Il signore delle mosche ~ William Golding

~ Libro del mese di febbraio 2012

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    Libro del mese di febbraio 2012
    il signore delle mosche Golding
    Titolo Il signore delle mosche
    Autore Golding William
    IBS
    CITAZIONE
    Il signore delle mosche (titolo originale Lord of the Flies) è il più celebre romanzo di William Golding, scritto nel 1952 e pubblicato nel 1954.

    In questo romanzo si narra ciò che accade ad un gruppo di ragazzi inglesi reduci da un incidente nel quale è precipitato l'aereo su cui erano in volo durante l'evacuazione allo scoppiare di un ipotetico conflitto planetario. I ragazzi si mettono subito all'opera per organizzarsi, ma tentando di imitare le regole del mondo degli adulti, trasformano quello che poteva essere definito come un paradiso terrestre in un vero inferno, dove emergono paure irrazionali e comportamenti selvaggi, solitamente tenuti nascosti dall'animo umano.
    Protagonisti iniziali della vicenda sono Ralph, ragazzo biondo di circa 12 anni e Piggy, altro ragazzo sopravvissuto all'impatto, grasso e con gli occhiali. I due riescono a recuperare una conchiglia che da quel momento, se utilizzata soffiandovi all'interno, farà riecheggiare per tutta l'isola il richiamo di adunata dei sopravvissuti e offrirà il diritto di parola al suo possessore. Questo richiamo convoca subito numerosi ragazzi tra cui Sam ed Eric, due gemelli biondi pieni di vita e il gruppo del coro. A capo di questo gruppo c'è Jack, un ragazzo alto ed ossuto, dai capelli rossi, patito della caccia fino all'esasperazione. Tra i ragazzi del coro c'è anche Simone che diverrà amico nonché aiutante di Ralph.

    Gli adolescenti devono adattarsi alla vita dell'isola: devono costruire rifugi, andare a caccia, fare delle leggi, eleggere un capo, tenere vivo il fuoco. Naturalmente dovranno fare tutto da soli, perché non c'è la supervisione di nessun adulto. Inizialmente viene eletto capo Ralph, il cui tipo di organizzazione simboleggia un ideale di Democrazia, in cui ognuno lavora per il benessere collettivo mentre Jack e i coristi dovranno armarsi di lance e cacciare i maiali selvatici provvedendo così al cibo. Ralph ha molti buoni propositi ma sembra che ai suoi compagni non importi nulla, tanto che stanno tutto il giorno a giocare e a fare il bagno.

    Il tempo passa e i ragazzi si abituano sempre più a quel modo di vivere fatto di giochi e divertimento, dimenticandosi anche di tenere il fuoco acceso, incuranti di un passaggio di una nave che così prosegue indifferente il proprio tragitto. Ben presto tuttavia la coesione dei diversi gruppi viene meno, si tralascia la costruzione delle capanne e l'organizzazione razionale di Ralph viene a poco a poco distrutta dal predominio di Jack con i suoi guerrieri, ormai regrediti a demoni di superstizione e crudeltà. La paura della "Bestia", l'ignoto demone ancestrale che terrorizza l'Uomo, si insinua e rende terribile e disastrosa la vita dei ragazzi. Un evento fortuito (la caduta del cadavere di un paracadutista sull'isola, il suo corpo privo di vita che il vento fa muovere scompostamente) porta all'identificazione della "Bestia" con un pericolo concreto da cui bisogna tenersi lontani a costo di rinunciare alle più elementari regole di convivenza.

    I cacciatori di Jack sono ormai fuori controllo. Il «Signore delle Mosche», una testa di maiale ucciso da Jack, infissa su un palo e attorniata da insetti, diventa il simbolo del decadimento. A Simone, sofferente di allucinazioni, il Signore delle Mosche rivela che non sarebbero mai riusciti a fermarlo. Il Male parla a Simone e dilaga ormai tra i ragazzi, distruggendo ogni forma di civiltà.

    I due gruppi, uno costituito dai cacciatori e l'altro capeggiato da Ralph, sono ormai divisi dalla violenza; diviene così inevitabile lo scontro, e nella lotta muoiono due bambini: Simone, e Piggy. Il primo viene massacrato dai calci e dai pugni degli altri bambini sulla spiaggia, mentre febbricitante ritorna barcollando nel gruppo dopo aver scoperto che la "Bestia" altro non era che un cadavere, mentre il secondo è gettato da un dirupo con la caduta conseguente fra le rocce.

    Intanto i due gemelli Sam ed Eric che erano con Ralph, sono tenuti prigionieri e a Ralph non resta che tuffarsi a capofitto in fuga nella foresta. Jack ordina subito di cominciare a cercarlo ma non trovandolo, come se fosse indemoniato e appoggiato da tutti gli altri, decide di dare fuoco a tutta l'isola per poterlo scovare. Ralph comincia così a correre a più non posso verso la spiaggia tra fuoco e fumo e arrivatoci stremato, pronto per la fine atroce che lo avrebbe atteso, si alza vacillando: e di fronte a lui trova un ufficiale della marina, che con il suo equipaggio giunge a salvare i naufraghi.


