Confusione linguistica
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In realtà nemmeno io mi sono "convertito", né credo lo farò. A prescindere dal fatto che non mi piace l'idea di dover comprare un apparecchio per leggere i libri (non è una questione di soldi), non riesco a leggerli nemmeno sul pc, figurati su uno schermo più piccolo. Il punto nella questione libri-alberi è, come sempre in questi casi, la necessità di dover cambiare mentalità. E cambiare mentalità significa innanzitutto cambiare il nostro modo di vedere la cosa. Perché non stampare tutto su carta riciclata, come ha suggerito Taksya? Perché non imporre una limite massimo alla grandezza dei caratteri? Se do un occhio in libreria, vedo moltissimi libri (soprattutto fantasy, thriller e romanzetti da spiaggia) scritti con caratteri esageratamente grandi con il solo scopo di far numero. Una volta esisteva una collana della Newton Compton chiamata 100 pagine per 1000 lire, dove si facevano stare in 100 o 200 pagine romanzi che normalmente sarebbero stati in 400 o più. Io imporrei 10 come dimensione massima di caratteri; tanto le parole sono quelle, non è che puoi ingannare il lettore all'infinito. Questo non si applica solo ai libri, ma anche e soprattutto ai giornali e alle riviste, che certe volte hanno delle copertine traslucide così spesse che vorresti prendere a badilate in faccia l'editore. Il grande vantaggio della carta sulle opere digitali è che arriva ovunque, ma proprio ovunque. Sembra paradossale, ma l'accessibilità e la diffusione sono i problemi principali di un e-book. Che fare in zone d'Italia (e ce ne sono parecchie) dove non esiste ancora una connessione Internet? E più in generale, che fare con il resto del mondo? Diffondere la lettura a livello mondiale è un bel problema se, oltre a insegnargli a leggere e a scrivere, devi anche insegnare a un povero cristo guineiano, kenyano o tuvano cos'è e come si usa un e-book. Idem per tutte le persone di una certa età che magari hanno già difficoltà con il cellulare. Ci sono poi paesi "più sviluppati", come la Russia, la Cina e l'India, dove un e-book reader o un tablet costano quanto lo stipendio medio di una persona, mentre un libro, nonostante tutto, è ancora più economico. Infine, vogliamo parlare dei libri scolastici? Studiare e insegnare le scienze da un tablet mi pare un filo scomodo per la ristrettezza dello schermo in primis. Stessa cosa per i libri e i cataloghi d'arte, che perderebbero in termini di risoluzione dell'immagine e praticità. A meno di non produrre e-boards, ma poi siamo da capo.
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