Posts written by There is no self

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    Ma io ti adoro. Ho cercato per mesi il titolo di questo libro dopo averlo visto su una bancarella in un momento di povertà estrema. Ora è d'obbligo una ricerca su BookFinder, tanto più che per me spezie e peperoncino non sono un problema, anzi!
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    Questi primi sei mesi sono stati un delirio, tra tesi e scombussolamenti vari ho letto una quantità ridicolmente bassa di libri. Ma visto che ormai il più è fatto e posso considerarmi già disoccupato, ho tutto il tempo per recuperare.

    Gennaio - 16 giugno
    # Franz Schatzing, Il mondo d'acqua
    # Nick Manatas, Bullettime
    # Zachary Schomburg, The Man Suit
    # Ilf e Petrov, Le dodici sedie
    # August Strindberg, La Camera Rossa
    # James Ballard, The Terminal Beach
    # Bruce Chatwin, Le Vie dei Canti
    # Svante E. Cornell e S. Frederick Starr, The Guns of August 2008: Russia's War in Georgia
    # Marcel H. Van Herpen, Putin's Wars: The Rise Of Russia's New Imperialism
    # Dennis Sammut e Nikola Cvetovski, The Georgia-South Ossetia Conflict
    # Giovanni Bensi, La Cecenia e la Polveriera del Caucaso
    # David Marshall Lang, A Modern History of Georgia
    # Giorgi Melikishvili, Researches in the Ancient History of Georgia, Caucasia and the Near East
    # J. Wheatley: Georgia from national awakening to Rose Revolution: Delayed transition in the former Soviet Union
    # Anders Aslund, Revolution in Orange: The Origins of Ukraine's Democratic Breakthrough
    # R. Bordone, G. Sergi, Dieci secoli di medioevo
    # S. Roda, Mitologie dell'Impero
    # G. A. Cecconi, La città e l'impero
    # Richard Cohen, By the Sword
    # A.M. Keith, Engendering Rome. Women in Latin Epic
    # Robert Legvold, Russian Foreign Policy in the Twenty-first Century and the Shadow of the Past
    # Wladislaw Duczko, Viking Rus: Studies on the presence of Scandinavians in Eastern Europe
    # Maurice Nadeau, Storia e Antologia del Surrealismo
    # Cicerone, Dell'Oratore
    # Simon Franklin, The Emergence of Rus' 750-1200

    In lettura:
    # George Bernard Shaw, Plays Unpleasant
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    Aggiornato la lista con quel che sono riuscito a leggere. Meno male che è stata estesa la scadenza, l'avevo completamente persa di vista (come sempre, del resto).
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    Io ho anche il ticchio dei libri usati, non so se si era capito. Siti come World of Books potrebbero anche devolvere i guadagni in nuove assi chiodate per gli eschimesi che massacrano i cuccioli di foca, continuerebbero ad avere i miei soldi.
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    Negli ultimi mesi, spinto da una parte dalla necessità di risparmiare e dall'altra dal mio problema di acquisto compulsivo, ho raccolto una discreta quantità di siti da cui acquistare libri a buon prezzo, usati e non. Un paio li uso da anni, altri non li ho ancora provati, ma mi sembrano tutti più che validi. Questa la mia lista finora:

    BookFinder: www.bookfinder.com/?ref=bf_s2_hd_1
    Sito della vita. Permette di condurre una ricerca su un numero spropositato di venditori, affinandola con criteri come la lingua in cui è scritto il libro (non necessariamente quella originale), la prima edizione o lo stato del volume (nuovo o usato). Il grande pregio è che ordina i risultati in base al più conveniente, calcolando le spese di spedizione in base alla destinazione che inserite voi. Se cercate qualcosa di raro o fuori catalogo vi consiglio di partire da qua. È come scoprire il fuoco per la seconda volta.

    World of Books: www.worldofbooks.com/
    Una miniera d'oro per i libri usati, anche se limitati alla lingua inglese (non escludo però che si riescano a trovare edizioni in altre lingue di libri famosi). La compagnia ricicla i milioni di libri destinati al macero del Regno Unito e li rivende a poche sterline l'uno. L'unica pecca è che le spese di spedizione sono per il singolo libro e non per l'ordine totale, ma di solito il basso prezzo compensa il problema.

