detto anche l'impanicato
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Titolo: Wolf Hall Autore: Hilary Mantel Anno: 2014 Editore: Fazi Pagine: 779 Descrizione: Vincitore del Man Booker Prize 2009
Thomas Cromwell era il figlio di un fabbro di Putney. Un uomo capace di redigere un contratto e addestrare un falco, di disegnare una mappa e sedare una rissa, di arredare una casa e corrompere una giuria. Architetto machiavellico del regno di Enrico VIII e artefice dei destini della dinastia dei Tudor, il protagonista del romanzo di Hilary Mantel emerge qui in tutta la sua contraddittoria umanità. Cromwell venuto dal nulla, dedito ai mestieri più disparati - mercenario in Francia, banchiere a Firenze, commerciante di tessuti ad Anversa - in virtù delle sole doti intellettuali; Cromwell, di cui il re si servirà per ottenere il divorzio da Caterina d'Aragona e sposare Anna Bolena, dando così un nuovo corso alla storia della Chiesa inglese. Hilary Mantel ci dà un ritratto dell'Inghilterra dei Tudor nel quale il fascino di un'epoca lontana conosce uno splendore rinnovato, che pur senza tradire la cronaca degli eventi nulla ha in comune con la polverosa distanza di una remota pagina di storia: perché in "Wolf Hall" riusciamo a sentire l'odore acre della lana impregnata dalla pioggia e della terra sotto i piedi, il rilievo delle ossa sotto la pelle, il solco lasciato dai carri nel fango, il fruscio dei topi nei materassi.
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Questo romanzo è un mistero. Com'è possibile che un romanzo storico scritto in maniera così caotica, con personaggi che appaiono dal nulla senza essere introdotti, tutti con gli stessi maledettissimi nomi Richard Mary e Alice, con discorso diretto e indiretto e indiretto libero e pensieri e ricordi e speranze il tutto mischiato insieme come in un mazzo di carte polverose, un intreccio in cui l'azione è pressoché nulla, una trama composta quasi esclusivamente da pettegolezzi e intrighi (it's Tudors baby), un mattone di oltre settecento pagine, dicevo: com'è possibile che sia così avvincente? Non c'è altra risposta, se non che la Mantel sappia il fatto suo. Immagina una strada, la descrive, la segue fino alla fine e incredibilmente sa anche dove porterà. Non sceglie Enrico o Anna o Caterina, non sceglie sua purezza Tommaso Moro. Il suo protagonista è Thomas Cromwell. Per costruire la sua psicologia, per dargli vita, deve rovesciare il mondo. Chi si lamenta della descrizione poco lusinghiera di sua purezza Moro non è in grado di camminare a testa ingiù nel mondo corrotto di Cromwell. Ciò che nasce e si sviluppa in quegli anni non è soltanto la riforma protestante in quanto disputa (sanguinaria e) religiosa. E' il mondo della finanza che stringe la sua morsa sul potere, lo fa sfruttando le necessità e i capricci della corte, muovendo popolino e gentiluomini e papisti ed eretici come pedine sulla scacchiera delle banche, della legge. Non è scacco al re, certo, ma un precedente per le partite dei secoli successivi. It's Evolution Baby
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