Il dilemma dei memi (o dei meme)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. MagentaMist
     
    .

    User deleted


    Per sapere cosa sia stato definito come "meme" vi rimando alla pagina di Wikipedia (link) che mi sembra abbastanza esaustiva.
    Come potete leggere è una parola che è stata coniata in tempi recenti da Richard Dawkins, nel 1976, sulla falsariga di "gene" per indicare un' "unità di trasmissione" di idee, simboli, sapere pratico ecc. (The word meme is a shortening (modeled on gene) of mimeme).
    Il dilemma è linguistico.
    Vi linko pure la pagina di "meme" in italiano che sembra parzialmente sbrogliare il mio cruccio http://it.wikipedia.org/wiki/Meme anche nella discussione.

    La questione è sul plurale di "meme".
    Ora io sono CONVINTA che il plurale di "meme" sia "memi", ma ho trovato una strenua opposizione da parte della lobby dei traduttori :D , poiché
    CITAZIONE
    gli anglofoni lo rendono, al plurale, come memes, non come memi.
    In teoria si tratta di una parola anglicizzata, quindi forma il plurale all'inglese, non alla maniera latina.
    E come tale in italiano viene mantenuta uguale anche al plurale. Non diciamo computers o computeri ma computer. Idem per cracker. Quindi questa regola si applica anche a meme, IMHO.

    cui ho risposto
    CITAZIONE
    Veramente sui libri di Dawkins e della Blackmore è tradotto come "memi" e il motivo l'ho già rivelato, il volutissimo parallelismo con i geni. Anche "gene" non è una parola italiana ma non per questo ci ostiniamo a chiamarlo "gen" come in tedesco, da cui deriva, ed il plurale è ormai accettato nella lingua italiana come "geni". Non credo proprio che si tratti più di prestito, la parola ha ormai assunto un significato preciso nel contesto scientifico ove viene spesso utilizzata.

    P.S. le fesserie da 4chan in poi sono recenti, ma il libro in cui Dawkins parla del concetto dei memi è del 1976... nelle successive pubblicazioni dello stesso autore e di altri (come la Blackmore) viene sempre tradotto al plurale, e secondo me a ragione visto l'etimo particolare.

    segue risposta ulteriore stupida
    CITAZIONE
    Si ma non mi interessa com'è tradotto, io parlo della parola inventata da lui originariamente, che è "memes".

    I traduttori italiani che c'entrano? Mica l'hanno inventata loro. Hanno tradotto tante di quelle cagate....

    e risposta ulteriore intelligente (da un'altra persona)
    CITAZIONE
    CITAZIONE
    Il maggior numero di prestiti si ha quando due lingue vengono a trovarsi in contatto [...] e una delle due, per vari motivi, sia dotata di un prestigio nettamente superiore a quello dell'altra[...] Se il contatto è fortemente squilibrato a favore di una sola delle due lingue (come nel caso dell'inglese L.b favorita all'italiano L.a, ndAgnes) e il flusso di prestiti a senso unico (vale a dire, da B verso A e non anche viceversa) si prolungano nel tempo, ecco crearsi le condizioni in cui lo strato lessicale ereditario, progressivamente assottigliandosi, non riesce più ad imporre la sua morfologia alle voci di prestito.

    Franco Fanciullo, Introduzione alla linguistica storica, Il Mulino, pgg.39-40

    In soldoni, se B (lingua che presta) è più prestigiosa di A (lingua che prende in prestito), A non riesce ad imporre la propria morfologia sul prestito da B - tra cui appunto nel nostro caso la formazione del plurale - e lascia invariato il termine come fosse un sostantivo non numerabile o difettivo.

    Questo funziona nel caso di meme come "il meme" o "i meme" (l'inglese è più prestigioso dell'italiano, volenti o nolenti, period; e l'italiano come entità linguistica utilizza molti prestiti non declinati/bili dall'inglese proprio per ottenere maggior prestigio con funzione "mimetica").

    Nel caso di gene/geni da ted. Gen (a sua volta dal gr. genesis che è serbatoio lessicale dell'italiano pressochè da sempre, e lo è molto di più quando si tratta di introdurre nuove terminologie specifiche su cui l'italiano impone sempre la propria morfologia) è perchè con l'utilizzo prolungato del termine in italiano unito alla perdita di prestigio come lingua del tedesco nel corso del '900 hanno consentito all'italiano di imporre la propria morfologia sul termine in prestito.

