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GIOVEDÌ 2 AGOSTO 2007
a night like this
una notte assurda, da raccontare, nei suoi mille particolari, nella sua strana vividicita'.
partenza un po' stentata, io e giulia, cosa si fa, andiamo, non andiamo, chi lo sa.
ci vediamo con quello che ormai e' stato ribattezzato "il genovese", roberto, anche se di genovesi ce ne sono parecchi... con lui due suoi amici, agnese e stefano, credo (sapete come sono per i nomi... arg)
ci piazziamo in un locale che si chiama "fidel" ( che dopo il "che" dell'altra sera rende bene l'idea di russicita'), 2 x 2 x 2 (un cubo asfissiante), dove la birra costa 80 rubli e c'e' un dj che mette pezzi bellabili.
ballo i cure, i depeche mode, i police, i red hot chili peppers
ascolto seven nation army senza la tortura del popopo
sono truccata come billy corgan nel video di try try try
ho i capelli osceni appena lavati
una maglietta nera a maniche lunghe e troppo larga
sono inguardabile ma mi sento bellissima nel mio angoletto dove nessuno sta a guardarmi, dove io e la musica ci divertiamo per conto nostro.
bevo una due tre sei birre a meta' con giulia
e rido e sto bene, ballo e sudo dopo tanto
mi diverto a vedere i tipi assurdi e scarico i rompicoglioni dichiarandomi sposata.
l'orologio va avanti veloce, sara' che siamo arrivate sulla nevskij con una mezzora di ritardo (23.30), ma alle 3 cominciamo - io e giulia- ad accusare un po' di stanchezza...
decidiamo di andarcene, io & ella, somewhere.
passeggiamo peruna rara Piter notturna, che vale mille ore di giorno...
la cattedrale del sangue versato che si riflette sul canale e' uno spettacolo indescrivibile.....
passa una tizia a cavallo.
sul prospekt.
'____'
prendiamo un taxi
il tizio avra' 20 anni stentati!
concordiamo 150 rubli per arrivare sulla uliza shevchenko, sempre che....
arriviamo ai ponti
e sono alzati.
tutti e due.
non c'e' modo di tornare sull'isola, non c'e' modo di tornare a casa....
scendiamo - il tizio non ci fa pagare- nei pressi del secondo ponte... e ci incamminiamo piano piano verso l'ermitage.
la neva e' azzurrissima, il cielo comincia ad arrossarsi di fronte a noi.
mi sento calma, e tranquilla, io e giulia perse per san pietroburgo senza possibilita' di tornare a casa.
gli ubriachi dormono sui giardini, ed e' caldo.
arriviamo nella piazza dei decabristi, e fissiamo il monumento a pietro, il cavaliere di bronzo, illuminato di mille luci.
d'inverno deve essere sempre cosi', sempre buio, e sempre luminoso...
andiamo all'altro ponte, accanto al palazzo d'inverno, mentre il cielo e' sempre piu' chiaro.
chiediamo a due miliziani, il ponte chiudera' effettivamente alle 5.
sono le 3.40, si tratta di un'ora e mezza con pietroburgo tutta per noi, per i nostri occhi pieni di stupore.
dalla piazza del palazzo dell'ermitage vengono delle note di sassofono.
e' un vecchio di un'abilita' sconcertante.
suona, da solo, sotto la colonna con l'angelo, e il suono si espande liquido e denso per tutta la piazza.
ci sediamo per terra, insieme a due ragazzi russi, con cui cominciamo a conversare in un esperanto composto da inglese, russo e italiano.
chiamano " maestro" il vecchio, e egli stesso ci racconta una storia un po' sconnessa, di fughe all'estero, miliziani, politica e problemi.
il sonno e la birra mi fanno perdere gran parte della storia, ma vedo come lo guardano i due ragazzi, e osservo le sue mani che tremano, e penso che e' splendido.
continua a suonare in maniera indescrivibilmente commovente per un'altra ora circa... il cielo e' sempre piu' chiaro, e comincia ad essere freddo.
i due ragazzi ci abbandonano, e dopo un po' recuperiamo roberto e i suoi amici, in condizioni pietose.
all'improvviso tutte le luci della citta' si spengono.
sono le 5, e' giorno ormai.
la fame ci divora, andiamo verso il ponte, cerchiamo del cibo.
il ponte e' basso, le strade bagnate a causa della pulizia notturna - piter e' una citta' pulitissima, almeno all'esterno - e la luce dell'alba danza sulla neva in mille riflessi.
a ovest il cielo e' striato, rosa e azzurro, a est rosso, arancione, violento.
passiamo accanto all'universita', e poi andiamo a fare colazione. per strada incrociamo dei vecchi impegnati in una partita a scacchi.
siamo tutti in condizioni indicibili, io ascolto il mio lettore mp3 - a perfect circle- e sono estasiata ed estraniata, guardo l'universo che mi circonda, mi sento piu' quieta che mai, sicura e tranquilla.
prendiamo uno dei pulmini abusivi - ancora non ho capito bene questa storia- e siamo in ostello alle 7....
niente lezione.
dormo fino alle 13, e poi esco, da sola.
non mi sarei mai sognata di farlo.
eppure mi sono infilata le onizuka gialle e le calze viola, con la gonna nera e la maglia blu - viva il mio cormatismo- e sono uscita
ho preso il pulmino di cui sopra ed eccomi qui
a gironzolare sola soletta
con un sorriso stampato in faccia e un sonno tremendo, in una splendida giornata di sole : ). -
littlecleo.
