Mitologia verde

Storie e leggende sulle piante

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    Lascio che le cose mi portino altrove

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    Data la mia passione per le piante e il tipo di lavoro che faccio, mi capita nelle varie fasi di documentazione e/o lettore ludiche di imbattermi abbastanza di frequente in leggende, favole, fatti mitologici o storici che hanno come protagonisti alberi ed erbe.
    Poiché ho la pessima abitudine di dimenticare non solo il fatto narrato ma anche il luogo dove l'ho letto, ho pensato di iniziare a raccogliere qualcosa qui sul forum... Sperando di suscitare il vostro interesse e la vostra curiosità così che magari possiate aiutarmi nella raccolta!
     
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  2. TheGrandWazoo
     
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    ho un libro da qualche parte, io ci sto
    si puo' parlare per esempio della Betulla, del Fico sacro, della Mandragola, della Canfora
    o queste erbe che ti danno degli stati impervi
    erbe di radici
    il Messico

    cito la fonte del secondo rigo ma il libro c'e' sul serio e appena lo trovo lo rispolvero e vediamo
    www.youtube.com/watch?v=eMq-76IQFt8
     
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    Il pioppo

    I pioppi sono legati, o meglio lo erano, alle divinità infernali, che la leggenda vuole nate dalla trasformazione in piante delle Eliadi, sorelle di Fetonte, che piangevano in riva al Po il fratello sfracellatosi al suolo per aver testardamente voluto guidare il carro del Sole (cioè di suo padre).
    Le loro lacrime sarebbero sgorgate dai fusti di questi alberi e, a contatto con l'aria, si sarebbero rapprese e indurite formando la sostanza pregiata chiamata ambra, ma dagli antichi chiamata electron per le proprietà elettrostatiche che dimostrava.
    Nell'ambito della teoria delle signatura è stato ipotizzato un ruolo antifebbrifugo del pioppo tremulo.
    Per quella caratteristica di agitare continuamente le foglie, cioè di "tremare", avrebbe mimato il tremore che colpisce la persona febbricitante indicando d'essere il rimedio giusto. Curiosamente nel pioppo si trova la populoside, una sostanza simile alla salicina che come è noto è la base di un famoso antipiretico.
    Di un'altra specie, in particolare del pioppo bianco, detto anche albuccio, in passato è stato ipotizzato un ruolo divinatoriogfrazie al cambiamento di colore che spesso interessa la sua chioma. Ciò è reso facilmente possibile dal diverso colore delle due facce delle foglie, che hanno la superiore di color verde cupo e l'inferiore biancastra. Vale a dire, metaforicamente, il giorno e la notte, la luce e il buio, il sole e la tempesta: dal viraggio di colore si sarebbero potuti trarre auspici fausti o infausti per tutte le situazioni.

    Da Menghini, Alessandro & Menghini Di Biagio, Felicita
    ~ Isola Bisentina. Giardino sacro e profano
     
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    Il Tiglio
    Nella tradizione il tiglio aveva un uso prativo tanto che negli antichi greci e negli Anglosassoni lo usavano per realizzare corde, zerbini, borse e vestiti.
    In molti paesi tribali teutonici un vecchio tiglio era il punto d'incontro per discutere gli affari del paese. Infatti si credeva che il tiglio generasse conoscenza divina, verità, giustizia, chiarezza e un giusto equilibrio fra capacità di decisione e compassione. Gli indovini degli antichi Sciiti praticavano la divinazione utilizzando la corteccia di tiglio. In Scandinavia il tiglio era il più importante degli alberi custodi di case e fattorie, a queste piante le famiglie usavano regolarmente fare delle offerte. Anche le antiche popolazioni slave consideravano i tigli alberi sacri: ciò è testimoniato ancora oggi dalla presenza di alberi secolari in molte piazze di paesi del Carso e del Tirolo.