    AbeBooks: www.abebooks.it/?cm_sp=TopNav-_-Advs-_-Logo
    Come World of Books, ma il fatto di disporre di una versione italiana e di librerie in un po' tutta Europa lo rendono ideale per acquisti di libri in lingua italiana. A differenza di World of Books i libri non sono della compagnia ma delle varie librerie, quindi il costo di spedizione è di nuovo per libro (a meno di non trovare altri libri nella stessa libreria).

    The Book Depository: www.bookdepository.com/
    Sito britannico con una ridotta quantità di libri usati, ma che offre sconti non da poco e soprattutto non fa pagare le spese di spedizione. Consigliatissimo soprattutto se siete alla ricerca di un unico libro.

    Libraccio: www.libraccio.it/remainders/
    Ho linkato direttamente la sezione remainders, con libri scontati del 55%. Non penso serva aggiungere altro, se non che è probabile che ci sia anche almeno un Libraccio fisico dove abitate voi.

    Biblio: www.biblio.com/
    Discreto per i libri usati, molto buono per i libri rari o fuori stampa. Il costo di spedizione è per singolo libro.

    Better World Books: www.betterworldbooks.com/
    Altro notevole sito di libri usati, in cui una parte dei guadagni viene devoluta per finanziare scuole e biblioteche. Spese di spedizione gratuite per tutto il mondo, anche se trattandosi di una compagnia statunitense i tempi possono dilatarsi un po'.

    Fantastic Fiction: www.fantasticfiction.co.uk/
    e il Catalogo Vegetti per la lingua italiana: www.fantascienza.com/catalogo/
    Database fornitissimi per la letteratura fantastica.

    Infine butto qui un po' di link a siti di ebook gratuiti per i possessori di ereader (ma anche per quelli a cui serve un testo difficile da reperire, ché di solito si spende di meno a stamparlo in copisteria che a farlo arrivare da Xanadu):
    www.openculture.com/free_ebooks
    www.getfreeebooks.com/
    www.freebookspot.es/default.aspx (Consiglio questo in particolare)
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    Io l'ho riletto in spagnolo l'anno scorso e non ho fatto fatica. Poi magari ti perdi il gioco di parole o la definizione della tal spada/imbarcazione/mestiere del primo Seicento che risulta incomprensibile anche a uno spagnolo, ma non è una grande perdita.
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    Ah, il Caucaso! Se avete letto qualche romanzo russo del XIX secolo saprete che il Caucaso è l'equivalente russo del Far West: una terra di confine dove le leggi della società civile smettono di esistere, dove la vita quotidiana è fatta di incontri con donne fiere e bellissime, di duelli con le pistole, di montari duri e orgogliosi come la terra da cui provengono, inseguimenti a cavallo, riflessioni al tramonto, riflessioni all'alba, riflessioni sotto un vento maledetto che scompiglia i capelli. Nel Caucaso ci vanno i ventenni annoiati in cerca di avventure, nel Caucaso, combattendo al fianco dei cosacchi, si diventa uomini, ci si fa crescere la barba, si scopre l'amore e si riscopre il proprio legame con la natura.
    Ecco, dimenticate tutto questo.
    Il Caucaso è follia.
    Il Caucaso è l'equivalente etnico-linguistico del Carnevale di Rio.
    Il Caucaso è il delirio alcolico partorito da un geografo pazzo in una notte di luna calante mentre fuori infuriava un uragano (anch'esso pazzo, alcolico e/o calante).
    Sto scrivendo la tesi magistrale sulla propaganda russa durante la guerra in Georgia del 2008 e, un po' per necessità e un po' per masochismo, mi sono letto la storia di buona parte degli sciroccati che abitano queste terre e voi veramente non potete capire cosa c'è laggiù. Quello è il vero Altrove, altro che la Sorbona. E adesso ve lo beccate tutto quanto.