User deleted
appperò..che avventure . -
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a rileggerle adesso fa un certo effetto anche a me!!!! . -
Fa}.
User deleted
anche se ero di corsa sono stato più di mezora a leggere il tuo diario... ci sono altri eepisodi? sembra un mondo completamente diverso per me che poi non sono mai uscito dall'italia... ma quindi tu hai studiato russo? . -
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ebbene sì.... . -
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VENERDÌ 3 AGOSTO 2007
a- sola
solitudine.
mi lamento che mi sento sola?
bene, sopprimetemi.
la mia solitudine e' altrove.
l'ho lasciata a casa.
sono sempre con qualcuno
sempre accompagnata
sempre scortata nel mondo dei miei pensieri.
non ho un angolo dove rintanarmi
non ho una persona da cui fuggire
non ho un istante che sia solo mio.
sono sempre di passaggio
e sempre coinvolta
presente o assente
sempre disattenta o attenta la prima o l'ultima
ma mai sola o la sola o quel che e'.
il luogo dove posso coltivare le mie conversazioni in solitudine
e' il divano a meta' del corridoio di un ostello
nei mille piani emotivi della mia instabilita'.
ieri per la prima volta sono uscita da sola,
gia' l'ho scritto
ho fatto quello che insegnanti amici parenti conoscenti hanno sempre sconsigliato
sono andata da sola in giro per le strade pietroburghesi
ma era piena luce e pieno solo e piena ellen
attraversare la neva e vagare per la nevskij, prendere i mezzi e tornare
da sola
insomma, per la prima volta gestire il mio vagare.
bah
torno a fingere una qualche specie di socialita'
tra poche ore pero' socializzo con trent reznor
yeaaaah
LUNEDÌ 6 AGOSTO 2007
Трент Резнор
devo perdere l'abitudine di bere birra a pranzo, oibo', che poi sto rincoglionita tutto il giorno.
gli eventi si susseguono implacabili, e osservo tutto da una certa distanza.
non riesco a trovare intimita', non riesco a trovare una persona con cui potermi sfogare,
con cui parlare, rilassarmi.
ognuno ha il suo mondo troppo importante, e io rischio di esplodere, e avrei voglia di mettermi a piangere..
le uniche persone con cui riesco a comunicare sono altrove
quelle con cui posso parlare qui... e' difficile comunicare...
"questo dizionario non ha mai le parole adatte per esprimere quello che sento..."
e' un continuo collasso, un incrocio di inglese e basic russian, italiano, francese, tedesco, parole e gesti, espressioni facciali ed onomatopee..
questo non c'e' nel piccolo manuale per sopravvivere altrove.
in fondo non sto cosi' male, devo solo sopprimere il mio mondo interiore.
ieri escursione a petergof. oooo kak interensaja! risparmiatevela, e' un parco un giardino e un mare cosi' verde, pieno di fontane cose' barocche da essere stucchevoli, ed estremamente esoso, specialmente per gli standard russi
ermitage, entrata gratis, ala moderna chiusa,
un completo labirinto
stanze chiuse stanze aperte
arti che si mescolano e si mischiano e non riesci a capire cosa stai guardando
con tutti questi nomi traslitterati foneticamente
e tutti questi quadri ammucchiati uno sull'altro, incapacita' di valorizzare i miliardi di capolavori
in una parola frustrante
non puoi ritrovarti nell'ala egizia solo mentre cerchi il bagno.
copncerto dei nine inch nails, qualcosa di non deludente, qualcosa di assolutamente ESALTANTE, trent rEznor e le sue scenografie, la sua voce come un pugno nello stomaco, grido e piango su hurt, con cui chiude.
un/ora e mezzo di concerto, esco alle 22.20, il sole e' appena tramontato, sembra di essere in un tardo pomeriggio, e' cosi' strana questa cosa...
tutto si sussegue lentamente o troppo velocemente, bistro ili medlenno, e io non so adeguarmi.
mi fanno male i piedi, gli occhi, e le mie dita non sono mai state cose' veloci a scrivere un pensiero perche' presto se ne fugge anche quello, inseguendo un'altra sensazione, un'altra stranezza, un altro stupore. -
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Ok, io ora ho la CERTEZZA che, se mai riuscirò ad andare a Mosca, si realizzerà la mia previsione di due mesi fa: il secondo giorno ci perdiamo da qualche parte, sbagliamo a usare perfettivo e imperfettivo e io e un mio amico veniamo fatti a pezzi e venduti in uno shashlyk, mentre le nostre due compagne vengono vendute come prostitute a San Pietroburgo. NE HO LA CERTEZZA! . -
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Domani ho un po' di tempo, quasi quasi inserisco pezzi del diario di viaggio. Ti dico solo che l'interno del collegio è identico a quello del nostro e che anche sull'Arbat, alle 03.00 di notte, c'era gente che faceva passeggiate a cavallo. . -
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Davvero?? Dev'essere una consuetudine post sovietica allora!!!
Ma tu non hai beccato i vecchini che alle 5 di mattina giocavano a scacchi per strada, scommetto
[devo finire di aggiornare questo topic, direi]. -
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La foto del muro scrostato è stupenda... Com'è il cibo russo? .