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Titolo: Dio Odia il Giappone
Autore: Douglas Coupland
Anno: 2001
Editore: ISBN
Pagine: 224
Descrizione: Dio odia il Giappone è un romanzo dello scrittore canadese Douglas Coupland.
Edito per la prima volta nel 2001 nel solo Giappone, questo romanzo è stato pubblicato in Italia nel 2012 da Isbn e contiene - come l'edizione originale - delle illustrazioni di Michael Howatson.
La vicenda raccontata è ambientata a Tokyo tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta del XX secolo, in un periodo di grave crisi dell'economia giapponese.
[wikipedia]
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Libro estratto nella Book Lottery 2016 (proposto da N Zyme). Mi aveva molto incuriosito il particolare sulle tempistiche dell'edizione, mi sembrava strano che un libro occidentale, per quanto parlasse del Giappone, venisse pubblicato prima lì e solo dopo oltre dieci anni nel resto del mondo. Devo dire che per certi verso l'autore è riuscito a rendere il distacco tra le due culture messe vagamente in contrapposizione pur facendo parte di quella diversa dal protagonista. Esperimento curioso che però non mi ha soddisfatto più di tanto. Qualcosa mi ha colpito e forse mi rimarrà, ma nel complesso è stata una lettura a tratti noiosa e di cui onestamente mi sfugge il senso nella visione d'insieme. Sembrano tanti piccoli mi racconti con un filo conduttore (il protagonista) ma poco omogenei e neanche particolarmente rappresentativi nella descrizione di una società molto più complessa e complessata di quello che ne risulta dalla lettura. Ad ogni modo sono curioso di vedere cosa ne penserò tra un anno, ammesso che me lo ricordi ancora. Le Ultime 5 Ore già l'ho quasi del tutto dimenticato.. -
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Tre stelle solo perché si lascia leggere velocemente e perché il protagonista adora Star Blazers.
Un ritratto del Giappone fatto da un rappresentante della generazione degli anni '80, più o meno.
Una sorta di elenco di stereotipi raccontati dal protagonista che poco incidono sulla conoscenza del paese da parte di chi già non lo conosce.
Un elenco di cose da spuntare che non diventano noiose solo perché il libro finisce prima.. -
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A me questo libro non è piaciuto.
Premesso che ho dei problemi con i libri nippocentrici, sia autori giapponesi (tipo la yoshimoto o murakami) che occidentali (la nothomb per esempio) quando parlano di giapponesità mi appallano. Eppure è una cultura che mi affascina profondamente, con i suoi contrasti fortissimi e la sua evoluzione spericolata. La adoro eppure tra i libri che ne parlano finora non ho mai trovato nulla che fosse "all'altezza". Questo iniziava meglio, nel senso che lo stile è molto migliore degli altri ma il contenuto è bel peggiore.
Quindi il romanzo ha diversi pro: su tutti il punto di vista di Hiro, 'reietto' normalissimo, che vive momenti di delirio totale e alienazione pura, frutto indiscutibile del momento storico. Altro pro sono le "lettere per il clone", piccole e mediamente inutili difgressioni stilistiche che alleggeriscono la (già abbastanza leggera a dir la verità) narrazione. Infine il distacco clinico con cui viene affrontata una società rigidissima e la caustica osservazione del suo lento sgretolarsi.
Ma ci sono dei contro indiscutibili: la trama improbabile e la piega che prende sul finale rendono tutto il libro abbastanza inutile; i disegni - oddio ma perché i disegni? - sono terribili, davvero obbrobriosi.Esperimento curioso che però non mi ha soddisfatto più di tanto. Qualcosa mi ha colpito e forse mi rimarrà, ma nel complesso è stata una lettura a tratti noiosa e di cui onestamente mi sfugge il senso nella visione d'insieme. Sembrano tanti piccoli mi racconti con un filo conduttore (il protagonista) ma poco omogenei e neanche particolarmente rappresentativi nella descrizione di una società molto più complessa e complessata di quello che ne risulta dalla lettura.
Concordo in pieno con Abso. -
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Non me lo ricordo quasi più. Ma era qui che parlava della punizione che alcuni genitori infliggono ai figli lasciandoli la notte fuori dalla porta di casa? In pratica è l'unica cosa che mi è rimasta in mente. Sempre che fosse in questo libro...
A parte gli scherzi, credo di non averlo capito, qualcosina da dire ce l'aveva, ma probabilmente non essendo un amante dei libri (o film) in cui si vuole solo dare uno spaccato di una società in fase di mutamento non potrò mai apprezzarlo appieno.. -
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Non me lo ricordo quasi più. Ma era qui che parlava della punizione che alcuni genitori infliggono ai figli lasciandoli la notte fuori dalla porta di casa? In pratica è l'unica cosa che mi è rimasta in mente. Sempre che fosse in questo libro...
Sì, era qui.. -
N. Zyme.
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Finito. In tre giorni...
Ho l'impressione che avrebbe potuto essere molto di più. Al contempo il disagio espresso dal protagonista non è poi nulla di così speciale. Da cosa è davvero diverso da quello occidentale? Senza però che venga approfondito poi tanto. Ok, non era un libro così introspettivo nell'intenzione, però è disorganico... un po' troppo. In qualche passaggio è anche divertente, ma per lo più senza infamia e senza lode.
Chi ha già letto Generazione X dello stesso autore forse si renderà conto che nei contenuti anche questo libro è davvero molto simile, solo condito con un po' più di wasabi. Concordo pienamente con il giudizio di voialtri, non c'è bisogno di aggiungere altro.. -
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Beh, io ero in Giappone, lui era lì, ho fatto due più due.
A conti fatti non è stata una buona idea, i vostri commenti aiutano a testimoniarlo e non ho altro da aggiungere..