L'Albero della Vita ~ Darren Aronofsky (2006)

Cinema Altrove Sci-Fi night Gennaio/Febbraio 2014

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    Titolo: L'Albero della Vita
    Titolo originale: The Fountain
    Regista: Darren Arpnofsky
    Cast: Hugh Jackman, Rachel Weisz
    Anno: 2006
    Durata: 96
    www.imdb.com/title/tt0414993/?ref_=fn_al_tt_1
    Thomas Creo è rispettivamente un conquistador, uno scienziato e un astronauta che vuole vincere la morte e salvare la donna che ama, Isabel: una scrittrice, una regina, un pensiero fatto albero di vita. Il viaggio epico di Thomas ha inizio nella Spagna del sedicesimo secolo, governata da Isabella e minacciata dal Grande Inquisitore, prosegue nello studio di un biologo del ventunesimo secolo e termina con un esploratore del futuro in viaggio verso Xibalba, una nebulosa lontana. Tre storie, un personaggio e un solo amore per tre periodi temporali che confluiranno davanti all'Albero della Vita, una pianta leggendaria la cui linfa dona a chi la beve la vita eterna.
    La ricerca dell'immortalità diventa una corsa contro il tempo per salvare il proprio amore. Ma è la morte l'unica via percorribile per ricongiungersi all'amata. Tutti vorremmo vivere per sempre ma nessuno ha più accesso diretto all'Albero della Vita, così facciamo i conti con la morte, la nostra e quella delle persone care. Darren Aronofsky prova a riflettere su questo desiderio di eternità ideando un racconto decisamente innovativo che attraversa lo spazio e il tempo alla ricerca della Fontana della Giovinezza. L'idea del regista è più magica che religiosa, il Thomas sospeso nella bolla è un mago divinatore che interroga le forze che governano il mondo per salvare chi lo abita. Il suo spirito, innalzato dalla disciplina (quella militare e quella scientifica), è al di sopra del mondo materiale ed esprime una cosmologia fantastica, sostenuta da scenografie ed effetti visivi squisitamente new age.
    Per concepire la fountain del titolo originale (la fontana della giovinezza viene intesa come un albero rovesciato), il regista si è ispirato alle culture e alle mitologie che meglio di altre hanno saputo rappresentarla. Combinando la cultura Maya con quella biblica, Aronofsky crea un mondo nuovo, che risulta familiare perché risponde a esigenze conoscitive e classificatorie presenti a tutte le società. Modelli archetipici noti e miti di creazione e di fondazione della realtà condivisi, che soddisfano il bisogno di cercare spiegazioni e di darsi ragione sul bisogno di infinità ed eternità.
    Ma L'albero della vita è anche e più semplicemente una storia d'amore, è una dichiarazione di fallibilità, è l'accesso negato al segreto della vita eterna e l'invito a rassegnarsi alla propria natura umana come fa la giovane moglie del protagonista. In tempi in cui si è persa familiarità con la morte, quella privata e non quella rappresentata in diretta (suicidio o esecuzione capitale), il regista statunitense ne affronta il mistero in un'opera controversa, sospesa e confusa tra fantasy e metafisica. Dopo Pi greco - Il teorema del delirio e Requiem for a dream, Aronofsky come Thomas prosegue la sua ricerca del significato ultimo della vita. Fosse anche celato dietro una stella estinta o dentro un amore ostinato.
     
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    Credo di non aver mai visto neppure un trailer...
     
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    Ho sempre avuto paura di vedere questo film perché ho apprezzato tantissimo i due precedenti di Aronofsky. Con quelli successivi ha vinto un sacco di premi. Ho paura che questo sia il film di mezzo che rappresenta il peggiore della sua filmografia, ma prima o poi devo vederlo.
     
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    L'ho visto anni fa e ricordo solo la fotografia, stupenda e avvincente ma... la trama sfugge. In maniera totale. E non sfugge per il tempo passato, ma anche lì per lì l'ho trovato pressoché incomprensibile. Articolato su tanti livelli non collegati tra loro, molto frammentato e... senza una vera anima.
    Mi parve più una sorta di esercizio di stile visivo che un vero film...
    Me lo consigliò Empty Star, per la cronaca, che lo adora/va
     
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    Concordo sulla fotografia, bella e che vale forse tutto il film... compreso il buon Hugh che non è mai un brutto spettacolo... ma la storia è troppo complessa per essere seguita facilmente e il tema mistico... mitologico... tanatologico (esiste come termine?) sono alla fine pesanti e ridondnati, mentre qualcosa di meno epico sarebbe forse stato compreso meglio da tutti.

    Le tre storie, in realtà una sola, sono abbastanza ben comprensibili e si seguono abbastanza facilmente... se non ci si fa prendere dalla noia o dalla sindrome di Stendhal data dalle immagine.
    Interessante l'utilizzo della mitologia Maya, collegata ad una rappresentazione dell'Inquisizione (adorabile McHattie come inquisitore) un po' rivisitata (Isabella era la Regina Cattolica di Spagna per eccellenza e non mi pare abbia mai avuto problema con gli Inquisitori, se non che favorì la loro installazione nel Regno).
    Conquistadores spagnoli piazzati un po' a caso (con come ammutinato Cliff Curtis, che non fa mai male) e l'inquietante sacerdote maya che fa da buona introduzione all'albero della vita... trovata che invece ho gradito.

    Nell'insieme non posso dire che non mi sia piaciuto, ma ho trovato tutto troppo macchinoso e non troppo oscuro (sono riuscita a seguire i vari passaggi e i vari salti tra un filo narrativo e l'altro, rendendo la ricerca di significato profondo inutile) per goderlo appieno.

    Più di un tre non posso darlo... e almeno una stella è data dai vari attori presenti.

    3/5
     
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    CITAZIONE (absolute @ 3/1/2014, 19:06) 
    Ho sempre avuto paura di vedere questo film perché ho apprezzato tantissimo i due precedenti di Aronofsky. Con quelli successivi ha vinto un sacco di premi. Ho paura che questo sia il film di mezzo che rappresenta il peggiore della sua filmografia, ma prima o poi devo vederlo.

    Non ricordavo questo commento, ma posso dire che purtroppo le mie aspettative sono state ampiamente rispettate. Era proprio quello che temevo.
    Sì, visivamente interessante, ma proprio per quello gliene faccio una colpa, anziché focalizzarsi sulla spettacolarità della forma potevano anche considerare i contenuti. Purtroppo sa di già visto, mi viene in mente Cloud Atlas che è anche più articolato, questo in confronto è un dilettante (solo tre storie?). A livello di tematica non ci ho visto nessun approfondimento, non è stato sviluppato quasi nulla, neanche separatamente (la storia d'amore tra i due protagonisti, la ricerca genetica, le motivazioni del contrasto spagnolo, Jackman versione asceta, la versione dei Maya dell'albero, la nebulosa, etc.). Insomma, una delusione unica a livello di contenuti. E il resto non basta per risollevarlo. Davvero davvero dispiaciuto, ma in fondo già lo sapevo, infatti non ci sono neanche rimasto troppo male, in qualche modo sapevo già...
     
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5 replies since 2/1/2014, 22:45   147 views
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