Ludwig

Dürckheim: « Sua altezza il principe Otto è terribilmente infelice: così giovane ed è come se avesse già bruciato la sua esistenza senza averla vissuta; le sue aspirazioni sono soffocate nell’amarezza. Sono diventate tristezze e paure. Vive in una solitudine angosciosa. Non dorme più di due ore per notte, è incapace di riposo. Ha cercato la felicità disperatamente… in quello che è impossibile. E il senso di sicurezza… in ciò che è fuori dalla regola. »

Ludwig: « E perché no? Il mondo che ci circonda è intollerabile, meschino. Gli uomini sognano la sicurezza materiale, nient’altro… e sono pronti a perdere la vita pur di raggiungerla. Io voglio essere libero, libero di cercare la felicità nell’impossibile! Ma al contrario di mio fratello, cerco di accordare le mie azioni alle mie idee. Perciò ho abbandonato questa stupida guerra che non ho potuto impedire. Io non sono un codardo! Odio la menzogna… e voglio vivere nella verità sempre. »

Dürckheim: « Perdonatemi, Sire, e concedete ad un uomo semplice di esprimere la sua opinione. Vostra maestà ha detto di voler vivere nella verità… ma io credo che volesse dire che intende vivere da uomo libero secondo il proprio istinto e i propri gusti… senza ipocrisia né menzogna, non è così? La verità secondo me non ha niente a che vedere con questa ricerca – diciamo così – dell’impossibile. Una libertà che sia il privilegio di pochi, non ha nulla in comune con la vera autentica libertà ,quella libertà che appartiene cioè a tutti gli uomini e che ognuno di noi a ragione… ha il diritto di avere. Viviamo in un mondo senza innocenti, dove nessuno ha diritto di ergersi a giudice. Io sto parlando come a un amico, l’affettuosa benevolenza che vostra maestà mi ha sempre dimostrato quando eravamo entrambi più giovani, mi dà il coraggio di… di sfogarmi… come può accadere tra due uomini. Sono un soldato che è stato lasciato solo sul campo di battaglia, nel… nel momento del pericolo e dell’amarezza, ma che non prova… né disprezzo né rancore per il sovrano che lo ha abbandonato, bensì prova una profonda pietà. Il mio sovrano crede di aver fatto una scelta coraggiosa… ma si sbaglia se crede di poter trovare la vera felicità fuori dalle regole e dai doveri dell’uomo. Chi ama davvero la vita, maestà, non può permettersi la ricerca dell’impossibile… ma deve giocarla con infinita prudenza. Anche un sovrano…anche un sovrano, perché il grande potere di cui un sovrano dispone è pur sempre limitato nei confini del consorzio umano di cui fa parte egli stesso. Chi potrà mai seguirlo fuori da quei confini, chi? Non potranno seguirlo certamente gli esseri umili, indifesi… che non hanno altra preoccupazione se non la ricerca di un po’ di sicurezza… non soltanto materiale, ma anche di carattere morale… e dei quali vostra maestà parlava con gran disprezzo. E avrà allora al suo seguito chi interpreta questa libertà come… come ricerca del piacere fuori da ogni costrizione morale. No, non può volere questo: un seguito di servi abietti, di sfruttatori, di spacciatori di illusioni… no, non ci credo. Vostra maestà non può gradire una simile compagnia, che approfitterebbe della sua generosità e che non mirerebbe che ingannarla. Ma possibile che un essere tanto giovane, che ha tutta la vita davanti a sé, non sia tentato di trovare una diversa ragione alla propria esistenza? Anche se è una ragione estremamente difficile, perché è la ragione di vita degli esseri semplici, che accettano la mediocrità. Certo ci vuole molto coraggio ad accettare la mediocrità a chi persegue ideali sublimi che non sono di questo mondo, lo so benissimo… ma è l’unica vera speranza di salvarsi da una solitudine che può anche essere immonda. »