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Titolo: Good bye, Lenin!
Regia: Wolfgang Becker
Anno: 2003
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Christiane Kerner si risveglia da un coma durato otto mesi. I figli cercano di starle vicino il più possibile, cercando di evitarle traumi, che potrebbero esserle fatali. Ma in questi otto mesi il mondo che la donna conosceva è completamente cambiato.
Infatti lei, che si era completamente dedicata al partito a cui si era aggrappata come a un'ancora dopo l'abbandono del marito, aveva incentrato tutta la sua vita intorno alla difesa dell'ideologia comunista, e lo shock che le causerà i lunghi mesi di incoscienza, avrà luogo proprio alla vigilia dell'evento che avrebbe sconvolto la Germania, e proprio nella città che più da vicino e prima di tutte aveva vissuto la pena della separazione: Berlino.
Si risveglierà, Christiane, in una Berlino unificata, il mondo che conosceva si starà lentamente sgretolando, i simboli del consumismo inizieranno a soppiantare quelli della rigida ideologia filosovietica.
Alex, il figlio, ventenne, sognatore, non avrà altra scelta: se vuole salvare la madre dovrà fingere che tutto è rimasto come prima.
E così si va in scena, in un susseguirsi di revival malinconici e amari, nel tentare di tenere in vita l'apparenza di un mondo anacronistico, antiestetico, monopolistico, che in pochissimi mesi è diventato un brutto ricordo nelle menti di tutti i berlinesi, che lo rinnegano e rigettano proiettati al benessere dell'ovest....
Episodi quasi grotteschi rivelano con una sottile ironia tutte le contraddizioni che vengono allo scoperto, tutte le ipocrisie dei vecchi e dei nuovi fasti, dei vecchi e dei nuovi padroni...
E la sofferenza dei "nuovi poveri", perlopiù persone anziane o idealiste che non hanno saputo rivendersi al nuovo mondo, è giustapposta alla ricchezza di chi ha saputo adattarsi, approfittando abilmente di tutte le nuove strade aperte dal confronto... Confronto che sembra sempre di più un'invasione...
Probabilmente è che io sono terribilmente affascinata dalla tematica del crollo dell'impero sovietico, dai risvolti che questo cambiamento così rapido ha avuto sulle vite di milioni di persone nel momento in cui due mondi che erano stati nemici ( due mondi che si erano ignorati o odiati per più di mezzo secolo, nascosti nella cortina di ferro) vengono non solo a interagire, ma si sovrappongono, si mescolano e scompaiono....
Insomma, sulla scia dei film sulla decadenza dell'URSS, questo film occupa comunque una posizione assai particolare, per la splendida interpretazione di Katrin Sass e Daniel Brühl (mi sono già innamorata , per le favolose musiche di Yann Tiersen, e per la capacità di dare uno sguardo ironico ma allo stesso tempo amaro e pieno di considerazioni (e spunti di riflessione) a un livello assai profondo.
Unica pecca: le magliette della squadra della nazionale tedesca, che, come un mio amico appassionato di calcio ha fatto notare, non erano quelle di Italia 90, ma forse di un paio d'anni dopo
ps: che bella la contrapposizione concettuale tra astronauta e cosmonauta
Edited by Kiby89 - 3/2/2011, 14:04. -
ivan72.
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Questo film è semplicemente meraviglioso!
Con poesia, leggerezza ed ironia ha saputo trattare un tema tragico: il vuoto, letteralmente, lasciato dal crollo di un modello di stato/società.
Non ha velleità di parte, semplicemente racconta la vita.
Il ritorno ad essa, plasmato in un sogno.
Stupendo.. -
Ofeliadorme.
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L'ho visto almeno 5 anni fa. Concordo, è davvero un film stupendo. .