Fantasy

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    Siccome quello che spacciano per fantasy le case editrici italiane nell'ultimo decennio è spazzatura, cercando di trasmettere un po' di cultura, mi limito a segnalare questo post di un mio amico esperto del settore:

    http://strategieevolutive.wordpress.com/20...ra-1/#more-9817
     
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    Lascio che le cose mi portino altrove

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    Spostato nella sezione più adatta (approfondimento).

    Che quello che passa in italia fosse abbastanza spazzatura il sospetto mi era venuto, ma non amando molto il fantasy non ho mai sentito la mancanza di qualcosa di buono.
    O forse perché ho conosciuto solo un certo aspetto non ho mai avuto vero interesse ad approfondire...
     
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    Io preferisco il fantastico al fantasy*, lo trovo un contenitore più affine alla mia visione del mondo e alla mia ricerca metafisica. Però anche in questo genere, come in tutti, compreso il maistream, esistono le eccellenze e il 90% di spazzatura (secondo la 'nota' legge di Sturgeon)



    *In teoria il fantasy crea un mondo proprio con regole proprie (che poi deve rispettare) che NON ha contatti con il mondo reale. Ed è un genere CONSOLATORIO (che abbia lieto fine o meno).

    Nel fantastico l'elemento sovrannaturale irrompe nel mondo reale, creando una frattura e minando le certezze fittizie su cui si basa l'esistenza. NON è un genere consolatorio.
    Poi in realtà nel fantastico puro non si dovrebbe mai svelare, neanche alla fine, se l'elemento sovrannaturale c'è o meno (Turn of the scew, La casa degli Invasati per esempio...) e lasciare sempre il dubbio nel lettore.

    Ancora: il fantastico inserisce un elemento perturbante, soprannaturale o comunque al di fuori delle possibilità del reale in un contesto realistico. Per qualcuno, scuola Todorov insomma, il fantastico dura solo per il tempo in cui la natura del fenomeno rimane incerta, in sospeso, poi si passerebbe allo strano o al meraviglioso e via sfumando.

    Il genere fantasy apparterrebbe invece, in questo senso, al "meraviglioso." Lo sfondo può essere più o meno inventato o realistico ma l'elemento fantastico NON è una trasgressione allo stato della realtà né una violazione alle leggi di natura: fa parte di quella particolare realtà stessa.
    Inoltre nel fantasy quasi sempre c'è una visione manicheistica del bene e del male, sempre un conflitto tra bene e male con i buoni che trionfano, il fantastico è molto più sfumato a articolato.

    La fantascienza invece è esasperazione della logica, oppure (la definizione più poetica che abbia trovato): la narrativa dei sogni in chiave tecnologica.

    (esempi pratici di comodo:
    Tolkien--> fantasy
    Gaiman: American Gods--> fantastico. Stardust-->fantasy
    Jackson: la casa degli invasati--> fantastico 'puro'
    Ballard-->fantascienza)

    Per questa parte:

    "il fantastico inserisce un elemento perturbante, soprannaturale o comunque al di fuori delle possibilità del reale in un contesto realistico. Per qualcuno, scuola Todorov insomma, il fantastico dura solo per il tempo in cui la natura del fenomeno rimane incerta, in sospeso, poi si passerebbe allo strano o al meraviglioso e via sfumando.

    Il genere fantasy apparterrebbe invece, in questo senso, al "meraviglioso." Lo sfondo può essere più o meno inventato o realistico ma l'elemento fantastico NON è una trasgressione allo stato della realtà né una violazione alle leggi di natura: fa parte di quella particolare realtà stessa."


    testo e musica dell'amico Andrea Bonazzi
     
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    Elfo Illuminato

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    Finalmente qualcuno che lo grida a grande voce! :) Grande Ian Delacroix! la penso esattamente come te! Articolo interessante, e da non far passare inosservato. Il "vero" fantasy oggi è relegato a genere di "nicchia" ed hanno preso il sopravvento libri e autori che ridicolizzano perfino il genere!
     
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    Lascio che le cose mi portino altrove

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    Non conoscevo questa distinzione formale tra "fantastico" e "fantasy" anche se finalmente le cose quadrano un po' meglio.
    In genere ho sempre visto il fantasy come molto "epico" (battaglie, castelli e cavalieri), perlomeno dalle poche cose che ho letto/visto/approfondito ho avuto l'idea che il "medieval fantasy" abbia il sopravvento sugli altri aspetti (anche se oggi come oggi sento molto parlare di "urban fantasy").
    Un altro dubbio, scusami: cosa intendi in questo caso per "genere consolatorio"?
     