    Io non mi arrendo a questa cosa. Continuerò a sventolare la bandiera dei MEMI fino a che non schiatterò uccisa dagli studenti di linguistica.
    Parlando poi con uno di questi, egli si professava d'accordo con me perché la radice di meme è il latino (memini meminisse diceva lui... ma sembra da ricercarsi a posteriori nel greco, da quanto scritto), e io con questa radice così palese non riesco e mi rifiuto di chiamarli "i meme".
    Fatemi sapere se ho altri oppositori o sostenitori in questo forum :D
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Lascio che le cose mi portino altrove

    Group
    Amministratori
    Posts
    21,963

    Status
    offline
    Linguisticamente, il punto è: la parola è stata naturalizzata in italiano? O è ancora percepita come un prestito?
    Nel primo caso il plurale è memi: diventa a tutti gli effetti una parola italiana, come gene, folklore, colbacco o prestiti più antichi di cui si è persa la percezione come parola straniera (tipo che ne so, albicocca).
    Nel secondo caso, vuoi per il "suono" straniero della parola (computer, robot, ma anche sandwich o whiskey) anche se usata frequentissimamente, nell'uso comune mantiene la connotazione di "parola straniera" e non si volge al plurale secondo le regole dell'italiano.

    Io tifo per l'italianizzazione!
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Biting's excellent.
    It's like kissing.
    Only there's a winner.

    Group
    Amministratori
    Posts
    24,483
    Location
    Bologna

    Status
    offline
    Se "gene" diventa "geni", non vedo perché "meme" non possa diventare "memi".

    Se non c'è modo di tradurla con un termine specifico (come fanno i francesi, anche in maniera eccessiva), non vedo perché non si possa applicare il plurare dalla lingua che ospita il termine straniero.
     
    Top
    .
  4. TheGrandWazoo
     
    .

    User deleted


    a memi piace memi.
     
    Top
    .
  5. D. Van Dyne
     
    .

    User deleted


    Confermo "memi". Volevo citare Dawkins ma vedo che è già stato fatto XD Il Wikizionario cita il greco "Mimesis" e non l'inglese come origine della parola, tra l'altro.
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Confusione linguistica

    Group
    Altrove
    Posts
    1,461

    Status
    offline
    Io distinguerei i due casi. Il termine è stato coniato da Dawkins, è vero, ma pochi all'infuori dell'ambiente lo conoscono. In quel caso userei il termine "memi", sia perché ormai è in circolazione (in quell'ambiente) da anni, sia per mantenere il collegamento con "geni". Nel secondo caso, in riferimento alle immagini ossessive che hanno cominciato a circolare in Internet da qualche anno (in Italia solo dal 2010/2011, se non sbaglio), manterrei la forma "meme", visto che è ancora ampiamente percepito come prestito dall'inglese - e proprio per questo usato fino alla nausea.
     
    Top
    .
  7. Jimson
     
    .

    User deleted


    Ciao!

    La Treccani riporta:

    Meme
    Neologismi (2012)

    meme s. m. Singolo elemento di una cultura o di un sistema di comportamento, replicabile e trasmissibile per imitazione da un individuo a un altro o da uno strumento di comunicazione ed espressione a un altro (giornale, libro, pellicola cinematografica, sito internet, ecc.). ◆ I memi digitali sono contenuti virali in grado di monopolizzare l’attenzione degli utenti sul web. Un video, un disegno, una foto diventa meme (termine coniato nel 1976 dal biologo Richard Dawkins ne Il gene egoista per indicare un’entità di informazione replicabile) quando la sua «replicabilità», che dipende dalla capacità di suscitare un’emozione, è massima. (Federica Colonna, Corriere, 18 dicembre 2011, La Lettura, p. 9) • Un "meme", nel gergo della Rete, un "miim" nella pronuncia inglese, diffuso attraverso i meccanismi delle nuove tecnologie e dei nuovi prodotti, hashtag, Facebook, blog, email, YouTube, usato a volte per fare pubblicità commerciale. Chiunque può entrarvi e uscirne, anche lasciando un messaggio, un suggerimento, una spiata nella cassetta postale […] (Vittorio Zucconi, Repubblica, 6 marzo 2012, Prima Pagina).
    Dall'ingl. meme, a sua volta ricavato dal greco mímēma 'imitazione'.


    www.treccani.it/vocabolario/meme_%28Neologismi%29/

    Vorrei far osservare che:
    1) Riporta una citazione contenente "memi", avvalorando questo utilizzo
    2) Per le voci straniere invariabili la Treccani sembra riportare sempre la lingua:
    marine ‹mërìin› s. m., ingl.
    link ‹liṅk› s. ingl.
    garage ‹ġaràaˇ∫› s. m., fr.
    Ne deduco che per la Treccani questa parola sia ormai naturalizzata in italiano, per cui si può dire "memi"

    Sul dizionario Hoepli online invece è ancora ritenuto invariabile:
    meme
    [mè-me]
    s.m. inv.
    BIOL Elemento capace di determinare i comportamenti degli individui di una collettività, fondato sull'imitazione dei modelli e consuetudini impostisi nella specie di appartenenza
     
    Top
    .
6 replies since 3/12/2012, 11:33   667 views
  Share  
.