    Il tema predominante del romanzo riguarda la provocazione pessimista, circa la concezione dell'uomo, che egli crede irrimediabilmente "cattivo", sia in natura che in società. Difatti, lo stesso Golding scriverà che: "L'uomo produce il male come le api producono il miele". La comunità che precipita sull'isola è, in primo luogo, orfana di figure adulte. La giovane comunità si trova dunque ad emulare, istituzioni, atteggiamenti e gerarchia della società adulta; ma si tratta pur sempre di una copia che non rispecchia perfettamente la realtà, in quanto ne rappresenta un'emulazione fine a se' stessa, non supportata dal modo d'essere proprio di una società consapevole. Si ritrova così una situazione tipica della sociologia di gruppo: l'inerzia di un sistema emulativo di gruppo e l'impotenza della vittima, che portano il sistema a degenerare irrimediabilmente. Infatti, in questa convivenza forzata e in questo ambiente ostile, la reazione dell'essere umano che viene messa in evidenza è la brutalità e l'insensatezza dei comportamenti. L'autore mette quindi in primo piano il perenne contrasto fra il bene e il male mostrando il predominio degli istinti animaleschi sull'intelligenza non educata, su ogni senso di colpa e sul senso del peccato. Questa reazione drammatica e sconcertante risulta ancora più dirompente proprio perché l'odio sconfinato, in questo caso, non proviene da adulti inevitabilmente corrotti ma da giovani, ragazzi e bambini: gli "innocenti" per antonomasia. Dal libro si ricava quindi una visione pessimistica dell'indole umana, che è così malvagia tanto da far trasformare un paradiso tropicale in un inferno di incredibile desolazione, mentre chi lo popola regredisce progressivamente verso uno stato di primitiva barbarie senza più freni inibitori.

    Golding mostra dunque un lato decisamente pessimistico sulla visione dell'interiorità umana. Il suo pensiero è affine a quello di Martin Lutero, il quale sosteneva che l'uomo null'altro è se non un Vas Damnationis, ossia un contenitore di dannazione. L'uomo di Lutero e il potenziale uomo di Golding è, comunque e nonostante, corrotto al male.

    Il pessimismo di Golding sta proprio in questo concetto: gli eroi negativi non sono adulti, non hanno alle spalle devastanti esperienze di mondo; ma sono bambini. Questo dimostra di come un'anima umana lasciata a sè, senza modelli di vita e senza educatori più o meno severi, isolata e allontanata da ogni altra forma di pensiero, sviluppi in sé, rapidamente e senza tante domande, un'indole 'cattiva'.



    Edited by Yelena‚ - 13/2/2012, 21:12
     
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  2. §°Ofelia°§
     
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    L'ho letto al liceo in classe durante le ore di letteratura inglese e ricordo che mi aveva scosso profondamente...probabilmente la crudezza del racconto e la sua violenza mi hanno colpita con più forza dato che non era mia la scelta di leggerlo, ma un'imposizione esterna...e credo che anche il leggerlo in lingua originale abbia contribuito, poichè alcune parti che mi risultavano poco chiare prendevano forme ancora più inquietanti in linea con le sensazioni che mi dava il racconto....sicuramente è un libro importante e non metto in dubbio che sia un grande libro....ma non mi riporta sensazioni piacevoli...forse dovrei rileggerlo...
     
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  3. -Violetta-
     
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    Lo prenderò in biblioteca, l'ho visto ieri in uno scaffale...
     
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  4. Nickname:)
     
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    Letto e riletto e riletto....letto per sbaglio la prima volta riletto al seconda per capirlo riletto ancora per capirlo non del tutto....a molti potrebbe sembrare un libro con la solita storiella ma non lo è arrivi alla fine e ti viene normale farti delle domande perchè capire a volte i ragionamenti umani non è proprio cosa facile.
     
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    Mangianabbi

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    Ottima lettura, vidi pure il film :D
     
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    letto millanta anni fa ma lo ricordo ancora bene. Ai tempi mi era piaciuto moltissimo: inquietante, selvaggio e distruttivo. Ottimo cocktail per le mie corde!
     
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  7. ElettraLiberrima
     
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    letto a gennaio, non m'è sembrato nulla di che... sicuramente ho letto molto di meglio.
     
