Raddoppiamento fonosintattico

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  1. Fa}
     
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    di cosa si tratta?
    quando due parole sono vicine spesso nel parlato si raddoppia la consonante di quella che la precede.
    ad esempio, in italiano è corretto pronunciare:
    da qui > dacqui
    ho detto > hoddetto

    è una regola generale italiana ma al nord italia non la applicano molto spesso, mentre al centro sud anche troppo, per esempio in romano
    "la sedia" è pronunciato lassedia.

    questo può creare problemi nella scrittura di alcuni termini, tipo "a posto" molti lo scrivono apposto mentre la grafia corretta èquella separata. sul sito della crusca ho trovato questo elenco:

    Facendo riferimento al DOP Dizionario di Ortografia e Pronuncia, adesso disponibile anche in rete, diamo un quadro dei principali casi:
    Parole o espressioni che devono essere scritte sempre separate:
    a fianco
    a posto
    a proposito
    al di là
    al di sopra, al disopra
    al di sotto, al disotto
    all’incirca
    d’accordo
    d’altronde
    in quanto
    l’altr’anno
    per cui
    poc’anzi
    quant’altro
    senz’altro
    tra l’altro
    tutt’altro
    tutt’e due
    tutt’oggi
    tutt’uno

    Tra queste però alcune sono registrate nel DOP anche in forma unita, sempre con la notazione di “forme rare” o comunque meno comuni delle corrispondenti in forma separata:
    affianco è registrato con rimando alla forma separata
    daccordo
    daltronde è indicata come forma meno comune
    pocanzi è indicata come forma meno comune
    senzaltro,tuttaltro e tuttoggi sono indicate come forme rare

    Parole o espressioni che nell’italiano contemporaneo sono scritte unite

    abbastanza
    affatto
    allora
    allorché
    almeno
    altrimenti
    ancorché
    apposta
    appunto
    benché
    bensì
    chissà
    davanti
    davvero
    dinanzi, dinnanzi
    dopodomani
    dovunque
    ebbene
    eppure
    fabbisogno
    finché
    finora
    giacché
    infatti
    inoltre
    invano
    invero
    laggiù
    malgrado
    neanche
    nemmeno
    neppure
    nonché
    oppure
    ossia
    ovvero
    ovverosia
    perciò
    perfino
    pertanto
    piuttosto
    poiché
    pressappoco
    purtroppo
    quaggiù
    qualcosa
    qualora
    quassù
    sebbene
    seppure
    sicché
    siccome
    sissignore
    soprattutto
    sottosopra
    talmente
    talora
    talvolta
    tuttavia
    tuttora

    Ci sono poi parole o espressioni che ricorrono e possono essere scritte sia unite sia separate: in alcuni casi, segnalati tra parentesi, una delle due forme è registrata come meno comune, rara o antiquata.
    Forme unite: Forme separate:
    anzitempo anzi tempo
    anzitutto (mai anzittutto) anzi tutto (meno comune)
    casomai (meno comune) caso mai
    cionnonostante (meno comune)/ciononostante (meno bene) ciò nonostante/ciò non ostante
    controvoglia contro voglia
    cosicché così che
    dappertutto (da evitare dapertutto) da per tutto
    dappoco da poco (meno comune)
    dappresso da presso
    dapprima (mai d’apprima) da prima (meno comune)
    dapprincipio (meno comune) da principio
    difronte (meno comune) di fronte
    disotto (meno comune), mai dissotto di sotto
    dopotutto dopo tutto
    manodopera mano d'opera
    nondimeno non di meno
    nonostante non ostante (meno comune)
    oltremisura (meno comune) oltre misura (antiquato oltra misura)
    oltremodo oltre modo (meno comune, antiquato oltra misura)
    peraltro per altro
    perlomeno per lo meno
    perlopiù (mai perloppiù) per lo più
    quantomeno (meno comune) quanto meno
    quantopiù quanto più
    sennò (registro familiare) se no
    suppergiù su per giù
    tantomeno (raro) tanto meno
    tantopiù (raro, mai tantoppiù) tanto più
    tuttalpiù (raro) tutt'al più (mai tutt’alpiù)
    Aggiungiamo infine il caso della forma esclamativa vabbè (così registrata nel DOP), contrazione di va bene, caratteristica di contesti informali.
     
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    Lascio che le cose mi portino altrove

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    col se non che - senonché non mi sei stato d'aiuto!
    Però ho trovato questo:
    CITAZIONE

    senonché o sennonché
    | Questa congiunzione è univerbazione di se non che; poiché spesso accade il raddoppiamento fonosintattico sull’esempio di se no che diventa sennò, di regola si dovrebbe scrivere sennonché, infatti alcuni grammatici ritengono erronea la forma senonché: tuttavia recenti dizionari registrano ambedue le forme. Lo scrittore Dino Buzzati usa sovente la grafia senonché: si tenga presente che Buzzati era anche giornalista, e pare che tale grafia sia preferita dai giornalisti.

    E soprattutto questi due magnifici thread sul forum solo italiano di wordreference
    Raddoppiamento fonosintattico
    Soprattutto/ Sopratutto / Sopra tutto
     
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  3. criola
     
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    salve,
    anche dire la'ggente è un caso di raddoppiamento fonosintattico ?

    grazie
    L.
     
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    Sì, esattamente, ed è tipico del Centro Italia.
     
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3 replies since 12/9/2011, 08:44   481 views
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