    ethnicMap

    Bene, da che parte cominciamo? Ditemi la prima cosa che vi viene in mente quando pensate al Caucaso.
    - La guerra! - urla Elena, che è l'unica che sa cosa sia il Caucaso ed è anche l'unica che sta leggendo questa discussione.
    Bravissima, Elena, ottimo inizio! Come premio una porzione di pel'meny con panna acida!
    Sì, nel Caucaso c'è la guerra. E perché c'è la guerra? Semplice, perché si odiano tutti!
    La guerra più famosa nell'immaginario collettivo™ è con ogni probabilità la guerra in Cecenia. I ceceni sono un popolo molto particolare e per particolare intendo pazzoide: teste calde per natura e bastiàn cuntraj per vocazione, i ceceni sono per i russi quello che i corsi sono per i romani nelle storie di Asterix.
    AsterixCorseSoeur2
    Tra l'altro i ceceni definiscono loro stessi noxçi, cioè "uomini"; il termine "ceceni" deriva dal villaggio di Ceçen-Aul, che i russi, che di queste cose non ne hanno mai capito molto, hanno deciso di affibiare arbitrariamente all'intero popolo (e poi si lamentano se gli fanno saltare in aria gli edifici). Annessi dalla Russia a metà del '700 i corsi ceceni si sono sempre rifiutati di fare qualsiasi cosa che potesse anche solo minimamente aiutare i russi. Questo include, tra l'altro, imparare il russo, cosa che ha fatto venire un embolo a più di un ufficiale dell'esercito imperiale che si sia ritrovato soldati ceceni tra le proprie fila. Durante la Seconda Guerra Mondiale il buon Stalin (d'ora in avanti denominato Il Baffone) decise di deportarli tutti quanti in blocco con l'accusa di stare collaborando con i nazisti, nonostante i ceceni, nemmeno a dirlo, non conoscessero una parola di tedesco (imparare una lingua nuova? Ma ti pare?). I fringuelli poterono tornare al proprio paese solo nel 1957, durante l'annuale Festival dell'Infamiamo Il Baffone Perché Adesso Ci Sta Sulle Palle inaugurato da Chruscev, che non tenne in considerazione il fatto che in Cecenia si erano trasferiti (leggi "costretti a trasferirsi") russi, georgiani e altri popoli a caso, cosa che fece salire ancora di più la tigna ai ceceni. Quando l'Unione Sovietica si svampò gli astuti pensarono "bene, visto che tutti si stanno dichiarando indipendenti, facciamolo anche noi!". L'unico problema era che non c'era un singolo ceceno che potesse far sentire la propria voce ai piani alti, per i seguenti motivi:
    - i piani alti erano pieni di amianto e nessuno ci metteva mai piede;
    - i ceceni con cariche amministrative/governative di una certa rilevanza si contavano sulle dita della mano del vecchio Samir Bezdel'nikov, che aveva lasciato mignolo e anulare destri sotto la pressa industriale e il braccio sinistro nell'esplosione del suo alcool fatto in casa;
    - era opinione comune (cioè russa) che i corsi ceceni non potessero usare la scusa del torto storico della deportazione, in quanto riabilitati da Chruscev durante il già citato festival e quindi a tutti gli effetti rientrati in seno a Santa Madre Russia.
    Ai ceceni di tutto questo non poteva importare di meno e quindi dagli di rivolte popolari, corse agli armamenti e Prima Guerra Cecena, dove i russi danno alle fiamme più o meno qualsiasi cosa senza riuscire a combinare nulla di buono (cioè di cattivo). L'allora presidente russo Boris El'cyn, che mi piace ricordare mentre balla ubriaco in più di un evento ufficiale

    questo bell'uomo, dicevo, strappa una tregua grazie alla Provvidenza Divina, poi si beve anche quella e la guerra ricomincia per altri dieci anni (1999-2009): attentati, pulizie etniche, stupri di massa, salti mortali, animali parlanti, insomma, roba per cui tutti i giovanotti russi di metà Ottocento avrebbero dato il proprio cappotto di ornitorinco siberiano pur di parteciparvi. Al termine (termine?) del conflitto la capitale Groznyj praticamente non esiste più e persino Pinochet denuncia dalla tomba la violazione di tutti i diritti umani. Sua Autisticità Vladimir Putin, che nel frattempo aveva sostituito El'cyn alla presidenza e si era dimostrato più in gamba di lui in tutto meno che nella cirrosi epatica, mette a capo della Repubblica Gruvierata di Cecenia Ramzan Kadyrov, integerrimo uomo di giustizia tra i cui interessi si annoverano ballare la lezginka allo stadio, inseguire gli struzzi e scattarsi selfie con chiunque gli capiti a tiro, da Depardieu ai semplici turisti (perché lui, tra le altre cose, è anche un uomo del popolo). Qui immortalato mentre, in un momento di maschia complicità, racconta la sua barzelletta più famosa ad un pesce:
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    Nella prossima puntata: con chi altri litigano i ceceni? Cos'è il Dagestan? Chi sono i georgiani e perché fanno il pane con le uova? Quante vocali aveva la lingua ubykh?