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  6. MagentaLips
     
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    Grazie e utile. Molto. Seguirò i consigli libreschi (anche se io gli sfondi storico-medievali alla Re Artù, non so perché, ma non li digerisco... non ho ancora trovato il motivo di questa mia idiosincrasia).
    L'unica cosa che non mi è chiarissima è il giudizio su Martin. Non perché ne sia fan sfegatata, ho iniziato a leggerlo adesso ed è anche fatto strano, visto che la roba "di moda" di solito la allontano come la peste perché di solito è difficile trovarne dei giudizi obiettivi in merito. Martin (sono ancora al primo libro dell'ora celeberrimo Trono di Spade) mi sta piacendo molto, certamente lo sto trovando anche parecchio sui generis . E, soprattutto, recente... chissà quanta roba ha alle sue spalle e, a quello che ha scritto (che piaccia o no), come c'è arrivato.
    Come mai in qualche modo tu lo declassi tanto?
    Devo ammetterlo, io ho ancora confusione perché cultura su questo genere non ce ne è, ed è facile incappare in immondizia copiosa rovistando negli scaffali delle comuni librerie. Di solito mi fido della Fanucci, però mi sento ancora abbastanza sperduta.
    Ho avuto la fortuna di avere un'amica che sul fantastico ci ha dato la tesi, quindi di questo, di Todorov e del mago Sabbiolino di Hoffmann me ne ha parlato fino alla nausea :D della differenza col fantasy, però, non sapevo nulla.
     
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    L'articolo e l'opinione sono del mio 'amico', non mie.

    Parte delle motivazioni le trovi nei commenti, ma credo farà un post più avanti, approfondendo.

    Sullo stesso blog ha fatto un altro ottimo articolo in cui ridimensiona Tolkien, molto ben documentato.

    CITAZIONE (MagentaLips @ 3/1/2012, 14:25) 
    Come mai in qualche modo tu lo declassi tanto?



    Edited by Ian Delacroix - 3/1/2012, 14:56
     
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  8. MagentaLips
     
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    ah scusa, e dire che avevo anche letto il primo post @_@
    sono ancora sotto shock dalla gastroscopia che ha messo k.o. anche le mie capacità intellettive
     
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    Genere consolatorio perché al termine della lettura le convinzioni del lettore e dei personaggi, il mondo conosciuto e le sue leggi percepite rimangono le stesse di inizio lettura.
    Per esempio la visione manichea di bene e male che molti hanno è consolatoria, o una religione come quella cristiana o alcune visioni politiche di lotta di classe sono 'consolatorie'.

    Un genere non consolatorio invece instilla il dubbio, il perturbante durante la lettura, e indipendentemente se ci sia lieto fine o meno gli occhi con cui i personaggi (e/o il lettore) guardano il mondo non saranno più gli stessi.

    Se per esempio scopri l'esistenza di geometrie non euclidee, o che non esiste nessun destino/provvidenza/piano ma solo il caos e sino al momento della 'perturbazione' invece eri convinto del contrario, o sollevi il velo di Maya e quello che chiami 'realtà' non è come appare, o ancora che l'uomo è solo l'esperimento mal riuscito di divinità idiote, anzi, neanche, il prodotto di scarto di quell'esperimento (per citare una visione cosmica lovecraftiana, tanto per dire) etc. etc. ecco, questi sono sono alcuni elementi perturbanti.
    E una buona narrazione fantastica (sia libro, film, fumetto) dovrebbe fare proprio questo. ;-)

    CITAZIONE (Yelena‚ @ 3/1/2012, 13:52) 
    Un altro dubbio, scusami: cosa intendi in questo caso per "genere consolatorio"?



    Edited by Ian Delacroix - 3/1/2012, 15:05
     
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    Ecco qua la risposta che ha dato:

    "Io credo che il ridimensionamento non sia da operare sull’autore, ma sulla percezione dell’autore.
    Premesso che nessuno campa quarant’anni scrivendo in un genere senza avere delle qualità e una fascia di pubblico che lo gradisce, ciò che mi pare storto è sentir parlare di Martin coi toni che io userei, per dire, per Gene Wolfe.
    Il problema è che se dico Gene Wolfe, la risposta è “Gene chi? Ma chi, quello dei KISS?” ;-)

    Per ciò che riguarda le Cronache, fin dove sono arrivato io (poi la pazienza mi ha abbandonato), Martin non ha inventato nulla che non avessi già letto altrove, probabilmente in un momento in cui avevo più tempo o più voglia per certe cose.
    Anche in termini di linguaggio – e qui possiamo fare dei confronti coi vecchi romanzi SF di Green – si tratta di un approccio molto piatto e… “trasparente”, come direbbe Ike Asimov.
    A me piacciono autori un po’ più complicati, non voglio essere preso e portato per mano, voglio perdermi, almeno per un po’.
    Poi, ok, son trentamila pagine, ammettiamo che ce ne vogliano alcune migliaia per scaldare i motori ed io sia crollato con troppo anticipo…
    Semplicemente, qui ed ora*, non lo trovo eccitante, nei termini in cui io trovo eccitante un autore di fantasy.

