Catwoman

”Il giorno in cui sono morta, è il giorno in cui ho cominciato a vivere. Nella mia vecchia vita aspettavo che qualcuno vedesse ciò che di speciale c’era in me; ma quello di cui avevo bisogno era che me ne accorgessi io. Ed ora è successo.
Alle volte sono buona… molto buona, ma a volte sono cattiva, quel tanto che mi sento di essere. La libertà è potere; vivere una vita indomita e senza paura è il dono che mi è stato dato, quindi ora inizia il mio viaggio”.

Sono le parole conclusive del film, quelle con cui Catwoman si congeda dal pubblico e dal suo uomo…troppo distante dal suo nuovo modello di vita.

Patience Philips (l’attrice HALLE BERRY) è appunto Catwoman: inizialmente timida ed introversa, soprattutto frustrata da un’esistenza che inevitabilmente la strangola; il suo talento è inespresso e le sue doti sono invisibili agli altri, la sua vita è un niente. Finché non le viene dato il dono… della libertà: il potere di Bast (o Bastet) – l’antica dea egizia della luna e del sole (raffigurata nell’antico Egitto con corpo di donna e testa felina). Bast è una divinità, è colei che rappresenta la dualità insita in ogni donna: docile tuttavia aggressiva, protettiva tuttavia feroce.

E’ così che l’introversa ed impacciata Patience Philips diventa l’indomabile Catwoman. E come tutte le “donne – gatto” che l’hanno preceduta non può adeguarsi alle regole della società, ma inizia a seguire i suoi desideri… che è una benedizione ed una condanna al tempo stesso. Una condanna che spesso le farà sentire sola, che la porterà ad essere fraintesa… ma anche appunto a provare quel senso di libertà che le altre donne non sognano nemmeno.

Queste le parole rivelate a Patience Philips dalla sua mentore: “ogni cosa che osservi, che odori, che senti… è amplificata, una fiera indipendenza, un’assoluta sicurezza, riflessi animali. E’ la libertà del potere”. Ed il potere non è né buono… né tantomeno cattivo.

Catwoman è un film che non ha riscosso pareri entusiasmanti dalla critica, probabilmente per la semplicità della trama… oppure anche per essere troppo “distante” dalla Catwoman dei fumetti. Tuttavia verrà ricordato per alcune scene particolari, tra le quali il suo ingresso in un night con la tutina di pelle fetish e la frusta sadomaso in mano.

La Catwoman interpretata dall’attrice afro - americana Halle Berry è anche molto diversa dalla “donna – gatto” apparsa in “Batman - Il ritorno”, film del 1992 di Tim Burton, quando nel ruolo c’era una sfrenata Michelle Pfeiffer. La critica può pensarla come vuole, ma fermo restando la straordinaria interpretazione di Michelle Pfeiffer, io trovo la femmina Catwoman Halle Berry più trasgressiva e più istintiva della bionda Michelle, specie dopo il cambio di look che avviene a metà film: da donna semplice a super sexi. Quindi più adatta all’interpretazione del ruolo.

Ottima anche la parte recitata dalla sempreverde Sharon Stone, impegnata nei panni dell’antagonista femminile cattiva.