    Edited by Dajte neft' iz Baku! - 19/4/2015, 23:10
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    C'è da dire che con certi titoli è tuo dovere morale di fronte a Dio mettere quelle copertine. A Whorenado potevano cambiare posa o angolazione, ma quello si doveva beccare.

    EDIT: questo è chiaramente saltato fuori da un round del gioco del telefono.
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    Presi per la sfida europea:

    - George Bernard Shaw, Plays Unpleasant;
    - James Ballard, The Terminal Beach;
    - James Kelman, A Disaffection.

    In più, perché sono uno psicopatico:
    - John Lindow, Norse Mythology;
    - Lyle Campbell, Historical Linguistics;
    - David Anthony, The Horse, The Wheel, and Language.

    E ne ho almeno cinque in arretrato. Aiutatemi.
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    Via Italia e Francia. Io la finirò fra tre anni, visto che ho voluto fare il bello e ho messo libri che probabilmente sono fuori stampa da mo'.
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    Appunto veloce: io Bulgakov, Gogol' e compagnia bella li includerei nella Russia, visto che la loro cultura era prettamente russa, a prescindere da URSS e Ucraine più o meno reali.
    Per il resto, la signora vuole la raffica e la raffica avrà:
    - Michail Bulgakov, Il maestro e margherita;
    - Fedor Dostoevskij, Povera Gente, Le notti bianche, Memorie dal Sottosuolo;
    - Andrej Belyj, Pietroburgo;
    - Ivan Turgenev, Padri e figli, Memorie di un cacciatore;
    - Viktor Pelevin, Babylon (Generation P), La freccia gialla, Dialettica di un periodo di transizione dal nulla al niente;
    - Michail Lermontov, Un eroe del nostro tempo;
    - Vladimir Majakovskij, qualsiasi poema o raccolta di poesie;
    - Sergej Esenin, Idem come sopra;
    - Evgenij Zamjatin, Noi;
    - Maksim Gor'kij, La madre;
    - Andrej Platonov, Ricerca di una terra felice;
    - Michail Zoščenko, qualsiasi cosa tu riesca a trovare, ché mi sa che non lo ristampano dagli anni '80.

    Consiglio in particolare Bulgakov, Pelevin e Majakovskij.
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    Io sto scrivendo una cosa che volendo può rientrare nel vecchio tema e penso anche nel numero di cartelle. A quanti racconti volevamo arrivare?
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    Pane azzimo, stracchino, insalata di ciliegini e olive nere e i resti dell'hummus di ieri.
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    Alla fine se n'è più fatto qualcosa? Immagino di no, se l'ultimo messaggio risale ad un anno e mezzo fa, ma non sarebbe male vedere se si riesce a far ripartire la cosa.
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    Titolo: The Naked Lunch (It.: Il Pasto Nudo)
    Autore: William S. Burroughs
    Anno: 1959
    Editore: Olympia Press
    Pagine: 289
    Descrizione: Since its original publication in Paris in 1959, Naked Lunch has become one of the most important novels of the twentieth century. Exerting its influence on the relationship of art and obscenity, it is one of the books that redefined not just literature but American culture. For the Burroughs enthusiast and the neophyte, this volume--that contains final-draft typescripts, numerous unpublished contemporaneous writings by Burroughs, his own later introductions to the book, and his essay on psychoactive drugs--is a valuable and fresh experience of a novel that has lost none of its relevance or satirical bite.
447 replies since 2/7/2007
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