attività giornalistica e letteraria del grande scrittore, ebbe un certo rilievo quella pittorica: autore di bozzetti e di dipinti vari, Buzzati partecipa a numerose mostre, dichiarando di considerare la pittura non come un hobby ma come il proprio mestiere. In un discorso autoironico, pubblicato nel catalogo della galleria d'arte Cavalletto, nel 1968, afferma che «Dipingere e scrivere per me sono in fondo la stessa cosa. Che dipinga o scriva, io perseguo il medesimo scopo, che è quello di raccontare delle storie». Con Poema a fumetti vincerà il premio Paese Sera, nel 1970. Nel 1971 raccoglie in un volume alcuni fra i suoi elzeviri, intitolandolo Le notti difficili. Mentre già lo assedia la terribile malattia che lo porterà alla morte il 28 Gennaio del 1972.

    Così Indro Montanelli lo ricorda, nella prefazione di Il reggimento parte all'alba (raccolta di racconti in cui è imperante la metafora del reggimento/morte sempre in agguato):

    «Rammento l'ultima nostra passeggiata, a Cortina. Era già malatissimo, ma non voleva dirlo. Preferiva far finta di credere a ciò che dicevano i medici, i quali parlavano come certi personaggi dei suoi racconti, per sfumate allusioni, che volendo infondere fiducia in ciò che dicevano, mettevano i brividi nelle ossa per ciò che tacevano…».

     
    Top
    .
  2. Tindomul
     
    .

    User deleted


    Io ho letto il Deserto dei Tartari e devo dire che mi è piaciuto molto...poi il finale...uao..senza parole..
     
    Top
    .
1 replies since 23/3/2008, 14:55   456 views
  Share  
.