    Da: Moica Piazzai, schede tecniche su "Il bosco animato"
     
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    Il cipresso

    La forma slanciata, il fogliame persistente, l'aroma resinifero, hanno fatto del cipresso mediterranelo l'ALbero della Vita Spirituale
    E' già una ragione simbolica più che sufficiente a far considerare il cipresso un albero sacro, legato ai morti, di cui simboleggia la vita eterna. Nella mitologia greca il cipresso era consacrato a Thanathos, personificazione della Morte.
    In realtò ha una chioma poco espansa,compatta, che gli permette di resistere bene alle tempeste, di non spezzarsi. E' specie peraltro assai rustica, al punto da vivere bene anche sulle mura o sulle antiche torri della città.

    CITAZIONE
    <<io sono come il cipresso verdeggiante, è da me che viene il tuo futuro>> (Os., 14,9). Il cipresso è l'albero della vita spirituale, sempre verdeggiante, sempre vigile, tetragono ai venti e alle tempeste, tra i rami del quale si annidano gli uccelli, simboli della nuova creazione. La sua traiettoria rappresenta una scala verticale ideale, puntata e diritta verso il Cielo.
    Il cipresso è spesso legato a fatti leggendari della vita di S. Francesco, segno del valore sacro-simbolico assegnatogli dalla tradizione e che va ben oltre quello venale. Si tratta di cipressi ormai secolari, spesso morti: un esempio significativo si ritrova a Farneto presso Perugia e un altro ad Ischitella, in provincia di Foggia.

    L'origine mitologica del cipresso è legata al mito di Ciparisso, un giovane che fu preso da uno sconforto inguaribile per aver ucciso, ovviamente in modo involontario, un cervo dalle corna d'oro che gli era stato dato in custodia e al quale si era affezionato tantissimo. Se ne dolse al punto da arrivare a pregare gli Dei di farlo diventare immortale per poter piangere sempre. Apollo ebbe pietà di lui e lo trasformò in cipresso, che così divenne simbolo di lutto e dolore perenne, ma anche d'immortalità, Tradizionalmente lo si impiega nell'arredo verde dei cimiteri, sulla scia di quanto ritenevano i Greci e i Romani che volevano il cipresso dedicato a Plutone e comunque legato ad un significato funebre, E' simbolo anche di fecondità, forse per la forma della chioma: volgarmente si indica come cipresso maschio la forma piramidale e come cipresso femmina quella orizzontale. Non dà frutti, ma produce numerosi semi. Spesso è confuso con la tuja che ha portamento simile (solo in apparenza), ma di taglia decisamente più piccola.
    Ha anche proprietà medicinali astringenti e tonico-venose: viene usato in associazione all'olio d'oliva in forma di oleolito. Il legno era ritenuto particolarmente pregiato per l'aroma resinoso, analocamente a quello di cedro.

    Da Menghini, Alessandro
    ~ Il giardino dello spirito
     
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  6. TheGrandWazoo
     
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    il Barometh

    pianta e animale di origine asiatica presente pero' stranamente in molte rappresentazioni culturali
    dall'ebraismo al medioevo europeo oltre che dai territori tartari in Asia.

    iL Barometh ( detto anche Borometh, Borameth e altre varianti che vogliono dire tutte in lingua tartara, pecora ) e' costituito nella parte vegetale
    da una specie di felce ( realmente esistente anche allo stato attuale )
    che ospita sulla cima una massa lanugginosa/cotonica.
    La parte animale e' invece formata da un agnello,
    difatti questa pianta mitica e' denominata anche Agnello Vegetale.
    iL caso dell'agnello vegetale ha interessato anche scrittori famosi e intellettuali del periodo ( vedi Diderot e Jorge Luis Borges cosi' come il nonno di Darwin che hanno pubblicato scritti descrittivi sull'Agnello Vegetale della Tartaria ).

    Che dire ?
    Se cercate la pagina Agnello Vegetale su Wirkisedia, e' la mia preferita presente in quell'enciclopedia
    e se mi chiedono l'animale preferito, coinvolgo proprio l'agnello vegetale tartaro.
     
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5 replies since 17/5/2013, 09:34   105 views
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