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Titolo: Il fascino discreto della borghesia
Titolo originale Le charme discret de la bourgeoisie
Regia Luis Buñuel
Soggetto Luis Buñuel, Jean-Claude Carrière
Paese Francia, Italia, Spagna
Anno 1972
Genere commedia
Interpreti e personaggi
Fernando Rey: Rafaël Acosta
Paul Frankeur: François Thenevot
Delphine Seyrig: Simone Thenevot
Milena Vukotic: Inès
Michel Piccoli: ministro
Bulle Ogier: Florence
Thévenot e i Sénéchal continuano a scambiarsi inviti per un pranzo, ma non riescono mai a mangiare. Scritto col fido Jean-Claude Carrière, questo opus n. 30 dello spagnolo di Calanda è forse il suo film più francese e squisito: la trovata del Pranzo Continuamente Interrotto potrebbe far da motore a una commedia di boulevard. L'angelo sterminatore ha in mano il fioretto dell'ironia e lo maneggia con grazia incantevole, ma, surrealista sereno e sorridente, ricorre all'esplosivo onirico per far saltare in aria la borghesia e i suoi pilastri: polizia, chiesa, esercito. I sogni non servono a evadere dalla realtà, ma a farla conoscere più profondamente. Un compendio di tutto il cinema buñueliano.
www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=8828
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Devo elaborare... per ora... francesi! . -
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Assurdo, di quel tutpo di assurdità che solo i francesi e gli orientali sembrano in grado di raggiungere.
L'ho visto in francese... con i sottotitoli inglesi, ma non sarebbero neppure serviti.
Molti giochi di parole sono certa siano andati persi, ma l'atmosfera fuori dal mondo credo sia rimasta comunque.
Il gruppo male assortito della media borghesia è l'apoteosi della non comunicazione e dell'ipocrisia.
Le sequenze oniriche fanno pensare ad un abuso di sostanze stupefacenti da parte dell'autore, tanto sono ben realizzate... ma non riesco a decidere se mi sia piaciuto oppure no.
E' uno di quei film che, ad ogni visione successiva, probabilmente permette di notare o raggiungere nuovi livelli di comrpensione, tanto stratificate sono le informazioni nascoste nel sottotesto.
Non credo che lo rivedrò... una volta mi basta e avanza.. -
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Appena finito. Che dire, preferisco fare un commento a caldo visto che sono ancora spiazzato, perché temo che col passare del tempo potrei diventare ancora più confuso. Di sicuro interessante. Avevo visto solo un film di Bunuel e sapevo a cosa andavo incontro però devo dire che la preparazione non era sufficiente. Per quanto io non ami molto l'onirico e abbia uno strano rapporto con surreale (come anche col non-sense) alla fine questo film mi è piaciuto. Forse un po' datato per fotografia, colori e scenografia (cosa che spesso mi indispettisce), ma tutto sommato si adatta bene con la narrazione. Un paio di scene mi sono piaciute molto (ovviamente quelle oniriche, in particolare il sogno del militare che racconta durante la cena prima di partire e la scena del sipario). Probabilmente ci sono riferimenti che non colgo di natura sociologica e psicologica, però nonostante tutto non è un problema fintanto che la visione sia gradevole. Sarei curioso di sentire qualche commento da chi conosce bene Bunuel e la sua opera così da poter cogliere i riferimenti e le citazioni. Anche io penso che è un film che si presta ad essere rivisto, ma non so se avrò il coraggio, . -
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Rivisto ieri sera, che film! Mi piace un sacco e la ri-visione mi ha confermato il delirio che ricordavo. Addirittura ho ricordato che la prof di antropologia ogni tanto citava film a caso tra cui questo, che era uno dei suoi preferiti.
La borghesia medio-alta rappresentata è del tutto irreale e fuori dalla realtà, ma assolutamente vivida. la narrazione è intrigante, un abisso (in abisso) di incubi improbabili e situazioni inverosimili che però a noi potrebbero sembrare giustificabilissime tra persone di un certo rango.
Ho apprezzato anche io come Abs le scene teatrali del sogno degli amici morti (ma che soggetto è, il tenente!!!?) e soprattutto della prima versione della cena dal colonnello: un capolavoro! Questa in particolare era la scena spesso citata dalla prof, di cui però, così decontestualizzato, non ricordo il motivo della citazione e i riferimenti.
Qui e qui ci sono osservazioni interessanti.
Ps. geniale secondo me è la fantozziana Pina, qui cameriera Ines, che dichiara di avere 52 anni..