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Lascio che le cose mi portino altrove
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Titolo:La misura del mondo Autore:Daniel Kehlmann Anno: 2005 Editore: Feltrinelli Pagine: 254 Descrizione: Nel 1828, Gauss, matematico, fisico, astronomo, al momento direttore dell'osservatorio di Gottinga, dove vive con la seconda moglie Minna e i figli, viene invitato da Alexander von Humboldt, esploratore, geografo e scienziato, a Berlino, dove si svolge un congresso di scienziati tedeschi. L'incontro fra due delle menti più geniali della Germania illuminista fornisce all'autore l'occasione di narrare le incomparabili vite dei due personaggi, dall'infanzia al 1828 passando per il viaggio e il trattato che hanno fondato la geografia e la matematica moderne. Il ritratto irridente ma appassionato e devoto dell'epoca di massimo splendore della cultura tedesca.
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CITAZIONE "il cambio del tempo e delle stagioni, disse Humboldt, determina la vera bellezza di queste latitudini. Alla varietà della flora tropicale si contrappone lo spettacolo di una creazione che si rigenera anno dopo anno" Un libro che si lascia leggere velocemente, a metà tra biografia e romanzo di due grandi personaggi tedeschi vissuti sul finire dell'età dei Lumi. Von Humboldt forse più famoso allora che oggi, e Gauss che non ha bisogno di introduzioni. Con confidenza ci intrufoliamo nelle loro vite, a volte sublimi e a volte meschine, ma sicuramente molto umane. Una cosa che ho apprezzato è la capacità di far "visualizzare" questi personaggi, farci sentire vicino a loro e cogliere i loro pensieri. Eppure non mi è piaciuto del tutto, mi è parso più un florilegio aneddotico che un vero romanzo: frammenti importanti ma casuali, scollegati, con focus ballerino che a tratti lascia sconcertati e perplessi. Mi è piaciuto, ma a metà-
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1 replies since 10/12/2019, 14:00 25 views
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