Lascio che le cose mi portino altrove
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Titolo:L' unica persona nera nella stanza Autore:Nadeesha Uyangoda Anno: 2021 Editore:66thand2nd Pagine: 176 Descrizione: Premio nazionale letterario di saggistica femminile Giuditta. Miglior saggio esordiente
Con un approccio inedito e un linguaggio fresco e «social», Nadeesha Uyangoda apre in questo libro, che incrocia saggio e memoir, un'onesta conversazione per comprendere meglio la dinamica razziale nel nostro paese.
«"Nadeesha" significa fiume, ma anche dea del fiume. E così si chiama un corso d’acqua che sfocia nel fiume indiano Yamuna. Quest’ultimo è il nome di mia madre. Purtroppo assistiamo a una tendenza a europeizzare, a sbiancare i nomi a cui non siamo abituati. Ma il nome fa parte dell’identità, è importante mantenerlo.» – Nadeesha Uyangoda, intervista a La Lettura - Il Corriere della Sera
La razza è un concetto difficile da cogliere, pur non avendo fondamenti biologici produce grossi effetti nei rapporti sociali, professionali e sentimentali. La razza in Italia non si palesa fino a quando tu non sei l'unica persona nera in una stanza di bianchi. E quell'unica persona è Bellamy, Mike, Blessy, David... una moltitudine in parte sommersa, sotterranea. Quell'unica persona è chi si è sentito dire troppe volte che «gli italiani neri non esistono»: lo gridano negli stadi, lo dice certa politica, sembrano confermarlo le serie tv, la letteratura, i media. In un certo senso è persino vero: gli italiani neri non emergono, non si vedono negli ambienti della cultura, nei talk show e nelle liste elettorali. O meglio, in quei luoghi esistono ma solo come oggetto del discorso, quasi mai come soggetto. La loro presenza è ridotta alla riforma della cittadinanza, ai casi di razzismo, all'«immigrazione fuori controllo», ai barconi, all'«integrazione».
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