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Tramite vari salti e rimandi di link in link tramite facebook ho scoperto questa interessante cosa dal nome "Carta dei diritti della lettura" della quale ne ero totalmente all'oscuro!
Ho pensato di postarla qui perchè penso sia molto importante almeno simbolicamente come cosa, ma non so se la sezione va bene.... che ne dite voi?
La prefazione è di Michela Murgia:CITAZIONECarta dei diritti della lettura
Questa è la prefazione che ho scritto alla Carta dei diritti del Lettore che verrà presentata al salone del libro di Torino giovedì 12 maggio alle 18 nello spazio Terra Madre.
Attenti.
Quello che state pensando vi si legge in faccia.
In un momento in cui gli operai della Fiat perdono il diritto di fare una pausa dalla catena di montaggio, in cui essere stranieri lascia senza dignità davanti alle esigenze più elementari, in cui alle donne vengono progressivamente sottratte le conquiste paritarie ottenute in anni di lotte civili e in cui i giovani perdono il diritto a sperare in un futuro, non sembra affatto una priorità chiedere il riconoscimento di una Carta dei Diritti del Lettore.
Lo conosco questo pensiero, e so di cosa è figlio.
Discende dalla constatazione che in Italia leggere è l’hobby di chi ha già fatto tutte le altre cose importanti, quelle che contano davvero per la vita. I lettori sono gente che ha già pagato le rate, tutti quelli che si possono permettere di sprecare il proprio tempo in qualcosa che non fa guadagnare denaro. In fondo, sono dei privilegiati. Magari pure intellettuali, una parola che ha smesso da tempo di evocare rispetto agli occhi dei più. Partendo da questa convinzione, chi può considerare prioritario difendere il diritto di una comunità di hobbisti, peraltro non molto nutrita rispetto ad altri paesi europei?
C’è prima tutto il resto, poi se avanza tempo verranno anche i diritti del lettore.
Non offendetevi, ma se pensate questo siete come cantine, mansarde, piccole case basse di soffitto.
Lo dico da lettrice, ma pure da cittadina.
Chi pensa che leggere, e leggere a precise condizioni di garanzia, libertà e accesso ai testi, sia un diritto minore rispetto a quello di curarsi, studiare, lavorare, riposarsi o migrare, non ha capito una verità elementare del nostro stare insieme come persone civili.
Quella verità – nota ad ogni lettore - insegna che noi abbiamo più di un domicilio a questo mondo. Non abitiamo solo questo paese, questa terra e questa cultura, non siamo cittadini solo di uno stato.
Noi tutti, uomini e donne, vecchi e bambini, anche quelli che non leggono (forse soprattutto loro) abitiamo anche le storie di noi stessi che ci vengono narrate.
E’ in base a quelle storie che immaginiamo il mondo che siamo chiamati a costruire, con le sue pause, i suoi lavori, le sue cure, le sue migrazioni e anche i suoi diritti. Che ci piaccia o meno, siamo tutti figli di una narrazione, di una storia letta o sentita raccontare, anche quando non sappiamo più ricordare dove e da chi. Se ci sembra di essere personaggi in cerca di autore è perché stiamo dentro una trama che ci consente certi movimenti, ma ce ne nega molti altri; e più la trama è povera e banale, meno riusciamo a fare la differenza sulla storia complessiva di cui siamo parte insieme agli altri.
Rivendicare un diritto alla lettura significa allora rivendicare il diritto di pensarsi qui come fosse altrove, di immaginarsi altro per poter davvero restare sé stessi, di chiedere alternative al mondo che abbiamo e di legittimare la diversità di narrazione, qualunque narrazione, come ulteriore possibilità per crescerci dentro.
Se ci fossero più lettori, e lettori con più garanzie di accesso alla lettura, questo sarebbe già un paese migliore, perché abitato da un numero maggiore di persone in grado di sovvertirne i limiti e fare la differenza. Ogni lettore è un cittadino consapevole, critico, uno che davanti a ogni narrazione di sé limitata, avvilente o falsa è in grado di organizzare un controcanto, opponendo alla realtà impoverita che vogliono imporgli la forza sovversiva di tutte le narrazioni che da lettore ha abitato, diventandone cittadino e rimanendo allo stesso tempo migrante.
Lottare per il diritto dei lettori significa lottare per un paese che può cambiare la sua storia.
Dietro a questo diritto stanno tutti gli altri, perché questo è un diritto alla consapevolezza. Senza quella non esistono garanzie di nulla per nessuno, perché di tutti i diritti che pensiamo di avere, gli unici che in realtà possediamo sono quelli che siamo in grado di difendere.
Qualcuno di voi ha qualche informazione in più?
Sapevo che in questa direzione anche Pennac deve aver fatto qualche intervento. -
Elianto782.
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Pennac ha scritto "Come un romanzo" molto carino . -
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Biting's excellent.
It's like kissing.
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Mi sembrava un discorso familiare (a parte i 10 diritti del lettore "ideati" da Pennac).
E' del 2002 la prima idea... http://www.arci.it/cultura/letteratura/car...tore/index.html
Non so se esistono versioni precedenti, considerando che la base ispiratrice (il romanzo di Pennac) è del 1992.. -
Fa}.
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madonna quanto è seriosa la murgia...... . -
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Qui a questo link ci sta un intero pdf ahahaha www.arci.it/dwn.php?trigger=LTCAAA
Grazie taksya!. -
.CITAZIONERivendicare un diritto alla lettura significa allora rivendicare il diritto di pensarsi qui come fosse altrove....
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littlecleo.
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è SUPERseriosa, ma ha scritto delle cose fantastiche!.