Posts written by °Ln

  1. .
    Si va avanti all'infinito! Anche perché io sono a met... ehm, un terzo, non ho intenzione di mollare!
  2. .
    Auguri!!!
  3. .
    Riletto in due giorni, la scusa era il giro del mondo in 80 libri ma di fatto è un libro che mi ha colpito tantissimo, ricordavo che mi era piaciuto molto ma se avessi dovuto ricordare qualcosa della trama... Il vuoto.
    Quindi la rilettura è stata molto scorrevole, proprio perché non avevo nessuna memoria se non le "sensazioni". Ditemi vi prego che almeno per qualche altro romanzo capita anche a voi...
    Fatta questa inutile premessa, dopo 12 anni cosa posso dire?

    Il libro è ormai considerato un pilastro della letteratura non solo scifi, però è una lettura che consiglio anche a chi non ama il genere.
    Per prima cosa si legge bene, è ben ideato e anche molto evocativo. La trama è importante nella misura in cui serve a raccontare gli effetti della visita (che tanti leggono come anticipazione del disastro di Černobyl' e in effetti i parallelismi tra gli Stalker e i visitatori della zona rossa sono molti, ne parlo sotto), i personaggi hanno tutti una loro profondità ma non sono "ingombranti", non sono i veri protagonisti.
    Tutto il romanzo è una riflessione sulla conoscenza, sulla ragione, sull'ambizione dell'Uomo e dei piccoli uomini che vivono nell'area della Zona. I momenti più belli ovviamente sono quando Redrick / Red Schouart entra nella Zona, si confronta con fenomeni inspiegabili, ce li racconta senza raccontarceli perché, in fondo, nemmeno lui - o gli scienziati che li studiano - li hanno veramente capiti.


    A margine, consiglio caldamente la lettura che non ho commentato (maledetta) di Una passeggiata nella zona ~ Markijan Kamys, il cui titolo non a caso richiama proprio il romanzo degli Strugackij, che però non è fantascienza ma saggistica. La zona in questione è infatti quella di Pripyat. Non solo il titolo in realtà, tutto il romanzo è un continuo rimando, anche la struttura, l'atmosfera, le descrizioni mescolate a riflessioni che rallentano e dilatano il tempo nelle due zone diverse e così simili...
    L'unica vera differenza? Nel nostro la causa è aliena, in quello di Markijan Kamyš la causa siamo noi. Ma c'è una riflessione in Picnic che si sposa benissimo anche con questo:
    CITAZIONE
    Voi vi chiedere: per cosa è grande l'uomo? Perché ha creato una seconda natura? Perché ha messo in moto forze quasi cosmiche? Perché in un periodo di tempo insignificante si è impadronito del pianeta e ha aperto una finestra sull'Universo? No! È' grande perché, nonostante tutto questo, è sopravvissuto e ha tutta l'intenzione di sopravvivere anchein futuro...
  4. .
    Ci ho messo un'infinità di tempo a leggerlo perché in fondo... non mi è piaciuto.
    Non so se per l'ambientazione, se per una scrittura che non mi ha colpito, se perché non era abbastanza accattivante e ci sono cascata con tutte le scarpe. E' che la storia, in sé, proprio non mi ha preso. L'ho trovata lunga, ripetitiva, prolissa. Ci sono rimasta molto male perché altro di Eco mi è piaciuto, che fossero romanzi (Il nome della rosa e Il pendolo di Focault rimangono tra i miei preferiti in assoluto) o saggi (che ho letto spesso e volentieri, e che ho trovato ben più scorrevoli di questo romanzo!).
    Mi sento abbastanza lontana dal periodo storico raccontato e mi sento anche lontana dalle polemiche politiche del periodo in cui è stato pubblicato, anche se tutto sommato penso che sia cambiato poco. Eppure, ciononostante, sebbene sia sempre attuale e adatto per tutte le stagioni, non sono riuscita ad apprezzarlo.

