La cura delle vespe

Italo Calvino

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    Lascio che le cose mi portino altrove

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    La cura delle vespe







    L'inverno se ne andò e si lasciò dietro i dolori reumatici. Marcovaldo passava qualche ora a guardar spuntare le foglie, seduto su una panchina.

    Vicino a lui veniva a sedersi un vecchietto ingobbito nel suo cappotto tutto rammendi: era un certo signor Rizieri, pensionato e solo al mondo.

    Era carico di reumatismi, di artriti, di lombaggini.

    Marcovaldo si portava ogni giorno il pranzo in un pacchetto di carta da giornale; seduto sulla panchina lo svolgeva e dava il pezzo di giornale spiegazzato al signor Rizieri che diceva: - Vediamo che notizie ci sono, - e lo leggeva con interesse.

    Così un giorno ci trovò un articolo sul sistema di guarire dai reumatismi col veleno d'api.

    Da allora Marcovaldo tendeva l'orecchio ad ogni ronzio, seguiva con lo sguardo ogni insetto.

    Così si era messo alla caccia di vespe.

    Aveva un barattolo di vetro, in fondo al quale restavano ancora due dita di marmellata.

    Presto una vespa gli ronzò intorno ed entrò; Marcovaldo fu svelto a tappare il barattolo con un coperchio di carta.

    E al signor Rizieri, appena lo vide, poté dire: - Su, su, ora le faccio l'iniezione! - mostrandogli il flacone con la vespa infuriata prigioniera. Il vecchietto era esitante, ma Marcovaldo insisteva per farla, cosicché il signor Rizieri si scoperse, proprio lì, sulla panchina, un punto dei lombi dove gli doleva. Marcovaldo applicò lì la bocca del flacone e strappò via la carta che faceva da coperchio, menò una botta sul fondo del barattolo, l'insetto sfrecciò avanti e conficcò il pungiglione nei lombi del signor Rizieri. Il vecchietto cacciò un urlo, saltò in piedi e prese a camminare come un soldato che i fa il passo di parata, sfregandosi la parte punta e sgranando una sequela di confuse imprecazioni.

    Marcovaldo era tutto soddisfatto, mai il vecchietto era stato così dritto.

    La voce si sparse. Marcovaldo ora lavorava in serie.

    Nella sala d'aspetto la moglie di Marcovaldo introduceva i clienti e ritirava gli onorari.

    Un giorno Michelino, per far presto e prendere più vespe, si mise a cacciare all'imboccatura di un vespaio, così che il barattolo vi cadde dentro.

    Michelino indietreggiò di un passo, quando dal vespaio scoppiò fuori una nuvola nera, spessa con un ronzio assordante: erano le vespe che avanzavano in uno sciame infuriato.

    Michelino scappò a casa. Marcovaldo stava dicendo ai suoi pazienti - Abbiate pazienza, adesso arrivano le vespe, - quando la porta s'aperse e lo sciame invase la stanza.

    I pazienti si sbracciavano nell'inutile tentativo di scacciarle, e gli arti rattrappiti si scioglievano in movimenti furiosi: Vennero i pompieri e poi la Croce Rossa.

    Sdraiato sulla sua branda all'ospedale, gonfio dalle punture, Marcovaldo non osava reagire alle imprecazioni che dalle altre brande della corsia gli lanciavano i suoi clienti.
     
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  2. Raickoxy
     
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    Marcovaldo è sempre bello

    ^_^ ^_^ ^_^

    Mi è servito a fare un riassunto :D :D
     
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1 replies since 24/7/2009, 09:21   6680 views
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