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    Io l'ho iniziato ieri sera e sono già a metà, anche se conosco la storia per aver visto il film (ormai 4 o 5 anni fa). Mi piace molto... Solo che i nomi tradotti non si possono sentire: ragazzini inglesi che si chiamano Guglielmo, Ruggero, Simone e Maurizio... Mumble! Ma l'edizione è vecchissima e adoro le pagine consumate (anche se faccio qua e là con l'ebook, stessa edizione)
     
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  9. ElettraLiberrima
     
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    CITAZIONE (Yelena‚ @ 7/2/2012, 17:38) 
    Solo che i nomi tradotti non si possono sentire: ragazzini inglesi che si chiamano Guglielmo, Ruggero, Simone e Maurizio... Mumble!

    stessa sensazione ho avuto io, anche se poi non si capisce perchè jack non si chiami giacomo a sto punto
     
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    Ieri sera ho finito il libro. E come intuibile confermo che mi è piaciuto davvero molto. Pur ricordando il film in maniera vividissima (e devo dire che questo ricalca alla perfezione il libro) la storia mi ha preso tantissimo, mi ha coinvolto ed emozionato... Ho trovato la narrazione assolutamente conforme ai miei gusti, bilanciata ed equilibrata... Violenta, macabra, inquietante e pessimista ma allo stesso modo molto attenta: i bambini restano bambini, anche quando diventano selvaggi. Insomma, in ogni momento non appaiono niente di più di quello che sono, ragazzini tra i 6 e i 12 anni sperduti su un'isola deserta.
    La cornice manca un po' di solidità, ma non ne ho sentito la mancanza, invece penso che l'isola sia sufficientemente reale...
    L'epilogo vero e proprio di per sé non offre un vero svolgimento in quanto implica l'intervento di un deus ex machina, giunto in extremis (quanto sono strutta che parlo in latino) a risolvere un conflitto non altrimenti scioglibile. Insomma, questo finale, così come nel film, mi lascia un po' perplessa e mi chiedo se non sia solo un espediente per evitare la narrazione di quello che sarebbe successo poi o per concedere uno spiraglio di "salvezza".
    Per altro credo che le ultime battute del film siano leggermente diverse [spoiler nello spoiler]con R. che nega gli omicidi, ma devo controllare perché non ricordo proprio.

    Fatto sta che le riflessioni suscitate dalla visione del film sono le stesse che mi ha portato la lettura: cade, in qualche modo, il mito del "buon selvaggio".

    Affiancando questa lettura a Cioran devo dire che il pessimismo nei confronti del genere umano è dilagante e asfissiante.
    Resta quindi l'angoscia della consapevolezza che la metafora della società di bambini lascia... Se neanche loro sono incorruttibili, cosa ne è del genere umano? Siamo davvero nati con un'indole malvagia che solo la razionalità della società tiene alla larga?
     
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  11. Vigor
     
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    CITAZIONE (Yelena‚ @ 8/2/2012, 10:42) 
    Se neanche loro sono incorruttibili, cosa ne è del genere umano? Siamo davvero nati con un'indole malvagia che solo la razionalità della società tiene alla larga?

    Sì; se non ci fossero leggi ci sbraneremmo gli uni con gli altri, stanne certa.
     
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  12. the_lost_thing
     
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    bello, bello, bello questo libro.

    secondo me lo hanno usato per lost :D
     
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  13. Fa}
     
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    bello davvero, non conosco il film ma ora sono curiosao di vederlose yele dice che è così simile.

    di sicuro non aumenta l'ottimismo.......
     
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  14. MagentaLips
     
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    CITAZIONE
    ragazzini inglesi che si chiamano Guglielmo, Ruggero, Simone e Maurizio... Mumble!

    Finito oggi ^^ e sì, concordo con questo aspetto.

    Comunque bello davvero, è un libro che lascia il segno
    . Non mi aspettavo il deus ex machina, ero preparata al peggio, per questo mi ha risollevata. Sono pure contenta che il finale non sia come quello del film, che non ho visto, ma mi sarei aspettata anche che gli omicidi sarebbero stati negati e sono stata pure contenta che questo non sia accaduto. Almeno un briciolo di senso della realtà gliel'ha lasciato a quel poverino.

    Nonostante il pessimismo, io ho percepito (anzi, VOGLIO percepire, veramente) la spirale di negatività in cui cadono i ragazzi più come una sorta di monito. Più che la cattiveria, il sudicio, il peccato, io ci vedo qualcosa che va al di là del bene e del male... più uno "stato di natura", che adesso siamo abituati a vedere come un meraviglioso equilibrio di forze ma che in realtà, visto dall'interno, prevede non pochi sacrifici, vede i non adatti soccombere e la violenza vincere. Solo mantenendo vivo il fuoco della ragione in una continua lotta (interiore) strenua e costante è possibile tenere a bada queste pulsioni innate e selvagge, cosa che richiede un impegno continuo sia del singolo che della società.
    Questa è l'estrapolazione che ho operato per non impazzire nel pessimismo cosmico dell'autore, che molto probabilmente è morto infelice, visto che per lui non esiste sforzo che tenga :D

    Edited by Yelena‚ - 13/2/2012, 15:34
     
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    Occhio agli spoiler!!!


    Oggi stavo pensando che potrebbe essere inquadrato anche come critica macro-sociale, ovvero la dittatura della forza VS la legittima democrazia o comunque una forma di governo brutale in contrasto con una illuminata....
    Potrebbe essere letto in questa chiave, anche se la piega totalmente pessimista non lascia molto margine interpretativo..
     
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