    Ci devo pensare.
  5. .
    9788874526222_0_536_0_75
    Titolo: Istanbul Istanbul
    Autore: Burhan Sönmez
    Anno: 2016
    Editore: Nottetempo
    Pagine: 320
    Descrizione:
    Una cella, quattro uomini, dieci giorni, una moltitudine di storie: un dottore, un barbiere, uno studente e un vecchio rivoluzionario sono incarcerati in una stanza angusta e gelata nei sotterranei di Istanbul. Fra gli interrogatori, le torture, il tempo sospeso e l’immobilità forzata cui sono inchiodati, scoprono l’incanto e il potere della parola come unica via di fuga possibile. I protagonisti di questo libro, come nel Decamerone, trascorrono il tempo della loro segregazione raccontandosi storie ed è cosí che, in una narrazione corale, svelano il filo che li lega e il motivo per cui si trovano imprigionati: nella Istanbul sopra la cella, quella che vive e brulica tra bellezza e orrore, qualcosa sta per accadere, un cambiamento, una rivoluzione… Ed è la città, con tutti i suoi contrasti, le sue contraddizioni e le infinite realtà che la compongono, la vera protagonista del libro: la Istanbul “di sopra” insieme alla Istanbul sotterranea, quella della speranza e della luce mescolata – fin dal titolo – alla sua gemella, quella dell’ombra, dell’arroganza degli uomini, della brutalità del potere.



    CITAZIONE
    Burhan Sönmez è nato ad Ankara nel 1965, dov’è cresciuto parlando turco e curdo. Avvocato specializzato in diritti umani, vive tra Cambridge e Istanbul e insegna Letteratura all’Università ODTU di Ankara. Ferito durante uno scontro con la polizia turca nel 1996, è stato curato in Gran Bretagna col sostegno della Fondazione “Freedom for Torture”. Ha cominciato a scrivere nei lunghi mesi di riabilitazione e oggi i suoi romanzi sono tradotti in più di venti paesi. In Italia è uscito nel 2014 Gli innocenti, per il quale ha ricevuto il Premio Sedat Simavi, cui è seguito Istanbul Istanbul, edito da nottetempo nel 2016. Nel 2019, per la stessa casa editrice, pubblica Labirinto.


    Iniziato da poco, è molto scorrevole.
    Il mio unico "problema" è che ogni volta che leggo il titolo non posso fare a meno di cantare per ore questa canzone.
  6. .
    Comunque sono 20 uscite in tutto , non si trova il piano editoriale ma continua ad esserci roba molto interessante
  7. .
    CITAZIONE (mercoledì @ 25/2/2023, 14:54) 
    sono curiosa di sapere che ne pensi de "Il cimitero di Praga"... *^^*

    ....che è lunghissimo
  8. .
    Io per esempio questa attrazione proprio non l'ho trovata. E' troppo crudo e pessimista per im miei gusti, e per quanto serve una seconda lettura per arrivare a comprendere le sfumature della trama, io non ho intenzione di dargliela
  9. .
    978880622052GRA
    Titolo: Una mutevole verità
    Autore: Gianrico Carofiglio
    Anno: 2014
    Editore: Einaudi Stile Libero
    Pagine: 128
    Descrizione:
    Un buon investigatore deve essere capace di costruire una storia, immaginare che cosa è successo prima e dopo il crimine, come in un romanzo. Poi, costruita la storia, deve andare in cerca di ciò che la conferma e la contraddice. Cosí pensa il maresciallo dei carabinieri Pietro Fenoglio, piemontese trapiantato a Bari, che si trova a indagare su un omicidio dove tutto appare troppo chiaro fin dall’inizio. Non fosse che al principale sospettato, su cui si concentra ogni indizio, mancava qualsiasi movente per commettere il delitto. In un folgorante romanzo breve, Gianrico Carofiglio orchestra una storia perfetta e dà vita a un nuovo personaggio: malinconico e lieve, verissimo, indimenticabile.

    CITAZIONE
    Il Maresciallo dei Carabinieri Pietro Fenoglio, un torinese trapiantato a Bari, si trova ad indagare su un efferato omicidio in cui tutto sembra troppo chiaro fin dall'inizio: le prove, gli indizi, le testimonianze sembrano tutte convergere su un'unica persona, che tuttavia non aveva nessun movente per compiere il delitto. Solo la perseveranza e la singolare idea investigativa di Fenoglio permetteranno di trovare la soluzione al caso, che spesso, come in tale occasione, si cela dietro alle più scontate evidenze.

