BEYOND GOOD & EVIL

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  1. Risoli
     
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    BEYOND GOOD & EVIL


    UN VIDEOGIOCO PERFETTO



    Particolarmente affascinata da videogiochi per P2 quali PRINCE OF PERSIA, GOD OF WAR e inevitabilmente TOMB RAIDER, vorrei dare spazio ad un titolo vecchio, per i tempi delle uscite, ma estremamente bello, avvincente e difficile, decisamente difficile. Vorrei parlare di BEYOND GOOD & EVIL che azzardo definire, nella piena consapevolezza delle mie affermazioni, un gioco dolce. Si, la dolcezza intrinseca di questa avventura grafica ha dell’eccezionale, l’ideatore della trama stessa è stato geniale nel contrapporre ad una situazione di partenza ovviamente tragica e destinata alla violenza, dei protagonisti dolci, altruisti, simpatici, uniti in una lotta che paradossalmente passa in secondo piano man mano che si avanza nel gioco. Avanzare non è facile: gli scenari sono immensi, arzigogolati, labirintici eppure bellissimi, perfetti nel disegno, nel movimento, nella fotografia. Nel visitare il pianeta Illys si incontra una piacevolissima scontatezza, nel senso che gli abitanti di questo mondo (che poi si riduce nel contesto in una città e dintorni) sono straordinariamente eterogenei, diversi tra loro eppure naturalmente convincenti, spontaneamente rispettosi gli uni verso gli altri e per questo la storia verte sul tentativo strisciante di spezzare questa armonia, di creare delle barriere legate a fini personali. Questi fini personali passano anche loro in secondo piano, il carattere ludico richiede un cattivo inenarrabile che, nello scontro finale, neppure è tanto imbattibile, perché l’emozione lo ha dato il percorso e non la meta. E proprio nel percorso si incontra di tutto, si chiede al giocatore di superare prove, di notare tutto, di capire cosa fare, di raccogliere i fondi per avanzare in potenza e poter così proseguire. Ogni visita è una sorpresa e l’obbligo di catalogare gli animali del mondo dà al gioco una ventata di ambientalismo. Tutto è importante, niente è irrilevante ed il giocatore a volte è costretto a tornare indietro per potersi districare. Questo rende il gioco longevo ed a tratti snervante, ma la soddisfazione non manca mai.
    I personaggi principali sono tre, coadiuvati da comparse altrettanto dettagliate e caratterizzate. La protagonista è una donna, giovane e affatto sexy, niente a che vedere con Lara Croft che distrae molto con il fondo schiena e il decolté. No, Jade è una ragazzina un po’ cresciuta, disincantata, inconsapevole d’avere dei poteri e per questo indifferente eppure impegnata, scorata ma determinata, sola ed affettuosa. Jade è colei che pensa di poter salvare tutto e tutti e quando tutto lascia presagire il peggio, piange e si lascia andare. Una debolezza questa inconsueta negli eroi videoludici, sempre pronti anche a morire. Jade non è disposta a morire, è disposta a gettare la spugna. È carina, insolita con le labbra verdi, scanzonata e dinoccolata.
    Il personaggio decisamente più simpatico è colui che supporta Jade dall’inizio e rende subito l’idea della piacevole convivenza delle razze nel mondo, zio Pej’g, un maiale, un cinghiale per l’esattezza. Il saggio, il vecchio, l’ironico, colui che ha allevato la ragazzina e le ha dato le conoscenze necessarie per portare avanti una missione se mai un giorno ce ne fosse stato bisogno. Pej’g risolve tutto, sa tutto, lavora di mani con una grossa tenaglia che sa di bacchetta magica, inventa delle calzature che sono alimentate con uno strano carburante (che non dettaglio per non togliere la sorpresa). Pej’g è il grillo parlante della protagonista, è una presenza rassicurante che tranquillizza anche il giocatore. Se succede qualcosa, c’è lui, ma l’idillio dura poco.
    Ultimo personaggio che va ad aiutare la nostra eroina è H, un soldato un po’ rintontito, emblema dell’assoluta integrità morale, un uomo che sottoposto alla tortura riesce a ritrovare se stesso per salvare tutto e tutti. H è forte, è robusto, sfonda le porte chiuse e consola teneramente Jade nei momenti di sconforto. Decisamente disegnato sui soldati alla S. Stallone, ha l’umanità quasi infantile che in altri eroi manca. E’ dolce anche lui, come tutti gli altri e simpatico, estroverso, disponibile e pronto al sacrificio.
    Come in ogni videogioco che si rispetti, esiste la parte violenta, quella dello scontro tra il bene ed il male. Anche questo aspetto è stato ideato in maniera geniale, la morte dei nemici non è mai cruenta, tanto è vero che in realtà, a livello visivo, non muoiono mai, ma volano via. Lo scontro stesso è raro con i nemici comuni, il gioco richiede astuzia, appostamenti e colpi precisi, null’altro. Non vi è nulla di aberrante in questi confronti ed anche quando si arriva a sfide dirette con i pezzi grossi della storia, il sangue o consimile è del tutto assente, come assenti sono le armi da fuoco.
    Diciamo che giocare BEYOND GOOD & EVIL richiede dei ragionamenti, non si limita certamente ad un picchiaduro, anche perché di duro in questo gioco non c’è proprio nulla. Ad avventura terminata ci si accorge di avere assistito ad una lezione di morale ove prevalgono i più saldi principi umani, quali l’amicizia, l’altruismo, la tolleranza, l’unione che fa la forza e sconfigge ogni male. Ci sono dei colpi di scena che rendono l’avanzamento piacevole ed appagante e la scena finale, un inno alla vittoria ed ancora una volta alla dolcezza, è tutta da guardare.
    Infine una parola sulle musiche che accompagnano il giocatore: anch’esse mirate e toccanti, difficilmente stressanti, incalzanti solo nei momenti clou che sono gli scontri sublimi.
    Unico neo: la fine, ma non la fine del gioco, bensì quella che forse in pochi arrivano a guardare, quella che chiude i titoli di coda. Lascia l’amaro in bocca, ma non dico di cosa si tratta.
    Per concludere, a mio avviso questo è uno dei pochissimi videogiochi che potrei consigliare per un bambino. Con l’avventura di Jade e dei suoi compagni un minore può divertirsi, mettersi alla prova ed imparare il rispetto per le diversità e per la giustizia. Si, lo consiglio, senza dubbio. Pur essendo graficamente un cartoons, anche l’adulto riesce ad appassionarsi e farlo con il proprio figlio crea una complicità rara in questo settore. Lo dico per esperienza.


     
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  2. T.S. ~ Silent Ice
     
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    Se non sbaglio avevo provato la demo di questo gioco anni fa, mi ricordo il maiale XD
    davvero particolare, non era niente male *__*
     
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  3. Risoli
     
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    Ricordi zio Pej'g, uno dei personaggi più toccanti che... in realtà è un cinghialetto intelligente e furbo. E' un gioco datato, lo so... ma secondo me è un cult intramontabile. Non sono informatissima in merito, ma so che era previsto un seguito e dovrebbe uscire in questi mesi, se non lo ha già fatto. Lo consiglio davvero, anche se preciso non è affatto facile come potrebbe apparire all'inizio. L'ho giocato su pc, poi quando ho avuto la ps, non ho esitato a comprarlo usato pur di rigiocarlo con più dimistichezza, la tastiera per certi giochi è una tortura.
    Non so, io dico la mia, essendo una videogiocatice incallita e pure bravina per certi versi...
     
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2 replies since 1/3/2010, 00:20   75 views
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