    Ma anche qui, il discorso sta prendendo una piega sbagliata, perché non voglio fare Martin vs Wolfe, o vs Harrison, o vs chi ti pare.
    Non è una corsa, esattamente.
    Mi piacerebbe però poter dire, “M. John Harrison mi trasmette qualcosa che George R.R. Martin non mi trasmette”, avendo qualcuno che mi risponda con “Che romanzo di Harrison?” e non con “Harrison chi?”
    Mi piacerebbe sentirmi dire “Martin è un genio perché fa cose che non vedevo fare dai tempi di Mervyn Peake”, non “Martin è grandissimo, ma a me il fantasy non piace, quindi non ho letto altro.”

    Come accennavo de commenti più sopra, nella prima metà degli anni ’90, sembrava che esistessero solo Gemmel e Turtledove, perché l’unico editore vivo del genere pubblicava quelli, e voleva pompare quelli, non il back-catalog.
    Credo sia stato l’inizio di un periodo abbastanza odioso.

    *mi riservo il diritto di rileggermelo fra vent’anni e dire, “Ma guarda! Ed io che me lo sono perso finora!”
    D’altra parte, fra vent’anni sarò probabilmente rimbambito, quindi ci sta abbastanza…"

    CITAZIONE (MagentaLips @ 3/1/2012, 14:34) 
    ah scusa, e dire che avevo anche letto il primo post @_@
    sono ancora sotto shock dalla gastroscopia che ha messo k.o. anche le mie capacità intellettive

     
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  11. MagentaLips
     
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    CITAZIONE
    Ma anche qui, il discorso sta prendendo una piega sbagliata, perché non voglio fare Martin vs Wolfe, o vs Harrison, o vs chi ti pare.
    Non è una corsa, esattamente.
    Mi piacerebbe però poter dire, “M. John Harrison mi trasmette qualcosa che George R.R. Martin non mi trasmette”, avendo qualcuno che mi risponda con “Che romanzo di Harrison?” e non con “Harrison chi?”
    Mi piacerebbe sentirmi dire “Martin è un genio perché fa cose che non vedevo fare dai tempi di Mervyn Peake”, non “Martin è grandissimo, ma a me il fantasy non piace, quindi non ho letto altro.”

    figurati, non era nemmeno mia intenzione giocare alle gare. Mia intenzione è sviluppare una curiosità critica, senza essere manipolata dalle ultime mode dell'etichetta che massificano gusti e nozioni.
    Per ora non posso in nessun modo partecipare attivamente ad un eventuale dibattito sul fantasy, tuttavia ben vengano i suggerimenti e i dibattiti altrui: quello che voglio, parlo per me, è proprio avere titoli "nuovi" e meglio con un minimo di contestualizzazione, e meglio ancora se ci si allontana dal mainstream sempre troppo soggetto a passioni troppo cieche da parte dei lettori e sorretto più da interessi commerciali che altro.
     
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    Biting's excellent.
    It's like kissing.
    Only there's a winner.

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    Nella realtà della narativa fantastica odierna, il fantasy sembra solo la scusa per poter scrivere senza stare troppo a pensare alla coerenza e alla logicità di una storia.
    La frase "... tanto è fantasy" sempre diventato un mantra dalle nostre parti.

    Per me il fantastico è sempre stato il grosso contenitore che, al suo interno, può sviluppare ambientazioni fantasy, horror, fantascientifiche... separate o mescolate assieme, in percentuali varie e non sempre facilmente distinguibili.
    Soprattutto, la narrativa fantastica esiste dai tempi in cui furono realizzate le prime leggende miitologiche, Tolkien non ha inventato nulla (fosse solo per il fatto che si rifà all'Edda norrena) e non è stato il primo.
    Come tutte le forme di narrazione, il fantastico e i suoi sottogeneri varia a seconda della cultura che lo produce... e la nostra cultura (intesa come cultura italiana) sta andando alla deriva, come ben dimostrano la maggioranza delle pubblicazioni.

     
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11 replies since 3/1/2012, 11:40   115 views
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