    --------------


    Libro leggero leggero che si legge in un giorno, avendo tempo.
    Probabilmente ispirato a un fatto realmente accaduto. Perché? Perché non è un giallo vero e proprio. Lo è fino a pagina 101 di 118. Poi si sgonfia come un palloncino. Come la vita vera.
    E per quanto sia ben scritto e avvincente nelle prime 100 (larghe) pagine, la delusione del finale lascia l'amaro in bocca.
  10. .
    Io 10 su 35, anche se Hyperion sono 4 libri...
  11. .
    Un altro saggio frustrante e deludente
    Vivere a spese degli altri. Elogio del parassitismo~ Claudia Bordese
  12. .
    Come è? Stavo proprio puntando agli Sgtrugatskij...
  13. .
    Allora, sul finale va leggermente a migliorare, ma ribadisco che ci sono tanti esempi ripetuti e tanti temi trattati con grande superficialità.
    L'autrice si concentra su vermi/vermazzi e insetti/aracnidi senza approdondire altri esempi per esempio tra i vertebrati. Il cuculo in copertina avrà dedicato un paragrafo, e altri esempi di parassitismo tra gli uccelli sono liquidati in una semplice menzione, senza entrare nel dettaglio. Riporto per intero il passaggio in questione.
    CITAZIONE
    Nel parassitismo di cova i genitori delegano a un'altra specie la fatica e soprattutto le spese per la cura della loro prole. Rappresentante più famoso è il cuculo, ma tale parassitismo è praticato anche dall'uccello vedova africano e dal molotro testabruna, passeriforme nordamericano. C'è un'interessante componente evolutiva dietro un simile comportamento, che molte madri non esiterebbero a marchiare come degenere. Esigere da altri le risorse per la crescita dei figli vuol dire risparmiare energie per generare un numero maggiore di discendenti e massimizzare così le possibilità di sopravvivenza dei propri geni. Non è pertanto casuale che gli uccelli dediti al parassitismo di cova depongano un numero di uova molto superiore e a quello di specie simili non dedite. Inoltre devono conoscere la posizione nel bosco dei nidi delle madri inconsapevolmente disponibili ad allevare la prole altrui, nonché il momento esatto in cui queste deporranno le loro uova, per parassitarne il nido quando la loro predisposizione a sfamare un essere implume è massima. Un comportamento forse discutibile ma che dimostra capacità mnemoniche e cognitive molto sviluppate.
    Fenomeno analogo è il cosiddetto parassitismo sociale....

    Cita anche le narcomeduse, unico esempio tra le meduse, ma anche qui non dice nulla di più.
    Inoltre "giusto per completezza" cita funghi e alcune piante, relegandoli a un capitolo di un paio di pagine ciascuno, sinceramente inutile e con argomenti anche abbastanza superati (vedi vischio).

    Il linguaggio assolutamente informale è un altro aspetto che sinceramente non apprezzo, vedi le "madri degenere" di cui sopra. Gli "scrocconi" (come vengono spesso chiamati) sono poi raccontati come dotati di grande "fantasia", e con molte osservazioni antropocentriche e abbastanza banali, come se avessero "scelto" di evolversi in un certo modo.
    Boh.

    Insomma, l'ho trovato estremamente frustrante, adatto probabilmente a chi ha zero cognizione in tal senso.

    E come ogni volta mi ripeto che devo smettere di leggere saggi naturalistici perché hanno rotto le palle con la loro iper-divulgazione.
  14. .
    Io ho finito l'Armenia e ora devo decidere dove andare
  15. .
    Anche io grande fan degli Addams e soprattutto grande fan di Harjey in mezzo / Stuck in the Middle che vedevo con mia nipote (anche se lei ora nega).
    Mi è piaciuto un sacco, lo scrivevo nella discussione generica, l'ho trovato davvero ben costruito e non banale anche se la trama un po' arrampicata sugli specchi
    specie per quello che dovrebbe succedere durante il ballo... boh non mi sembra ci siano i tempi!

    Infatti mi ero ripromessa di riguardarlo. Anche perché appunto è davvero un sacco carino.
6829 replies since 24/6/2006
.